La stampa cattolica in Sardegna 1848-1910 di Emma Linda Tedde
Per avere una visione schematica della stampa cattolica sarda é bene suddividerla in tre periodi ben caratterizzati dagli avvenimenti che hanno accompagnato nelle sue diverse fasi il processo di unificazione nazionale.
Il primo periodo é segnato, da parte dei cattolici sardi, da un profondo sgomento per le leggi che limitarono i privilegi della chiesa e ne incamerarono i beni.
Cronologicamente potrebbe essere limitato dal 1848 al 1870. [1]
In realtà gli imprevisti della soluzione unitaria colsero i cattolici sardi del tutto impreparati ciononostante essi sferrarono una tenace polemica in difesa della Chiesa.
A questo proposito, insieme ai vari fogli liberali spiccano nel nostro campo “l’Isolano” a Sassari e “l’Ichnusa” a Cagliari.
“L’Isolano”[2] settimanale, fu promosso e diretto da Gavino Cugia Pilo, nel 1857, inizialmente con il sottotitolo: giornale economico letterario commerciale, successivamente dall’aprile del 1858 con il sottotitolo di foglio religioso economico letterario.
Questo periodico sassarese seguì un orientamento moderato divenendo in seguito espressione dello schieramento cattolico di Sassari.[3]
“L’Ichnusa”[4] bisettimanale si stampò a Cagliari per cinque anni dal 1856 al 1860, periodico. conservatore combattè il liberalismo e mise in guardia clero e laicato cattolico sui principi antireligiosi che andavano diffondendosi e sulla politica che il governo liberale del Cavour conduceva contro l’influenza e la presenza della Chiesa.[5]
Il secondo periodo della stampa cattolica sarda va pressappoco dal 1870 al 1895 e può essere definito il periodo della recriminazione.
I cattolici sardi avvertirono più che nel passato la necessità di una stampa propria che tutelasse gli interessi della Chiesa, combattesse contro la stampa anticlericale e ostacolasse la diffusione del cattolicesimo liberale già presente in alcune frange del clero e del laicato
Sorsero così alcuni giornali che contrastarono il monopolio dell’informazione tenuto fino ad allora dai liberali.[6]
Nel 1872 sorse a Cagliari per iniziativa del circolo S. Saturnino, (fondato assieme alla associazione per gli Interessi Cattolici nel 1871) la “Lealtà”[7]. Ne fu direttore il canonico Francesco Miglior, di cui si é già detto.
Inizialmente, per cinque mesi, quotidiano, successivamente trisettimanale, infine settimanale, cessò le sue pubblicazioni nel 1873.
Il giornale inizialmente condusse un’aspra polemica contro i liberali e la loro stampa; diede particolare risalto a tutte le manifestazioni pubbliche dei cattolici sardi, mantenendo fin dall’inizio un atteggiamento di assoluta intransigenza nei confronti dei liberali e dei massoni.
Nel 1873, fu fondato a Cagliari dallo studente universitario Giuseppe Orrù “L’Operaio Cattolico”:[8] un settimanale intransigente, stampato a cura di cattolici sensibili alle problematiche sociali: si interessò ai problemi del lavoro e degli operai, dell’istruzione e delle imposizioni fiscali.
Esaminò anche la condizione del cattolicesimo e della Chiesa in Sardegna.
Cessò le pubblicazioni alla fine di quello stesso anno.
Successivamente sorse, sempre a Cagliari, il terzo giornale cattolico “L’Unione Cattolica” che divenne ( per un accordo tra il Circolo S. Saturnino e il proprietario del nuovo giornale, Sig. Orrù ) l’organo che pubblicò gli atti ufficiali del circolo cattolico giovanile[9].
Uscì il 6 gennaio 1874 e come i giornali che lo precedettero non sopportò una crisi economica e nell’ottobre del 1875 concluse le sue pubblicazioni.
Questo secondo periodo vide la stampa cattolica sarda sostenere molte difficoltà. Oltre alla carenza di una organizzazione solida e allo scarso impegno dei cattolici, mancava un nucleo stabile di giornalisti cattolici e per ciò le iniziative venivano da volenterosi sacerdoti, studenti, avvocati che portavano avanti molto spesso da soli, la loro battaglia.
