Capogiro d’affari in Anglona nelle sagre claramontane. Da alcuni anni, in quello che può essere definito il paese dei balocchi, le sagre si susseguono alle sagre: sagra della trota de su campu de de Othieri e rio Occhetta, sagra della tinca delle due pischinas del rio Filighesos e del rio Murrone, sagra delle anguille delle stesse pischinas, sagra delle rana (una sola!) della necropoli allagata de sas domus de janas de su Murrone, infine, sagra della carpa incaldanita del fiume Coghinas presso Casteldoria-Terme.Usciamo dai pesci d’acqua dolce e immergiamoci tra i pesci di mare, ritroviamo sempre a Claramonte, (30 Km da Sassari, 30 da San Pietro a mare, 30 dal lago del Coghinas, 31 da Tempio e dalla cima del Balestrieri, 1332 msm) la sagra dell’orata, la sagra delle triglia (con gli occhi…), la sagra del muggine, la sagra del pisaro, la sagra del pesce spada, la sagra del riccio, la sagra del granchio, la sagra della sardina arrosto, la sagra della capra marina e, dulcis in fundo, la sagra del polpo. Transitando da una sagra all’altra eccoci al clou delle sagre: la sagra della pecora, la sagra dell’agnello, la sagra del cacio e della ricotta, targata Doloretta da Péntuma, agriturismo e didattica! La sagra del porco e della salsiccia, la sagra del porcetto, la sagra della capra, la sagra del capretto, la sagra dell’asinello (scomparso da Martis, traitore) la sagra del vitello (scomparsa da Erula, carne da pascolo prealpino), la sagra del bue grasso o bagna cauda, dal gemellaggio con Carrù (Cuneo), infatti ci pensano i carrucesi a prepararla.
Passando alle sagre della selvaggina claramontana ci si trova davanti alla sagra del porcospino, la sagra della volpe rossa, la sagra del gatto grasso nero della famiglia TS, la sagra del cane pastore, la sagra del cane di razza (cuochi cinesi) , da abigietare nelle notti di luna calante, la sagra della pernice, la sagra del falchetto (zilibriu), la sagra della tortora, per i raffinati claramontani e ospiti di lusso, la sagra dei colombacci, per il proletariato affamato sassarese presso sa Punta de s’Arrocu , la sagra dei tordi e, di nascosto, la sagra degli stornelli per gli amministratori comunali al ristorante degl’Inglesi, la sagra della beccaccia e del beccaccino, la sagra della quaglia, con acquisti da capogiro presso gli store Conad e, infine, la sagra della cornacchia bollita (non se ne può più tante ce ne sono a Claramonte!). Dimenticavo la sagra della pizza e varie presso la trattoria-pizzeria Claramonte in possa e la sagra della pizza leggera da Gianni Caccioni. Indefinibili i pasti presso la trattoria inglese sotto il campanile!
Ma la fantasia dei claramontani non si arresta qui, in fondo, i giorni dell’anno sono 365, e le sagre debbono seguire alle sagre, quindi ripigliando l’elenco abbiamo la sagra delle zuppa anglonese in joint venture tra Claramonte e Bonorva, necessitando il pane zichi; la sagra della zuppa gallurese in joint venture con i calagnanesi, la sagra della zuppa di pesce in combutta con i Vitiello e Morlé dell’Isola Rossa, la sagra del finocchietto selvatico con sopra un tordo e un piede d’agnello alla sassarese, la sagra della zucca in jont venture con Piozzo (Cuneo), provengono di là le migliori zucche del mondo, la zuppa del cavolo (son cavoli vostri!), la zuppa bombarola di ceci e fave con verdura di limbonia (borragine) e maschera antigas. E dove la lasciamo la sagra originale del gelato claramontano Migaleddu, con vista foto storiche? Cultura e gelato!
