25 Luglio 2023 - Categoria: letteratura sarda

Giuseppe Campi Bazan prefetto e senatore (1817-1885) di Donato D’Urso

 

Giuseppe Campi Bazan fu alto funzionario dello Stato e senatore del regno d’Italia. Nacque a Cagliari il 6 novembre 1817, figlio di Angelo Campi e Rita Saenz de Bazan di famiglia nobile originaria della penisola iberica. Giuseppe aggiunse al cognome paterno quello materno. Nel 1843 sposò Carolina Paglietti e ne ebbe il figlio Luigi. La stirpe dei Paglietti era torinese ma un ramo s’era stabilito a Cagliari.

Conclusi nel 1836 gli studi di giurisprudenza nella città nativa, Giuseppe Campi Bazan intraprese la carriera nel ministero per gli affari interni e, tra l’altro, fu intendente a Isili. La sua carriera ebbe ulteriore sviluppo quando il regno di Sardegna s’ingrandì nel biennio 1859-1860 sino a diventare regno d’Italia nel marzo 1861.

Nel 1859 Campi Bazan fu commissario governativo, poi intendente generale a Reggio Emilia, dopo la partenza del duca Francesco V di Modena. Nel novembre di quell’anno fu vicegovernatore a Cagliari.

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24 Giugno 2023 - Categoria: storia

“Efisio Salaris (Cagliari 1825-Firenze 1888) prefetto del Regno d’Italia” di Donato D’Urso

Efisio Salaris era nato a Cagliari il 25 marzo 1825 in un’importante e numerosa famiglia. Il re Carlo Alberto nel 1842 concesse al capofamiglia Sebastiano Salaris i titoli di cavalierato e di nobiltà, in considerazione degli onorevoli servizi prestati nella magistratura sarda [1]. Dal matrimonio di Sebastiano con Raffaela Delogu, di aristocratica famiglia sassarese, nacquero otto maschi e una femmina: ben sei intrapresero la carriera di magistrato. Dei rimanenti due, Francesco, dopo avere lasciato l’esercito, tenne cattedra universitaria e dal 1861 al 1897 fu ininterrottamente deputato [2], Efisio nel 1848 entrò nella pubblica amministrazione come volontario.

I “volontari” erano dipendenti precari, non pagati e tuttavia soggetti ai doveri degli impiegati di ruolo. La prospettiva era di mettere in mostra le qualità personali, se ne avevano e sperare in un’assunzione stabile. Secondo le ferree regole del tempo, Efisio Salaris fu spostato da una sede all’altra e certamente per un po’ ebbe bisogno dell’aiuto economico della famiglia. Prestò servizio a Bonneville in Alta Savoia, poi a Torino come segretario della commissione per le Opere pie [3]. Finalmente, percepì il primo stipendio. Andò in seguito a Genova, Savona, Nizza. Ovunque, i superiori ne apprezzarono capacità di lavoro, preparazione, tatto.

Nel 1857 ottenne la nomina a consigliere di terza classe, all’inizio del 1860 fu destinato a Ferrara, nell’ottobre dello stesso anno Marco Minghetti, ministro dell’Interno del regno di Sardegna, lo assegnò allo staff di Massimo Cordero di Montezemolo luogotenente del re in Sicilia. L’anno dopo Salaris passò ad Ancona e anche lì ricevette elogi per capacità e maniere distinte [4].

Nel 1865 Salaris svolse incarico di sottoprefetto a Urbino, poi di consigliere delegato ad Alessandria, l’anno dopo era sottoprefetto a Chiavari. «Era molto amico del Rattazzi» [6] che, nell’aprile 1867, lo volle in Firenze capitale, per dirigere la divisione I del ministero dell’Interno, che s’occupava della gestione del personale prefettizio e del Consiglio di Stato [7]. Era sicuramente un posto di potere. Il deputato sardo Giorgio Asproni – che nel diario definisce Salaris capo Gabinetto di Rattazzi – tenne stretti contatti col conterraneo, scambiando opinioni su nomine e trasferimenti e ricevendo notizie confidenziali [8].

 

Francesco Salaris fratello di Efisio

Francesco Salaris, fratello di Efisio, era politicamente vicino a Rattazzi e possiamo ipotizzare che, nell’autunno 1867, ciò favorì la nomina a prefetto di Efisio, a 42 anni. La promozione comportò un consistente aumento stipendiale ma Salaris, sposato con un figlio, godeva anche di una rendita personale.

