Brizzi Gian Paolo

Gian Paolo Brizzi

Professore ordinario

Direttore Archivio Storico dell’Università degli Studi di Bologna

M-STO/02 STORIA MODERNA

http://www.unibo.it/docenti/gianpaolo.brizzi

Curriculum Vitae

1. Nel 1970 ho iniziato la mia attività didattica e di ricerca presso l’Università di Bologna dapprima come borsista e quindi come assistente ordinario presso le cattedre di Storia moderna di Paolo Prodi, Roberto Ruffilli e Adriano Prosperi e dal 1976-1977 ho insegnato Storia moderna prima come incaricato e dal 1980 come professore associato. Professore ordinario di Storia moderna dal 1986, mi sono trasferito all’Università di Sassari dove ho insegnato presso le Facoltà di Magistero e dal 1991 presso la Facoltà di Lettere e filosofia. Nel 1997 mi sono trasferito all’Università di Bologna ove ho insegnato presso la Facoltà di Conservazione dei Beni culturali (sede di Ravenna) ed ora presso la Facoltà di Lettere e filosofia. Oltre alla Storia moderna ho insegnato per alcuni anni anche Storia della scuola e Storia della Chiesa.

Sono Direttore dell’Archivio storico dell’Università di Bologna per delega rettorale; membro-rappresentante dell’Italia nella Internazional Commissione for the History of the Universities; segretario generale del Centro interuniversitario per la storia delle università italiane (Cisui) dal 1997.

Direttore della rivista “Annali di storia delle università italiane”.  Rappresentante per l’Italia nella International Commission for the History of University. Membro del comitato scientifico delle riviste “Cuadernos del Instituto Antonio de Nebrija de Estudios sobre la Universidad”, “Quaderni di storia dell’università di Padova”.  Presidente di Corsi di laurea; Direttore del Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche dell’Università di Bologna (da 1.11.2009 a 31.10.2012).

2. Nel campo scientifico ho collaborato con l’Istituto Universitario Europeo di Firenze (Daniel Roche, Dominique Julia), con il Collège de France (Marc Fumaroli), con il CNRS (Luce Giard). Ho partecipato a progetti di ricerca inter-universitari (40%), ho diretto programmi di ricerca finanziati dal CNR e da altri enti (es. Regione autonoma della Sardegna, Regione Emilia e Romagna, Comune di Bologna). Ho diretto progetti Firb e Prin.

Nel 1987 ho promosso la fondazione del Centro interdisciplinare per la storia dell’Università di Sassari. Ho promosso la creazione, nel 1997, del Centro interuniversitario per la storia delle università italiane (al quale aderiscono le Università di Bologna, Messina, Padova, Sassari, Torino, Pavia, Parma, Ferrara, Pisa, Siena, Aosta, Macerata, Milano Politecnico, Milano Statale, Molise, Teramo, Roma Tor Vergata, Tuscia, Bari, Siena, Siena stranieri, Bocconi, Scuola Normale di Pisa) di cui sono il segretario generale dal 1997.

3. Attività di ricerca.

a. Strategie educative e processi di formazione della classe dirigente in età moderna.

Collegandomi alle tematiche suscitate dal vasto filone di studi sulla formazione dello Stato moderno, ho orientato il mio interesse verso quelle istituzioni educative che, a partire dalla metà del XVI secolo, si proposero di rispondere ad una domanda di cultura e di competenze ‘tecniche’ qualitativamente nuove. In particolare la mia attenzione si è rivolta ad un’istituzione educativa sviluppatasi in vari paesi europei fin dalla fine del XVI secolo che affrontò organicamente il problema dell’educazione e della formazione culturale dei futuri quadri della classe dirigente: il collegio dei nobili. Attraverso l’analisi delle formule educative, dei modelli culturali e degli stereotipi di comportamento proposti ai convittori di questi collegi, ho voluto illustrare alcuni dei fattori che consentirono alla nobiltà di mantenere pressoché inalterato il proprio ruolo politico e sociale fino alla crisi dell’antico regime.

vedere soprattutto:

G. P. Brizzi, La formazione della classe dirigente nel Sei-Settecento. I ‘seminaria nobilium’ nell’ Italia centro-settentrionale , Bologna, Il Mulino, 1976;

G. P. Brizzi, Un’ istituzione d’ antico regime tra rivoluzione e restaurazione sociale: il collegio di Modena , in Reggio e i territori estensi dall’ antico regime all’ età napoleonica, a cura di Marino Berengo e Sergio Romagnoli, Parma, Pratiche editrice, 1979, 557-582;

G. P. Brizzi, A. D’ Alessandro, A. Del Fante, Università, Principe, Gesuiti. La politica farnesiana dell’ istruzione a Parma e Piacenza (1545-1622), Roma, Bulzoni, 1980.

b. Alfabetismo e alfabetizzazione in Emilia e Romagna nel XVIII secolo.

