Evviva i 150 anni dell’Unità d’Italia! di Angelino Tedde
Festeggiamo con gioia, condividendo l’entusiasmo del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la fausta ricorrenza. Siamo orgogliosi di essere italiani e di aver dato nel nostro piccolo, un entusiastico contributo a “fare gl’italiani” nell’ambito della nostra carriera docente. Dai 24 anni fino ai 66, e da pensionati, ci siamo occupati di inculcare nei ragazzi e nei giovani l’amore per l’Italia, le virtù civiche e soprattutto d’incoraggiare i giovani di entrambi i sessi a saper dare, con entusiasmo e secondo le proprie possibilità, essi stessi il loro contributo alla crescita della nostra patria in concerto con le altre nazioni europee, non solo, ma con tutte le nazioni del mondo. Le nostre matrici culturali-religiose sono cattoliche, e cattolico significa universali, e universali significa essere solidali con tutta l’umanità. Nell’ambito dell’universo siamo in un pianeta così piccolo che non possiamo non tener conto di tutti gli altri uomini ai quali siamo fratelli: del resto l’affermarsi del villaggio globale lo dimostra ampiamente. La cattolicità, con i suoi santi e le sue sante, con i suoi padri della Chiesa, con i suoi poeti e prosatori fortemente credenti hanno dato un contributo ideale alla nostra unità d’Italiani. Basti citare San Francesco e Santa Caterina da Siena, nei loro aneliti italiani e universali, Sant’Ambrogio e tutti i santi papi, Dante e Manzoni e tutti quegli italiani che protagonisti delle guerre d’indipendenza hanno dato la vita per la patria, sapendo che essa non era offerta invano. La Provvidenza ha permesso che gli eventi maturassero come sono maturati e che oggi tutti gl’italiani si sentano abitatori della loro nazione tramandando alle nuove generazioni quei valori cristiani, patriottici, di espressione linguistica e politica che contraddistinguono una società umana e civile.
Per tutti questi motivi, sebbene non in buona salute, abbiamo accettato di parlare dell’Unità il 16 mattina a Sorso, a oltre cento scolari e studenti, e nel primo pomeriggio a Chiaramonti, ad una cinquantina di scolari, alla presenza della Sindaco, del Consiglio Comunale, del Dirigente scolastico e di un piccolo, ma sensibile numero di compaesani. Ne siamo usciti pieni di conforto a vedere come i docenti delle scuole materne, elementari e medie stiano plasmando nell’amore all’Italia gl’italiani del futuro. Occorre sottolineare anche come l’amore per l’Italia si coniughi adegutamente all’amore per la nostra Sardegna. Il miglior modo con cui significarlo lo espresse Francesco Cossiga, quando affacciandosi dal poggiolo del Palazzo Ducale di Sassari, si fece portare la bandiera italiana e quella sarda e le annodò come in un abbraccio d’amore. Le stesse due bandiere annodate volle fossero deposte sulla sua salma. Due amori che si compenetrano e si completano come i due polmoni che danno respiro alla vita di un uomo. Possa l’Italia e la Sardegna, come i due polmoni, dare respiro alla crescita della Nazione e della Sardegna. La nostra accademia sarda & academia sarda, costituiscono in fondo, i due polmoni di amor di patria nazionale e territoriale nelle loro felici espressioni linguistiche. Evviva l’italia! Evviva la Sardegna.