L’incontro tra due ex chierichetti di Bettola e di Milano: si erano giurati odio eterno. Pare un avvenimento epocale, ma siamo alle solite comiche all’italiana.
San Michele Arcangelo (Bersani) incontra Satana (Berlusconi)! A tanto siamo in questa nostra democrazia giunta alle comiche. Il primo di 62 anni, il secondo di 76, potrebbero essere padre e figlio anche se la pelata di Bersani lo rende più vecchio e il trapianto di Berlusconi lo ringiovanisce stranamente. Bersani è più alto, Berlusconi è più piccolo. Bersani ha imparato dal seno materno le Ave Maria e così Berlusconi. Entrambi sono battezzati e cresimati e cresciuti come chierichetti in famiglie democristiane. Bersani ha uno zio missonario, richiamto dalle missioni per far rinsavire il nipote che da chierichetto si era trasformato in giovane comunista, Berlusconi adorava la zia suora. Quindi i due hanno trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella culla del cattolicesimo. Poi l’uno studiando dai salesiani non poteva che continuare ad essere cattolico, l’altro divenuto comunista non poté non essere bene indottrinato alle Frattocchie (scuola d’indottrinamento marxista-leninista del PC) e forse ha fatto il sacramentale viaggio in Russia. Poi si arriva al crollo del comunismo e Bersani deve seguire le giravolte di Occhetto prima e di D’Alema poi e, infine, approdare al PD, un minestrone, tra cattolici adulti, ormai ridotti all’osso, e vecchi comunisti duri e puri nonostante il cambio del nome. Non possono che avere un’identità debolissima. Bersani si laurea in Storia e Filosofia, a Bologna con 110 e lode, con tesi su Gregorio Magno, ma ha dato una marea di esami di storia, Berlusconi si è laureato in Giurisprudenza a Milano anche lui con 130 e lode con una tesi sull’inserzione pubblicitaria. Mentre il giovane Bersani, fatto il militare a Macomer (Oristano), insegna qualche annetto, abbandona quella che avrebbe potuto essere la sua professione e si dona, penso remunerato, anima e corpo al partito. Il chierichetto cattolico si trasforma in chierichetto del PCI. Entrambi si sposano, ma Berlusconi, benestante e imprenditore edile di successo, come tanti imprenditori edili diventano turisti del sesso non si capisce se in Brasile o alle Maldive, bisognerebbe chiederlo presso le ditte di Sassuolo che distribuiscono, si fa per dire, gratuitamente, questi viaggi erotici. Bersani si sposa e pare che, con le due figlie, viva ancora castigatamente con la moglie, Berlusconi, consuma la prima moglie con due fgli e passa nelle mani di una spregiudicata attricetta di buone speranze, bolognese, le concepisce tre figli, vivendo morganaticamente, e poi continua la sua vita di imprenditore-puttaniere, rovinando per sempre anche il rapporto con la seconda moglie. Ottiene il cavalierato della Repubblica nel ’77 e poi scopre l’importanza della scatola televisiva e della pubblicità e mette su un impero massmediatico che niente ha a che fare con un impiego e incarichi politici della grama storia di Bersani.
L’uno si arricchisce e l’altro resta al palo. Il primo esibisce ricchezza, il secondo deve accontentarsi del sia pur non misero stipendio che le passa il convento di Presidente della Giunta dell’Emilia Romagna e di varie volte Ministro, l’altro aumenta con le pubblicità televisive a dismisura la sua ricchezza e naturalmente con essa il culto delle donne visto che nel mondo dello spettacolo pullulano come formiche, poco costano al nostro ormai affamato di sesso cavaliere. Ognuno nella sua vita privata, nasconde le sue pecche, ma a Berlusconi che interrompe il patto non scritto tra omuncoli italiani dediti alla politica e industriali dediti a far soldi, giunge feroce l’odio di tutti i politici italiani e per certi versi lo scandalo degl’imprenditori. L’uomo ha scambiato l’Italia per un’azienda e lui la vuol sistemare, ma non avverte che una cosa è un’azienda in cui il capitalista agisce d’imperio e una cosa è l’Italia, azienda tanto per dire, ma una vera e propria fossa di serpenti di piccola borghesia di piccolo cabotaggio: maestri elementari e professori di scuola media, professori riusciti o mancati, studenti falliti, avvocati di cause perse, professori universitari ambiziosi e sbracati, ma col nucleo duro di apparati di partito. Berlusconi teme che questi pigmei gli rovinino le aziende e visti distrutti i grossi partiti di riferimento, socialisti e democristiani, scende in politica e si scava la fossa dove va a finire il suo cavalierato, la sua