Sulla scorta delle indicazioni metodologiche suggerite dagli studi di F. Furet, L. Stone, J. Goody e D. Julia, ho coordinato una vasta ricerca sul tema sulle istituzioni scolastiche e sulle modalità di accesso all’area della cultura scritta nel XVIII secolo. Da un punto di vista metodologico ho voluto evidenziare le molteplici correlazioni che intercorrono fra la storia della scuola e il contesto politico, economico e sociale, superando i tradizionali schemi interpretativi della storia della pedagogia al cui interno è rimasta per lungo tempo confinata la ricerca storico educativa. Il periodo preso in esame, il XVIII secolo, nel corso del quale il problema dell’istruzione si trovò al centro del dibattito culturale e costituì un obiettivo qualificato della politica delle riforme, ha arricchito la ricerca di ulteriori problematiche. L’indagine è stata impostata con criteri propri di un censimento sistematico delle fonti ed ha interessato tutti gli archivi comunali, di Stato ed ecclesiastici della regione Emilia e Romagna (verbali dei consigli delle comunità, contratti con i maestri, atti delle visite pastorali, inchieste, progetti e piani di riforma, registri di classe, etc.). Ciò ha consentito di effettuare una rilevazione sistematica delle istituzioni scolastiche operanti in quel territorio (scuole comunali, collegi, seminari) e dei luoghi informali di istruzione (scuole parrocchiali, maestri itineranti, precettori, etc.) limitatamente ai livelli dell’istruzione elementare e media. L’individuazione delle aree scolarizzate ha consentito di valutare, anche dal confronto con la situazione apparentemente più statica delle legazioni, i concreti risultati operati dalla politica scolastica dei principi riformatori che conta nei ducati emiliani, alcune significative realizzazioni. La ricerca si è poi indirizzata ad esaminare le modalità dei processi di alfabetizzazione, la comparazione fra le dimensioni della scolarizzazione ed i livelli consolidati di alfabetismo riscontrabili nella popolazione adulta allo scopo di valutare la capacità del modello scolastico d’antico regime a promuovere l’accesso dei diversi ceti sociali all’area della cultura scritta.

vedere soprattutto:

G.P. Brizzi (cura), Il catechismo e la grammatica. I:Istruzione e controllo sociale nell’ area emiliana e romagnola nel ‘700, Bologna, Il Mulino, 1985; II: Istituzioni scolastiche e riforme nell’ area emiliana e romagnola nel ‘700 , a cura di Gian Paolo Brizzi, Bologna, Il Mulino, 1986;

G.P. Brizzi, Scuola e istruzione popolare dall’ età della Controriforma al secolo dei Lumi, in Storia dell’ educazione, a cura di Egle Becchi, Firenze, La Nuova Italia, 1987, p. 73-87;

Riforme scolastiche e domanda di istruzione , in Istituzioni scolastiche ed organizzazione dell’ insegnamento nei domini estensi nel XVIII secolo, Reggio Emilia, 1983, 53-98 (Contributi, XI-XII)

c. Gesuiti e istruzione

I gesuiti e, in particolare, l’attività esercitata da questi nel settore dell’istruzione media e superiore costituiscono un altro tema delle mie ricerche, rivolgendo una pari attenzione alla formula didattica messa a punto da loro attraverso un intenso lavoro di confronto e sperimentazione, compendiato nella Ratio studiorum, e alle istituzioni scolastiche ed educative che disseminarono ovunque a partire dalla metà del XVI secolo.

Vedere:

(cura) La ‘Ratio studiorum’. Modelli culturali e pratiche educative dei Gesuiti in Italia tra Cinque e Seicento, Roma, Bulzoni, 1981

Studia humanitatis’ und Organisation des Unterrichts in den ersten italienischen Kollegien der Gesellschaft Jesu, in Humanismus im Bildungswesen des 15. und 16. Jahrhunderts, a cura di Wolfgang Reinhard, Weinheim, Verlag Chemie, 1984, p. 155-170

Les jésuites et l’école en Italie (XVIe-XVIIIe siècles), in Les jésuites à la Renaissance. Système éducatif et production du savoir, sous la direction de Luce Giard, Paris, Presses Universitaires de France, 1995, p. 35-53

El modelo de los Jesuitas en la Epoca moderna, in L’Université catholique a l’epoque moderne. De la reforme à la revolution, 16.-18. Siècles. Université, eglise, culture. Actes du troisieme symposium, Universidad Iberoamericana, Mexico, 30 avril – 3 mai 2003, Pierre Hurtubise ed., Paris, FIUC, 2005, p. 37 – 59  

Gian Paolo Brizzi, La memoria dell’università. Archivi per la storia dell’Alma Mater Studiorum, Clueb, Bologna 2020, pp. 680 

d. Università, istituzione e società

La storia dell’Università in età moderna costituisce un altro importante tema di ricerca che mi impegna da anni: la storia dell’istituzione, la presenza studentesca, il ruolo assolto dalle università in rapporto al controllo dottrinale e al disciplinamento sociale, i collegi universitari, le università minori in Europa, la peregrinatio academica, studiata sia negli aspetti quantitativi -presenze e permanenza presso le Università italiane- sia sotto il profilo qualitativo -ambienti e personalità frequentate, etc.- in particolare attraverso l’esame dei libri amicorum.

Vedere:

G.P. Brizzi (cura con Jacques Verger), Le università dell’ Europa, vol. I-VI, Milano, Silvana editoriale, 1990-1995;

G.P. Brizzi (cura con  P. Del Negro – A. Romano) Storia delle Università in Italia, vol. I-III, Messina, Sicania by Gem, 2007

G.P. Brizzi (dirige), Annali di storia delle università italiane, I (1997)-…….. (periodico)

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