E’ proprio per questo che le varie pubblicazioni ebbero una durata limitata, legate alla disponibilità di un ristretto numero di persone e quasi sempre condizionate dalla modestia delle risorse finanziarie.[10]
Dal 1876 al 1880, fu pubblicato il settimanale “La Voce Della Sardegna”.[11] Uscì a Cagliari come giornale religioso, politico letterario. Fu diretto dal sacerdote Luca Canepa[12] (futuro vescovo di Nuoro 1903), ritenuto il più temibile avversario dei giornalisti progressisti.
“La Voce della Sardegna” seguì attentamente le direttive papali, polemizzò aspramente contro le disposizioni governative criticandone la politica nei confronti dell’Isola e mostrò di conoscere i problemi sardi e le eventuali soluzioni da dare.
Inoltre, così come si presentò all’atto della sua fondazione, s’interessò anche dell’aspetto letterario celebrando alcune figure di grandi sardi tra i quali Luigi Amat di San Filippo, Giovanni Spano, mons. Bonfiglio Mura e altri.
Il giornale cessò le sue pubblicazioni il 19 dicembre 1880;
Sorse sempre a Cagliari nell’ottobre del 1882 “Il Risveglio” settimanale cattolico[13]. Direttore del giornale fu Francesco Dore.
Nel marzo del 1883 la redazione passò ad altri esponenti del clero e del laicato.
Fu sospeso alla fine del 1889 e riprese le sue pubblicazioni nel gennaio del 1891.
Questo foglio, seguì la ripresa dell’attivismo che il Circolo S. Saturnino conobbe agli inizi del 1880.
Ebbe un ruolo senz’altro positivo nell’ambito del movimento cattolico sardo soprattutto per la continua propaganda svolta per diffusione del movimento associativo.
Nel 1896 cessarono le pubblicazioni.
Il terzo periodo della stampa cattolica sarda va dal 1896 al 1910 e può considerarsi il periodo dell’accettazione del fatto compiuto per quanto riguarda l’Unità d’Italia: non si discute più delle rivendicazioni temporali del papato, ma si affrontano i problemi di carattere economico e sociale e si punta a combattere la massoneria e il nascente socialismo.Vi fu alla fine degli anni ’90 una ripresa vigorosa dell’impegno[14], (iniziarono a diffondersi le idee democratico cristiane) con la creazione di società operaie i tentativi di risolvere la questione delle campagne e di controbattere la propaganda ideologico politica dei gruppi democratici.
In questo periodo domina a Cagliari “La Sardegna Cattolica”[15], annunciatosi come giornale politico religioso, apparve il 5 aprile del 1896, prese poi il sottotitolo di organo ufficiale della Curia.
In un secondo momento essendo stato ridotto il suo formato, a causa di difficoltà finanziarie, gli avversari lo denominarono “La Sardegnetta”.
Quotidiano dal 1896 al 1904, divenne settimanale nel 1905 – 1906.
Direttore del quotidiano fu l’avv. Enrico Sanjust.
Figura di primo piano nell’azione cattolica cagliaritana. Il Sanjust era stato presidente del Circolo S. Saturnino, presidente della Società per gli Interessi Cattolici di Cagliari, fu membro dei comitati dell’Opera dei Congressi, partecipando a vari congressi come quello di Genova del 1892 a quello di Trento nel 1896, a quello mariano di Torino del 1898, aquello di Modena del 1910.[16]
“La Sardegna Cattolica” percorse la stessa strada della stampa intransigente che finì poi per auspicare una maggiore intesa fra i gruppi moderati liberali e i cattolici in funzione antiradicale e antisocialista.
La posizione del giornale cattolico si delineò meglio allorché stigmatizzò i provvedimenti repressivi, polemizzando sull’orientamento anticlericale del ministero giolittiano.
Fu inoltre giudice severissimo di Romolo Murri,. dimostrandosi sempre vigile e critico verso tutto ciò che sapesse di modernismo, assumendo posizioni di aperta condanna di ogni messa in discussione delle disposizioni pontificie.
Nel 1904-1905 fu fondato a Cagliari (prima del Corriere dell’Isola) il settimanale democratico cristiano “Il Lavoratore” diretto dal sacerdote mons. Virgilio Angioni.[17]
Il foglio cattolico manifestò un’accentuata sensibilità, soprattutto per i problemi riguardanti gli operai, ripromettendosi di promuovere una nuova coscienza nel paese, di riunire le forze in un nucleo che lavorasse sul programma democratico-cristiano.[18]
Cessò le sue pubblicazioni nel febbraio del 1905.
