“Suor Teresa Tambelli F.d.C. (Revere 1884-Cagliari 1964) va verso la Beatificazione” di Mario Girau
Nel 400 ° anniversario del Carisma vincenziano suor Teresa Tambelli Figlia della Carità è proposta dalla Chiesa che è in Cagliari come fulgido esempio di vita cristiana eroicamente vissuta nella costante pratica del Comandamento dell’Amore. Il 6 novembre 2016 nella Cattedrale di Cagliari, l’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio, presidente del Tribunale diocesano per la Causa di canonizzazione, durante una solenne cerimonia ha dato avvio all’iter volto ad appurare la veridicità della vita, la virtù e la sua fama di santità.
La sua vicenda umana sta lì a ricordare a tutti noi che santi non si nasce ma si diventa; il lavoro sul suo carattere è rintracciabile nella lotta eroica contro il suo “io” e nella infaticabile Carità verso tutti. Suor Teresa, al secolo Maria Olga, nasce a Revere, provincia di Mantova, il 17 gennaio 1884 da Rosa Laina e da Giulio Tambelli. Rimane orfana di entrambi i genitori a 13 anni, compie i suoi studi a Parma e consegue il diploma magistrale con una media di quasi 9/10. A 18 anni entra tra le Figlie della Carità di Torino e qui le viene dato il nome nuovo di suor Teresa. Nel 1907, a 22 anni, arriva a Cagliari, all’Asilo della Marina. S’inserisce molto bene e attivamente nella nuova realtà comunitaria e, dopo la scuola, spazia tra le famiglie povere della Marina e del vicino Quartiere di Stampace. Nel 1914 incontra per la prima volta suor Nicoli, nominata Superiora della Casa, tra loro c’è molta affinità spirituale: donne di profonda vita interiore, in esse non c’è separazione tra amore di Dio e amore del prossimo. Alle giovani che manifestano il desiderio di entrare in Comunità, suor Nicoli risponde così: Sarei contenta che si facesse suora, ma una buona suora… come suor Teresa, per esempio. Nei dieci anni trascorsi insieme suor Tambelli può ammirare la santità di vita della sua superiora e immediatamente dopo la morte ne raccoglie gli scritti; subentrata come superiora della Casa, ne venera la memoria, ne propaga la devozione, prosegue e amplia le opere da lei avviate. Adegua le scuole alle nuove norme, mantiene vivo e dinamico l’Asilo e i laboratori.
La vita di suor Tambelli non è facile e tuttavia mai arretra dinanzi alle pretese arbitrarie del presidente dell’Amministrazione, lo stesso che aveva angariato Suor Nicoli. Tutto ciò le costa l’allontanamento forzato da Cagliari per nove mesi tra Olbia, Torino e Milano. Il 27 settembre del 1933, festa di san Vincenzo, come per miracolo le è permesso di far rientro a Cagliari. Nel 1941 spinta dalla richiesta delle famiglie apre la Scuola Media e l’Istituto Magistrale. Tra il 1940-1943 Cagliari è bombardata, suor Tambelli spalanca le porte dell’Asilo agli sfollati e quando anche le Suore sono costrette a sfollare ad Uras, nell’entroterra Oristanese, allestisce nel paesino una cucina popolare per i poveri, avvia la Scuola Media e le scuole elementari. Una delle sue più belle specialità è il pranzo dei poveri che ogni Natale raggiunge più di 1500 coperti e per questo è criticata (come attesta lei stessa) da alcune persone, che pure esercitavano quotidianamente la Carità perché dicevano “in quel pranzo si spende molto”. È vero, fu la sua risposta, in questo pranzo si spende molto ma finché vivrò, lo farò, ad ogni costo, qualunque cosa capiti. L’avarizia, il risparmio a danno della carità non è il forte di suor Teresa, crede profondamente nella Provvidenza. Di lei è stato detto che nessuno saprà mai in quale maniera riuscisse ad aiutare tutti. Muore il 23 febbraio 1964 subito dopo la Santa Messa. La sua preghiera: Gesù, Giuseppe, Maria che l’ultimo mio cibo sia la santa Eucarestia è stata esaudita. Suor Tambelli è una perla autentica della Carità di Cristo vivente nella Sua Chiesa.