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24 Giugno 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Due “inutili” figli di Dio” di Cristina Manca. Risposta di Angelino Tedde

23 giugno 2023 alle ore 20:04
Salve,

Ci sono due poveri vicino casa mia, fastidiosi alla vista, impaurenti per il solo fatto che esistano.
Vogliamo che se ne vadano, anzi, no, che spariscano.
Abbiamo le nostre ragioni di sicurezza, e le nostre ragioni estetiche.
Di questi due poveri non conosciamo né nome, né età, né storia.
Uno potrebbe morire lì per terra da un momento all’altro(o almeno questa è l’impressione poiché si rigira a malapena nel suo giaciglio e da quei cenci sporchi forse esce solo per i bisogni primari o forse per delinquere ancora un po’, prima di morire; chi lo sa!).
Ma ecco,è stato all’improvviso, come un soffio di pensiero appena intuibile, che mi si sono ripresentate
e mi si ripresentano diverse parole del Vangelo, in primis quelle sul povero Lazzaro e il ricco epulone.
E queste Parole stanno lì a guardarmi, miti, umili, misericordiose,serie.
Eppure io vado a Messa tutti i giorni, non gozzoviglio come il ricco epulone, e neanche sono ricca.
Ma quelle Parole mi guardano, e io mi sento ferire il cuore.
Maria Cristina Manca

Ciao, carissima, un caro saluto a te e a tuo padre.

Io non sto bene e ho letto stanotte il tuo messaggio non solo lacerante, ma anche poetico su quei poveri che bivaccano nei pressi di casa tua. Sono come dei “cani randagi” che preferiscono ad un letto e a dei cibi caldi la strada, il freddo, il loro cartone o il loro sacco. Forse sono dementi o comunque persone a cui la vita ha toltu tutto, anhe la dignità. Un tempo le Figlie della Carità cercavano di soccorrerli, ma ora  anche quelle sono scomparse. Dov’è Suor Teresa? Forse morta, forse inabile a battere la città di (…) per soccorrere questi uomini che hanno perso la dignità. Dovrebbero essere raccolti dalle operatrici sociali e collocati in una RSA, ma preferiscono mettere grasso all’addome sedute negli uffici comunali piuttosto che girare la città per la “raccolta” dei poveri menidicanti che manco mendicano. Religiosamente è Cristo che sfida il nostro cuore, umanamente è la denuncia di questa nostra società che per accorgersene attende che dei bulli mettano fuoco ai loro poveri stracci e e li facciano morire tra le fiamme. Ciò detto con un’email li puoi segnalare all’ufficio sociale del Comune perché provveda o ad altre associazioni di volontariato oppure offri loro un panino imbottito e una bottiglietta d’acqua.
Questo ovviamente non ti toglierà dall’animo la mestizia che il Signore ti fa provare.
A presto ciao

 

 

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7 Giugno 2023 - Categoria: storia

“Donna Lucia Tedde Delitala, tra storia e leggenda” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.

Su Donna Lucia Tedde Delitala o Delitala Tedde,data la liquidità dei due cognomi ereditati dal padre e dalla madre,sia nel cartaceo sia nel digitale si naviga tra tentativi di ricostruzione storica e leggenda..
La fantasticheria ce la presenta in primis come “banditessa” oppure femminista ante litteram  o addirittura eroina. che cerca di contrastare l’azione portata avanti dai piemontesi in Sardegna.  L’accademica di Cagliari, Maria Lepori e i cultori di storia locale Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro tentano invece, sulla base di documenti forniti da vari archivi, di fare una ricostruzione storica. Prima di tutto ka sua carta d’identità: nascita a Nulvi, dai 21/22 anni residente a Chiaramonti. I documenti rintracciati attestano il suo seppellimento nella cappella fatta costruire dai curatori testamentari della sorella maggiore Gerolama, nella chiesa del Carmelo di Chiaramonti, esattamente delle tre quella più vicina all’altare  come si vede dalla fotografia.  La prima cappella risulta  acquisita per diritto dai Budrone nel 1730 [Coracensis], la seconda . dai Falchi (Coracensisi)  e finalmente nel 1717 la terza dei Tedde Delitala, dove sono sicuramente sepolte in un baùl sia Donna Gerolama sia Donna Lucia.

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1 Maggio 2023 - Categoria: letteratura sarda

Le riforme della scuola e dei metodi didattici in Sardegna. Attraverso la corrispondenza Manunta-Cherubini (1826-1844) di Fabio Pruneri

Prof. Fabio Prùneri

Fresco  di stampa esce il saggio sulla scuola in Sardegna del periodo preunitario dall’Editrice il Maestrale  di Nuoro ad opera del professore dell’Università degli studi di Sassari Fabio Pruneri.