imprenditorialità, considerata in odore di mafia, e la sua moralità perché un imprenditore, ormai abituato a far lo stallone, non perde il vizio. I suoi stessi colleghi antagonisti industriali, viziosi quanto lui e più di lui puzzinosi, non lo sopportano e qualcuno lo prende di mira, eccetto de Benedetti, quel sant’uomo che si è ritirato a Dogliani dove si è preparata pure la tomba, che possiede qualche piccolo settimanale cimicioso e una trentina di giornaletti fotocopia di provincia. Lui non odia Berlusconi, lo ama a tal punto che lo vorrebbe morto, o almeno morto ambulante. Vedere i suoi giornalucoli per credere. Gli omucoli di partito lo vorrebbero squartato insieme alla cosidetta intellighentzia di sinistra che ha la sapienza infusa. Pensate che conoscono che cosa succederà dopo l’eternità! Dei veri e propri mostri di sapere col vizietto della raccolta delle firme, per ogni firma raccolta, un orgasmino! Infine, ecco i nostri, i magistrati sessantottini, quelli del trenta politico, assettati di sangue capitalista, veri e propri membri di una massoneria rossa, aggiungete a questi qualche poliziotto che biascicando scusi qui scusi la davanti al professore si ciuccia il trenta della benevolenza per un servitore dello stato e ignorante come la zappa, senza conocoscere i congiuntivi, non parliamo del latino delle istituzioni di diritto romano, viene ammesso in magistratura! Una bomba esecranda che quando scoppia distrugge un’intera classe politica. Una buccia di banana sotto il piede di un gigante su terreno scivoloso è deleteria. Se poi uniamo tante bucce di banana, addio! I magistrati sessantottini col trenta politico, gli uomini dell’ordine col trenta della benevolenza, divenuti magistrati, protetti da cento immunità de facto, ghigliottinano la storia: imprenditori che s’impiccano, gran commis dello stato che si tirano il collo in galera, uomini politici messi a nudo per i costi della politica, insomma che avessero torto o ragione questi nuovi sanculotti dalle braghe rosse (la testa è rimasta col felz) hanno ammazzato la storia e un’intera classe dirigente che ha fatto grande l’Italia.
Berlusconi, imprenditore edile, imprenditore digitale, rompe il patto mai sottoscritto con gli omuncoli ed eccotelo afferrato dalla variegata schiera di quei puzzinosi magistrati che poco hanno studiato che poco applicano le leggi perché le ignorano, che non pesano nemmeno con la stadera le conseguenze delle loro efferate indagini e sentenze per essere matato. Ci riusciranno i nostri eroi rossoverdegialli? Non lo sappiamo. Per ora 25 processi sono andati in bianco o con assoluzioni o con prescrizioni (Cfr Wikipedia, Berlusconi).
Ieri, Bersani, l’uomo-apparaticcio, mascella dura, accento romagnolo, campagnolo, ha accettato, infinita bontà sua, di incontrare il mostro odorante di profumo di donna e altro. Non si sono incontrati due normali uomini politici, ma l’arcangelo vendicatore, protetto da schiere angeliche ha interloquito, borbottato, esclamato, con Belzebub-Berlusconi, l’esecrando uomo che ha osato avere, avere molto e volere, volere toppo. Molla l’osso dalla politica, Draghignazzo, questo è riservato di caccia dei parvenus! Chi ha voluto questo incontro? Dicevano:- Quel bollito di Napolitiano, quel comico pazzo di Grillo.- Ecco i due fautori dell’incontro. In attesa che il grillo se lo pappi qualche biscia attendiamo alle nostre faccende e godiamoci le comiche viste! Continuare il discorso, per stamane sarebbe troppo faticoso. Siamo solo agl’inizi del guado e Bersani (oh quanto mi pesa compagni-amici!) chi ha vinto e perso ad un tempo deve risolvere il problema del capo dello Stato e poi il governo “di moralità e di linea” che vuol dire di eliminare una volta per tutti Berlusconi e instaurare la libera democrazia catto-comunista in cui si marcia dritti, con moralità! Niente donne, niente soubrette, penseremo ad annientare anche gli spazi del dietro fiera, impuro lerciume, impudicizia. Signori siamo alla quarta rivoluzione e passa: i generi sono aboliti, ci si sposi tra maschi e maschi, tra femmine e femmine, si producano figli in provetta, si sviluppi l’antropotecnia. Si catturino gli stalloni, ma non Berlusconi, si raccolga il seme, si concepisca in vitro e si scelgano italiani dalla moralità specchiata, pulita, in linea con le nostre politiche rigenerative, l’Itaglia deve produrre bimbi sani, perfetti, dobbiamo o non dobbiamo trovare nuovi spazi nei pianeti soprastanti? Avanti, marc moralità, moralità tan tà, tan tà!