Evviva l’Itaglia e gl’imboscati!
Premessa: la Pivetti, Casini, Betinotti ed ora Fini. La poltrona della terza autorità dello Stato italiano è stregata. Chi ne prende il posto diventa schizofrenico. Per un verso questi uomini camminano con un palo in corpo, per l’altro verso vogliono servirsi della poltrona per salire in alto nel partito. Di questo Fini a Bologna mi hanno detto che fascistello era prima e fascistello è rimasto, intendendo con ciò l’aspirazione ad essere conduttorre della Nazione, per intenderci, duce. Questa qualifica può andar bene per un imprenditore all’altezza di Berlusconi, ma per un partitello che ondeggiò tra la camicia nera e la fiamma, in una repubblica che voleva dirsi democratica non va bene.
L’uomo (Fini), fresco di calde nozze, non è più lui per certi versi, per altri versi si comporta come un maestro elementare ignaro del greco. I 19 esami di Pedagogia non è che l’abbiano cambiato molto. Il poco latino, ma soprattutto il greco manca maledettamente alla sua formazione politica.
Che cosa voglia non si sa: fatto sta che non gli basta essere presidente della Camera, vuole qualcosa di più. Forse vuole un alleanza ficariana (fino-casini-rutelliana) da colonnello o forse si presta agli odiosi nemici del Cavaliere che hanno cercato di coglierlo in fallo nelle mura domestiche, utilizzando la -ahilui- bolognese consorte; poi ne hanno registrato i sospiri alla Petrect dentro il letto con una escort supercollaudata, ma un pò stantia; in seguito, con una banale intercettazione, lo hanno beccato facendo quello che 6o milioni d’italiano fanno: raccomandazioni, alla Rai. adesso, la più micidiale, con la rivolta di questa faccia di cartone di formazione fascista, convertitosi celermente a idee a lui sempre estranee. Certo con un’alleanza centrista-piddina-leghista il Berlusconi sarebbe K. O. e i colonnelli cinquanta-sessantenni avrebbero in mano l’Italia. Per fare che? Per prendere famelici in mano il potere e rivisitare i momenti più bui della vecchia balena bianca. I magistrati rubri, veri protagonisti della vita politica italiana, questi guaglioncelli, se li papperebbero ad uno ad uno e così farebbero le grosse lobby finanziarie. Questi giovincelli, belli in casa e tristi in piazza, vogliono essere belli in casa e belli in piazza. Mi sembra un pò troppo per noi over 70. Non c’è forma di governo che possa sopravvivere nella discordia di tutti contro tutti. Vendola si sventola dal PD, Bersani cazzeggia con Senzacongiuntivi, ex-magistrato buddolechiavi; Berlusconi, in armonia da anni con Bossi, fa ingelosire il fascistello e nonostante le continue vincite elettorali si trova nel letto di Procuste per colpa di questo pirla maledetto.
Non bastano i magistrati ordinari e senza congiuntivi, non bastano rintronati democristiani alla Mancino, non bastano i barbagianni della Corte (gli stoccafissi), ora ci voleva quell’antipatico “frusciaguru” del pedagogista mancato per fargli saltare il tavolo. Riuscirà il Cavaliere a superare anche quest’ostacolo? Chi si nasconde dietro quella faccia di cartone? Nelle infinite ciarle della Roma imbabilonita si riuscirà finalmente a far cadere un governo che non può cadere? Tutto è possibile in quest’Italia di matti da legare.
E l’Italia, a 150 anni dall’Unità, guarda attonita, dissociata, bulimica, ubriacona, senza fede nella terra e nel cielo, barcollando va chiedendosi se per la fretta non abbia fatto i figli ciechi. Fratelli d’Itaglia/l’Itaglia s’è desta/già l’elmo di Scipio/le cade da testa/e senza vittoria/procede assai mesta/.