Gli immigrati della Tunisia incombono sui lampedusani – di Angelino Tedde
Gli immigrati dalla Tunisia (163.000Kmq e 10 milioni d’abitanti) fanno parte di interi villaggi locali che tendono a svuotarsi per cercare lavoro e, quindi, denaro in Italia, forse da loro ritenuta falsamente la patria del benessere. Tra loro ci sono persone oneste e sicuramente anche pregiudicati. Non ci si può fidare sicuramente della loro carta d’identità, ammesso che ce l’abbiano, ma soprattutto non si può con tempestività far fronte ad un’immigrazione così impetuosa sia per ospitarli decorosamente sia per dar loro da mangiare sia per curarli. Provate ad immaginare che una domenica mattina, nell’alloggio di 110 mq che abitate in due o in tre, con due servizi, con 3 camere da letto e una sala da pranzo, improvvisamente arrivino 10, 15 persone tra parenti e affini e che abbiano necessità di sostarvi in tempo indefinito. Sarebbe come dare inizio all’inferno. Se si possiede un salone capiente e relativo tavolo, 10, 15 persone si possono ospitare per il giorno di Pasqua e di Natale, ma entro il tramonto del sole ognuno deve salutare e tornarsene a casa sua.
Immaginiamo se queste 10, 15 persone fossero tunisini, marocchini, egiziani, libici con abitudini totalmente diverse dalle vostre. Avrebbe inizio l’inferno e probabilmente si lascerebbe il campo libero spostandosi in locali diversi, ma tranquilli. Ebbene, questo in piccole dimensioni, passiamo alle grandi dimensioni.
Il Villaggio X del Marocco, di 5 mila abitanti, si svuota e si trasferisce con tutti i mezzi, in Sicilia (25.ooo kmq e 5 milioni d’abitanti), dopo qualche giorno il villaggio Y della Tunisia di 7000 abitanti si svuota e si trasferisce in Sardegna (24.000 Kmq e 1 mione e 700 mila abitanti). In Sardegna dal punto di vista della superficie lo spazio c’è, forse, distribuendoli per i centri rurali si troverebbero anche le case vuote, ma, fatto questo, chi darebbe loro lavoro? Forse le aziende agro-pastorali che vivono con forte carenza di contanti? E come potrebbero essere pagati e assicurati?
E’ evidente che un’immigrazione caotica, intensa, spesso di soli maschi, non è assolutamente ospitabile. Già oggi non si può andare in ufficio a piedi, in chiesa, al supermercato, a fare due passi che non si facciano avanti giovani immigrati che ti dicono che hanno fame, ma che non è vero, perché vogliono contanti. E se tu vivi col modesto stipendio monoreddito potrai dare un euro a uno, ma non a dieci o 15 ad altrettanti.
Soluzione: se vogliamo fare accoglienza decorosa, dobbiamo regolare i flussi dei migranti ed accoglierli dignitosamente all’occorrenza. Ogni nazione può farsi carico di un certo numero di immigrati, ma non può risolvere gli tzunami di migranti che ormai incombono sulle nostre coste. A questo punto non ci resta che organizzarci e man mano che arrivano riportarli a casa loro e far sì che di costoro si facciano carico i loro governi. Non voglio entrare in merito alla promiscuità che inducono, ai loro problemi religiosi (moschee),a quelli di forte e irrazionale fecondità, perché i problemi si complicherebbero a dismisura senza che all’orizzonte razionale appaia una soluzione. I Lampedusani, già accoglienti e generosi, a lungo andare o emigrano in terra ferma o impazziscono prigionieri di questo numero di immigrati pari alla loro consistenza numerica e che mangiano, espletano le loro necessità fisiologiche nei dintorni, e hanno bisogno di locali per pregare, per dormire, e per curarsi.