Leggere studiare e scrivere la storia della Medicina di Marco Bortolotti
Invogliato prima, esortato poi ,dal professore al quale non dico mai no, mi sono messo a scrivere i quaranta più tredici anni – con l’esilio triestino – del mio soggiorno universitario in palazzo Poggi per farne un libretto.La memoria stuzzicata diventa fenomeno di appropriazione, non sempre legittimo.Ho accumulato fatti in quantità stragrande, strabocchevole, fatti che mi toccano solo di sguincio. Qualcuno ha detto che il modo sicuro per annoiare è quello di dire tutto. Debbo sfoltire, potare. Mi dispiace però di eliminare raccontini e fatterelli che qui sul Cubo troverebbero asilo e chissà, un lettore benevolo, curioso come me di cronachette universitarie studentesche.
Prendo la rincorsa da Siena. Nell’atrio dell’Accademia degli Intronati – ci si arriva dai Banchi di Sotto – ci stanno epigrafi forse traslocate dalle sedi originarie, delle antiche corporazioni d’arte e mestiere. Ho fotografato quella dei barbieri. Sotto la data del 1492, la più nota della cronologia universale, c’è l’ emblema della corporazione. A sinistra il rasoio, a destra le forbici, al centro la tenaglia per le estrazioni con un molare dalle tre radici. Allora e dopo, la piccola e media chirurgia, con quella grande si moriva – era nelle mani dei barbieri cerusici. Il tutto scolpito con inarrivabile eleganza toscana. La tenaglia ha al termine della branca un fermo angolare per assicurare la presa. Il tutto avveniva senza anestesia. Oggi il laboratorio dentistico è salotto conversevole. Spariti gli atroci dolori ed anche il paradisiaco sollievo all’annuncio della fine della tortura. Sono così anziano d’aver subito lo strazio di un trapano diluviano agito dal dentista medesimo con un pedale, come una macchina da cucire di una volta. E’ strumento che potete vedere all’ultimo piano della clinica che conserva una rara strumentazione odontoiatrica, ordinata a quei dì dalla professoressa Valentini. La storia della medicina, degli strumenti operatori, delle tecniche chirurgiche, è affascinante argomento purtroppo non abbastanza coltivato sebbene qui a Bologna siano conservati testimonianze eccezionali e imponenti serie documentarie, archivistiche e bibliografiche. Numerose altrettanto le fonti memorialistiche antiche e recenti, fra queste ultime quelle di Giuseppe Ruggi, Guido Guerrini, C.F. Zanelli, Francesco Delitala sul quale mi fermo, personaggio di enorme simpatia e sapere ortopedico. Morto centenario, l’ho conosciuto novantenne, vigile ed entusiasta. Andavo a trovarlo a casa sua in viale Carducci portandomi dietro vecchi strumenti ostetrici e chirurgici perchè mi spiegasse funzionamento ed impiego. Di nobile famiglia sarda, ancora studente, praticante la chirurgia, estraeva i denti ai compaesani con la “tenaglia inglese”, il dente abbrancato da un perno mobile e fatto saltare dalla gengiva con una torsione del polso. L’intervento eseguito all’aperto, con il paziente seduto e l’operatore acclamato se il dente veniva lanciato a gran distanza. Mi regalò il suo libro di ricordi “Il satiro e la vergine” , lasciato alla biblioteca dell’archivio, dove si impara tra le tante cose che il sapere ortopedico gli venne richiesto per ricongiungere le ossa fossili dei dinosauri nei grandi musei statunitensi. Sosteneva con abbondanti e fondate ragioni che i denti naturali sono una “fregatura”; meglio sostituirli con apparecchi mobili, asettici e sensati. Ho profittato dell’insegnamento e lo raccomando. Ortopedico umanista come il suo maestro Vittorio Putti, scriveva di numismatica e medaglie sugli Atti della Accademia delle Scienze. Aveva una bella collezione di oselle, monete coniate dal Doge entrando in carica e ne parlava con passione di studioso.
Giunto al punto c’ è da chiedersi: come mai letterati e romanzieri anche di poco peso trovano esegeti e critici mentre scienziati medici dai quali è discesa e dipende la nostra salute non suscitano uguale interesse? Con Delitala, su di un altare più alto, andrebbe messo Francesco Roncati con il suo “Trattato di Igiene” , capolavoro sconosciuto ed Augusto Murri del quale nessuno ancora ha pensato di raccogliere e pubblicare almeno una scelta delle sue lettere.
Commenti
Gentile prof. a noi le sue descrizioni sono graditissime per cui più ci scrive e più siamo contenti. Sono tematiche di alto gradimento da parte dei visitatori in Italia e all’estero. Per ora grazie di questo antipasto, attendiamo abbondante pranzo e cena. Tra l’altro i Delitala nobili sono originari di Chiaramonti, forse provenienti dalla Corsica come i Cossiga (Corsica) e i Cossu (Corsu) attestati
in Gallura e in Anglona, regioni storico-culturali del nord est Sardegna.
Angelino Tedde
Aprile 9th, 2011