“Il Corriere dell’Isola” apparso dal 1907 fino al 1913, seguì un orientamento comune alla “Sardegna Cattolica”.[19]
Partecipò attivamente alla lotta condotta dai cattolici in difesa dell’istruzione religiosa e seguì tutte le iniziative prese dalle varie associazioni.
Riprese nel 1905 a Cagliari la pubblicazione del “Gazzettino Sardo”[20], che era “bollettino ufficiale dei pellegrinaggi sardi”, che nato nell’aprile del 1902 aveva cessato le sue pubblicazioni nel 1904. Diretto da monsignor Costamagna. fu un altro robusto difensore della Chiesa.
Nel gennaio del 1907 sorse sempre a Sassari “La Voce di Sardegna”,[21] settimanale diretto dal teologo Damiano Filia, personalità di rilievo in seno ai cattolici di Sassari e della Sardegna[22]. Nato proprio nell’anno in cui nella camera dei deputati s’era costituito il fascio anticlericale.
Si occupò delle problematiche del periodo, della scuola, argomento che spesse volte divideva gli animi dei cattolici.
Successivamente sorse nel 1910 “La Libertà”[23], settimanale cattolico sassarese, sorse come giornale del popolo.
Ebbe come suoi redattori personalità eccellenti tra le quali Padre Manzella, Damiano Filia, Giovanni Zirolia, Sebastiano Pola, Remo Branca, Antonio Segni e altri.
Fu il primo periodico cattolico uscito in Sardegna sulla linea politica e sociale del partito popolare di Don Sturzo.
Operò nel campo organizzativo operaio, fu polemico sull’opera di assistenza sociale dei religiosi sardi e divenne il punto di riferimento dei cattolici sassaresi.
Nel 1913 seguì il settimanale “La Voce del Popolo” di Cagliari.[24]
Concludendo possiamo dire che con la fine del secolo e l’età giolittiana, la stampa cattolica sarda riuscì ad avere una propria qualificata presenza e ad esprimere figure di giornalisti di rilievo.[25],
[1] P.MARICA Stampa e politica …cit., pp.170-186.
[2] cfr. R. CECARO, G. FENU, F. FRANCIONI, I giornali Sardi dell’ottocento, Stef, Cagliari 1991, pp.151-152.
[3] F. ATZENI, La prima stampa cattolica a Cagliari (1856-1875). in “Studi sardi”, vol 23, pt 2,1973/1974, pp.223 -262.
[4] Ivi, p. 224
[5] Ivi, p. 226
[6] P. MARICA, Stampa e politica…cit. p. 175
[7] F. ATZENI, Il movimento cattolico a Cagliari…,cit. p. 24, 36
[8] IVI, p. 29
[9] IVI, p. 37
[10] F. ATZENI, La prima stampa…,cit. p.262
[11] P. MARICA, Stampa e politica…cit p. 95 ; F.ATZENI, Il movimento cattolico a Cagliari, cit. p 24
[12] P. MARICA ,Stampa…., cit. p.95.
[13] F. ATZENI, Il movimento cattolico in Sardegna…cit. p. 54.
[14] P. BELLU, I cattolici nel primo novecento in Sardegna, in AA.VV., I cattolici in Sardegna…cit.p.16.
[15] F; ATZENI, Il movimento cattolico a Cagliari….,cit. p. 82 P. Marica, La stampa…,cit. pp. 171-179.
[16] F. ATZENI, Il movimento cattolico …cit. pp. 33-35; P. MARICA, Stampa e …, cit.p. 176 ; L. DELPIANO, Cattolici democratici e società civile in Sardegna.
[17] P. BELLU, I cattolici…cit. p. 17.
[18] Ivi, pp.18-19.
[19] F. ATZENI, Il movimento …cit. p. 151.
[20] P. MARICA, La Stampa…, cit. p.182.
[21] Ivi, p. 183 ; F. ATZENI, Il movimento cattolico…,cit. p.149.
[22] P. MARICA, Stampa e politica…cit. pag. 183. F. ATZENI, Il movimento…, cit. pag. 149.
[23] P. MARICA, La stampa…cit. p.184 ; FR. ATZENI, La stampa cattolica e popolare…cit. p. 49 ; A. TEDDE, La carità ,(1923-1934) di G.B. Manzella in AA.VV., I cattolici.in Sardegna..cit.p. 54.
[24] F. ATZENI, Il movimento cattolico a Cagliari…, cit.p.207
[25] F. ATZENI, La Stampa cattolica…, cit. p. 1-3.