E’ ora di elencare i vini che accompagnano queste sagre mangerecce: per i pesci di acqua dolce vini rosati e leggeri di Sella & Mosca di Alghero, per quelli di mare vermentini di Gallura, in particola della cantina di Tempio, Monti e di Berchidda, per le sagre carnacee, vini rossi e robusti quali Cannonau di Jerzu e vini da taglio di Sorso come si usa fare a Nugulbi in joint venturi col Barbera di Dogliani di mister Debenedetti, ebreo non praticante; per le zuppe, acqua clorata di rubinetto,in joint venture con la Billellera di Sorso, perché i Claramontani non possono mica rovinarsi i magri guadagni di queste numrose sagre a buon mercato, a volte 5 euro, a volte 10 euro e soltanto alla festa del patrono chi vuole fa un offerta libera (1 euro, 2 euro, dai miserabili sassaresi e romani, in bolletta). Nel paese tardo-medievale di Claramonte non ti lasciano senza cultura e numerosi archeologi, capitanati da Marco Milanese, coadiuvato da Gianluigi Marras e da Maria Cherchi, con costumi del tempo, ti portano a visitare i villaggi abbandonati da quando s’incastellarono i doviziosi Doria (1348), parola di Luca Sanna e di Alessandro Soddu. Alla fine di ogni sagra, in processione, si procede per Santa Giusta, con tappa alla colorata Santa Maria Maddalena (1200) in attesa di Marco Milanese (a quando la vista delle mura sotterrate? e qualche ossicino medievale?). A Santa Giusta, protettrice un tempo dei carrulanti oggi degli autisti disattenti, da una sorgente sotterranea della chiesa seicentesca scorre in un abbeveratoio per gli umani dell’acqua salutare mista a birra, visto che a Claramonte c’è pure la sagra della birra in joint venture con la Baviera papale e con la Piscina Comunale a 460 metri sul livello del mare e panorama mistico-cimiteriale con vista rally Manuel Accorrà!
Ed eccoci, infine, a fare il calcolo da capogiro degli affari. Poiché ogni sagra, ad occhio e croce, rende dai 3 mila ai 5 mila euro, conti alla mano, le duecento sagre claramontane “così narrano le fole” producono un giretto d’affari che va dai seicentomila al milione e ducentomila euro all’anno, tolti i costi che vanno dai trecentomila ai seicentomila euro all’anno ,i volenterosi organizzatori delle sagre, tolte le spese vive, vanno a coprire le spese delle altre manifestazioni canore (cantores a chiterra), teatrali (in dialetto), poetiche (i migliori poeti estemporanei della piazza sarda) delle band musicali e culturali: ajò Anglona con visite ai monumenti (chiese, nuraghi, domus de Janas dove vive e vegeta solitario Mario Unali).
Il titolo di questo pezzo giornalistico mi è stato suggerito da Antonio Maria da Pinerolo, Ico della Madonnina e Giovannino da Santa MariaCoghinas, che hanno fatto un capogiro di conti, con le rispettive consorti, lungo il mare di San Pietro, giusto a mare, tra una giocata a carte e l’altra, di domenica, dopo aver abbondantemente mangiato e bevuto. Io ho prestato loro il mestiere dello scrivere, grazie a Bernardino. Se c’è da farli fuori, sono lì, che ridacchiano, lasciandosi dondolare dall’acqua. Io, solo per generosità ho raccolto questi dati e come me li hanno raccontati, li ho riportati. Non amo le sagre, ma le scorpacciate del paesaggio diurno e notturno anglonese che irrompe in casa e, quando scende la sera, ascolto il canto della tonca (assiolo), misto all’abbaiare dei cani e allo scampanellio delle pecore, mentre le costellazioni occhieggiano dal cielo concavo sul paese dei balocchi, Claramonte.
