Categoria : cristianesimo

“La Chiesa è nostra Madre” di Maria Cristina Manca, scrittrice.

La Chiesa è madre, tenerissima madre. Di questo ho certezza ed esperienza. Non però esperienza esente da dolore, delusione, frustrazione. Eppure proprio tale sofferenza mi permette, tra le altre cose, di capire con immediatezza coloro i quali, pur battezzati e quindi figli, scappano dalla Chiesa percependola come una gelida matrigna e non come una madre.
Com’è possibile simile percezione?
È possibile perché «la Chiesa è santa in se stessa, ma inferma negli uomini che le appartengono», scrive Papa Paolo VI santo.
Così può succedere che alcuni cattolici, paradossalmente spesso i più convinti di essere i migliori, con i loro atteggiamenti lontani dalla somiglianza con Gesù, nascondano l’essenza amorosa della Chiesa e ne sfigurino il volto materno.
Non parlo qui di nefandezze da codice penale o di brutalità psichiche, cose terribili nella Chiesa ed altrove ovunque nel mondo.
No, non di questo, parlo qui.
Bensì mi riferisco qui ai peccati di superbia, di indifferenza, di ignavia e di tiepidezza che è facile assalgano noi frequentatori abituali delle mura ecclesiali.
A volte, nelle chiese, ci si imbatte in certi “fedeli” arroganti, supponenti, aspri, cafoni, astiosi, rancorosi, vendicativi, duri, impermeabili alla Grazia e all’amore fraterno, i quali si sentono in dovere di tormentare o annientare gli altri con la sottile violenza della propria presunzione.
Ma forse è il peccato di tiepidezza (nella fede, nella speranza e nella carità), il peccato che maggiormente contraddistingue noi cattolici praticanti; e se sembra una cosa da poco, basta ascoltare le parole di Gesù in proposito, per capire che non lo è: «Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca». (Ap 3,15).
Insomma, un tale disgusto presuppone una cosa piuttosto disgustosa.
Infatti un cristianesimo tiepido, praticato per salvaguardia del proprio status esistenziale perfettino, che cosa produce?
Persone impietose.
Sì, si diventa impietosi, quando si è perfettini.
È uno stato che allontana pian piano il nostro cuore dal Cuore mite, umile e misericordioso di Cristo.
Infatti seguire realmente Gesù, il Suo Vangelo, la Sua Chiesa, è uno sradicamento dal “perfettinismo”.È un cammino d’amore.
Ed ogni autentico cammino d’amore sradica da sé, poiché corre incontro all’amato.
È una sequela da innamorati, il cristianesimo.
Non innamorati del proprio ego perfettino, ma innamorati di Cristo affascinato da noi. Come nel biblico Cantico dei Cantici.
È una continua scoperta e ricerca d’amore, il cristianesimo.
È una esperienza di pienezza; certo pure di pienezza di sofferenza, come ogni nascita, ogni crescita, ogni passione, ogni conversione verso la libertà.
E, infine, è una missione d’amore. Ma «la missione richiede missionari innamorati, che si lascino ancora conquistare da Cristo e che non possano fare a meno di trasmettere questo amore che ha cambiato la loro vita. Perciò li addolora perdere tempo a discutere di questioni secondarie o a imporre verità e regole, perché la loro preoccupazione principale è comunicare quello che vivono e, soprattutto, che gli altri possano percepire la bontà e la bellezza dell’Amato attraverso i loro poveri sforzi. Non è ciò che accade a qualsiasi innamorato? …Non c’è proselitismo in questa dinamica d’amore: le parole dell’innamorato non disturbano, non impongono, non forzano, solamente portano gli altri a chiedersi come sia possibile un tale amore. Con il massimo rispetto per la libertà e la dignità dell’altro, l’innamorato semplicemente spera che gli sia permesso di raccontare questa amicizia che riempie la sua vita». (Dilexit nos, n. 209-210).

Non quindi un annuncio scagliato come pietre giudicanti dalla presunzione di chi si sente buono sulla vita complicata di chi appare cattivo; non un sentenziare parole estranee all’umano e al Cuore di Gesù, ma un annuncio di salvezza, di libertà, che ridesta desiderio e possibilità di vita, di gioia nonostante il dolore, di allegrezza nonostante il pianto.
Potessimo, ogni giorno, ascoltare la voce dello Spirito Santo mentre ci scuote amorosamente dicendoci: «Svegliati, o tu che dormi, ridestati dai morti, e Cristo ti illuminerà». (Ef 5,14).
Potessimo, ogni attimo, correre a tirare il manto materno di Maria Santissima, Madre di Gesù e Madre nostra, rifugiarci nel Suo Cuore Immacolato e sussurrarle trafelati ma fiduciosi: «Siam peccatori, ma figli tuoi! Mamma, prega per noi! Aiutaci!».

Un affettuoso fraterno saluto a tutti.

Maria Cristina Manca.

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