Narrare le peripezie con cui il professore, ormai  sardo di adozione, sia riuscito a procurarsi le lettere del poliedrico teologo sardo Antonio Manunta Crispo  indirizzate al famoso intellettuale lombardo Francesco Cherubini non è facile. La sua caparbietà alla fine è stata premiata e così oggi esce l’edizione critica di queste lettere che gettano i riflettori sulle vicende della scuola normale  in Sardegna.
Già noto per il saggio sull’istruzione in Sardegna dal 1720 al 1840, premiato peraltro non solo dalla Regione Sardegna, con questo saggio Fabio Pruneri si colloca al primo posto sulla storia dell’istruzione sarda. Se nel primo saggio ha illustrato le vicende del periodo sabaudo ora getta chiara luce sui problemi concreti  che la scuola normale sarda dovette affrontare per darsi un’ossatura non solo sabauda, ma anche lombarda ed ed europea.
Come in tutte le inculturazioni  non mancarono difficoltà e contraddizioni, ma al tempo stesso, con i suoi intellettuali, in primis Giovanni Spano, e certamente non in secundis il teologo enciclopedico osilese Antonio Manunta Crispo fu una autentico promotore della scuola  e della lingua sarda, fatta conoscere oltretutto fuori dell’Isola. Con queste poche righe, seguirà una recensione più corposa, vogliamo informare i nostri  visitatori sulla pubblicazione di questo saggio che le persone  non colte e tanto più quelle colte dovrebbero leggere e avere a portata di mano.
Io ringrazio Fabio Pruneri, sardo di adozione, che sta portando l’Isola fuori dell’Isola [qualche giorno fa era in Svezia a parlare della nostra Sardegna] e che sicuramente con ulteriori pubblicazioni si collocherà in ottima posizione tra gli storici della Sardegna contemporanea.

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24 Aprile 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Dorgali nel 1894” di Donato D’Urso

Amedeo Nasalli Rocca, Memorie di un prefetto,
Casa Editrice Mediterranea, Roma, 1946.

Amedeo Nasalli Rocca (1852-1926), funzionario del ministero dell’Interno, apparteneva a famiglia aristocratica di Piacenza. Nel corso della lunga carriera viaggiò in lungo e in largo per l’Italia, cosicché poté conoscere e giudicare realtà diversissime, da nord a sud. Nel 1946 fu pubblicato, postumo, un suo libro di ricordi, di grande interesse. Anche per lo stile piacevole e spesso ironico, esso è uno dei testi migliori per comprendere la classe prefettizia del tempo, le dinamiche dell’amministrazione pubblica, i vincoli e condizionamenti imposti ai funzionari dai vertici politici, i più gravi problemi sociali del tempo. Il rilievo, rivolto dalla storiografia ai prefetti dell’età liberale, d’essere stati succubi e innanzitutto agenti elettorali del governo, ha un fondamento di verità e tuttavia le singole personalità rendono ai nostri occhi ogni curriculum vitae simile e insieme diverso da tutti gli altri.

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21 Aprile 2023 - Categoria: letteratura sarda

“I fondatori del convento dei Carmelitani di Chiaramonti (Sassari)” di Mauro Maxia

SOMMARIO. L’articolo ricostruisce la fase di fondazione del convento dei Carmelitani di Chiaramonti precisandone il periodo e rettificando i dati tramandati dalla tradizione locale. Nel contempo, individua i singoli promotori della costruzione dell’edificio, di ciascuno dei quali offre una scheda storica ed etimologica relativa al cognome. Inoltre, cita altri abitanti del luogo, tra cui qualche discendente della famiglia Doria, di origine genovese, che oltre duecentotrenta anni prima aveva fondato il medesimo borgo medievale.

Parole chiave: frati carmelitani, convento, famiglia Doria, cognomi locali.

ABSTRACT. (The founders of the Carmelite convent in Chiaramonti [Sassari]) The ar- ticle reconstructs the foundation phase of the Carmelite convent of Chiaramonti, specifying the period and rectifying the data handed down by local tradition. At the same time, it identifies the individual promoters of the construction of the building, for each of which it offers a historical and etymological profile relating to the surname. Furthermore, it men- tions other inhabitants of the place, including some descendants of the Doria family, of Ge- noese origin, who had founded the same medieval village about two hundred and thirty years earlier.

Keywords: Carmelite friars, convent, Doria family, local surnames. 0. Premessa

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16 Aprile 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Una società laicista” di Cristina Manca, scrittrice.

Partendo dal fatto circoscritto della maestra incriminata per le preghiere in classe, su cui non ho elementi per esprimermi, vorrei che si ampliasse il discorso perché comunque è stata spalancata una questione generale.
In una scuola – figlia di ideologie libertarie anni settanta e nipote di manipolazioni assolutiste fintamente liberanti più lontane – in cui si festeggia osannanti il carnevale dei mostri viventi di halloween, in cui alcuni genitori sognano per i propri figli una società GENDER come il più grande dono che gli si possa fare, in cui molte famiglie abdicano al loro dovere educativo e lasciano bambini e adolescenti in balia di sé stessi, di cartoni animati violenti, di film raccapriccianti, di musiche con messaggi più o meno subliminali di incitamento all’autodistruzione e al suicidio, di esperienze esistenziali deleterie o, nel migliore dei casi, superficiali; ecco, in una scuola e in una società così fatte, l’unico che sembra far loro paura, l’unico che reputano nemico da tener lontano, l’unico su cui si scagliano, si scandalizzano, su cui vengono permesse derisioni non politicamente corrette, l’unico verso il quale istigare indifferenza mista a disprezzo se non addirittura odio, l’unico intruso, sembra essere il Vangelo di Gesù Cristo.

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