“This is a machine translation with google”
Dizziness claramontane festivals in the business of Anglona – Ange de Clermont
Dizziness in the business in Anglona claramontane festivals. For several years, what might be called the land of toys, the festivals are
follow the festivals: Festival de su campu dae trout and Rio de Othieri Occhetta, festival of the two tench pischinas Filighesos and the river of Murrone , festival of the same pischinas eels, festival of frog (one!) flooded the necropolis de sas domus de Janas Murrone Finally, the festival of the Carp River Coghinas at Casteldoria-Terme. Wi go by fish and fresh water Dive right in between the fish of the sea, we find always Claramonte, (30 km from Sassari, 30 from St. Peter’s in the sea, 30 from Lake Coghinas, 31 from Temple and from the top Archers of) the festival time, the festival of red mullet, the eyes of the Mullet Festival, the festival of Pisar, the fish festival sword, the festival of the sea urchin, the feast of crab, the festival of the sardine roast, the festival of the sea goat, and, last but not least, the festival of octopus. Passing by here we are at a festival the other highlight of the festivals: the Festival of the Sheep, the feast of the lamb, the feast of cheese and ricotta, aches and pains from Pentuma license plate, and educational farm! The festival pork and sausage, the festival of the piglet, the festival of goat, kid’s festival, the festival of the donkey (who died from Martis, Traitor) the feast of the calf (Erula disappeared, meat pre-alpine meadow), the feast of beef fat or Bagna Cauda, from twinning with Carrù (Cuneo), in fact we think carrucesi prepare. Moving on to the festivals of game you are in front claramontana. Festival of the porcupine, red fox festival, the festival of the cat black TS family o, the festival of the shepherd dog, the festival of the dog breed (Chinese cooks), from the nights of abigietare waning moon, the feast of partridge, the festival of the hawk (zilibriu) the festival of the turtle, fine claramontani and guests of luxury, the festival of the pigeons, hungry for the proletariat in Sassari Guarino & C. , The festival of thrushes and, secretly, the festival of ditties for the English local government officials at the restaurant, the woodcock and snipe the festival, the feast of quail, with purchases at the store mind-boggling Conad and, finally, the festival of boiled crow (do not talk about it there are so many Claramonte!). I forgot the feast of pizza and several at the trattoria-pizzeria Claramonte in the can. But the fantasy of claramontani does not stop here, after all, the month year are 365, fairs and festivals to be followed, then resuming the list we have the festival of the soup in a joint anglonese venture between Claramonte and Bonorva Zichi needing bread, the feast Gallura soup in a joint venture with calagnanesi, the festival of fish soup with the league Vitiello and Morlé Island Red, the festival of wild fennel topped with a thrush and a foot of lamb Sassari to the pumpkin festival in joint venture with Piozzo (Cuneo), come across the best pumpkins in the world, the cabbage soup (I am your cabbage!), the soup bombers in peas and beans with vegetables Limbon (and gas mask). It ‘time to list the wines that accompany these edible feasts: for freshwater fish and light rosé wines from Sella & Mosca Alghero for those of sea Vermentino di Gallura, in particular the cellar Temple, Monti and Berchidda carnacee for festivals, red wine and strong Cannonau Jerzu and wines such as cutting as they do in Sorso Nugulbi; for soups, chlorinated tap water, because Claramontani I can not ruin the meager earnings of these festivals to numrose cheap, sometimes 5 euros, 10 euros and only at times of the party patron who wants to make a donation (1 euro, 2 euros, the miserable Sassari and Rome, in the bill). In late-medieval town Claramonte do not leave without culture, and many archaeologists, led by Mark Milan assisted by Gianluigi Marras and Maria Cherchi, with costumes time, they lead you to visit the villages abandoned since Doria s’incastellarono the wealthy. At the end of every country fair, procession will proceed to St. Just, with a stop at the colorful Santa Mary Magdalene (1200). At St. Just, a patron of the time carrulanti inattentive drivers of today, from an underground spring seventeenth-century church of flows in a trough from which humans healthy drinking water mixed with beer, seeing that there Claramonte well as the festival of beer in a joint venture with Bavaria and the Pope Municipal Pool at 460 meters above sea level and mystical views cemetery. And here we are, finally, to make the calculation of head-spinning business.Because every festival, at a guess, makes from 3 000 to 5 000 euros, accounts hand, the two hundred festivals claramontane “so tell the tales” produce a ride that goes from business to six hundred thousand million two hundred thousand per year, minus the costs ranging from three hundred thousand to six hundred thousand per year, the organizers of the willing, given the voracious of the bands that will be donated the collection, which cost the eyes of the head, in the end, to fill the voracity of the vane must lose out of pocket with staggering deficits family, from which the title of this journalistic piece by Antonio Maria suggeritomi, Ico and John from Santa Maria, who made a dizzying accounts, with their wives, along the coast of St. Peter’s, right to the sea, between a played cards and the other, on Sunday, after thoroughly eating and drinking. I had nothing, but simply have the job of writing. If there is to get them out, they are there, giggling, leaving dangling in the water. I just out of generosity I have collected these data and as I told them, I have reported. I do not like festivals, but bellyfuls the landscape day and night that breaks into anglonese home and, when night falls, the singing of the weevil, mixed barking dogs and the tinkle of the sheep, while the constellations peep from the sky without moon and stars hollow smile to the country wonderland , I’m sleeping.
Ispanish
Commenti
Oh Angeli’ e it’ as comintzadu su giru de s’Anglona? Mauro Tedde t’at dadu s’avisu, como ti lu do deo; tue ti la ses chirchende!Saludos
Agosto 13th, 2011