Altro importante passo della causa di beatificazione di suor Teresa Tambelli, la suora Figlia della Carità, superiora dell’Asilo della Marina a Cagliari, soprattutto dopo la morte accompagnata dalla fama di santità. Nei giorni scorsi il congresso dei teologi del Dicastero per le Cause dei santi ha riconosciuto nella vita della religiosa la disposizione costante a compiere il bene con continuità e senza esitazioni, cioè la pratica delle virtù cardinali e teologali vissuta a un livello elevato, superiore alla media. «Senza questo riconoscimento ufficiale – dice il postulatore generale, padre Giuseppe Guerra – la causa di suor Tambelli si sarebbe fermata definitivamente. Invece andrà avanti e nei prossimi mesi passerà al vaglio dei cardinali e vescovi del Dicastero presieduto dal cardinale Marcello Semeraro. Se anche questo sarà positivo, il “processo-Tambelli” finirà sul «tavolo» del papa che con un decreto dichiarerà l’eroicità delle virtù della suora de i “piccioccus de crobi” e delle “damine di carità”. Marina. Soltanto allora suor Teresa potrà essere chiamata “venerabile”. Quando questa prima, fondamentale fase, sarà completata è difficile stabilire con esattezza. Mi auguro al più presto. In questa materia i tempi si misurano in mesi, a volte anni, per la scrupolosa attenzione con cui la Chiesa lavora prima di proclamare beati e santi». Per beatificare un venerabile è necessario che alla sua intercessione sia attribuito almeno un miracolo, da documentare con fatti inoppugnabili. Suor Teresa Tambelli dei suoi 57 anni cagliaritani, dieci (1914-1924) li ha vissuti alla scuola di suor Giuseppina Nivoli, beatificata il 3 febbraio 2008, ereditandone – come scrisse il settimanale diocesano Orientamenti – non solamente gli incarichi e le opere, ma anche «Il metodo, la finezza di tratto, la purezza della vita, la pietà e l’infaticabile generosità». Il «processo» romano della causa di beatificazione fa seguito a una non breve fase diocesana iniziata il 14 dicembre 2015, quando il postulatore generale presentò il «supplex libellus» all’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, per l’apertura dell’inchiesta locale sulla vita e le opere di suor Tambelli. Ottenuto il parere positivo della Conferenza episcopale sarda (6 febbraio 2016) e il «Nihil Obstat» della Santa Sede (23 giugno 2016), il 6 novembre dello stesso anno l’arcivescovo aprì la prima sessione del processo. In tre anni l’apposito tribunale diocesano, presieduto da don Luca Venturelli, ha escusso 55 testimoni e la commissione storica ha preso in esame un migliaio di documenti (biografici e anagrafici, amministrativi, didattici, ecclesiastici e caritativi), di cui 164 inseriti nella «Positio» (479 pagine complessivamente), conservati in 9 archivi sardi, nazionali e internazionali (Archivio della casa madre delle Figlie della Carità, Parigi). Durante il processo informativo cagliaritano – chiuso il 17 novembre 2019 – sono stati consultati 57 tra libri e saggi storici e socio-religiosi riguardanti la vita e l’attività di suor Tambelli e il periodo storico in cui ha vissuto. Nella rassegna stampa messa a punto durante la fase diocesana figurano 81 articoli pubblicati da giornali e periodici sardi e nazionali. «Storici e teologi che in momenti diversi hanno passato ai raggi X la vita e le virtù di suor Teresa Tambelli si sono mossi – spiega padre Giuseppe Guerra sulle orme del magistero di Papa Francesco – spinti dalla “fama sanctitatis”, cioè dell’opinione comune diffusa tra i fedeli di Cagliari di una suor Tambelli percepita come testimone di Cristo e delle beatitudini evangeliche. Come sempre in questi casi, il vero motore di tutto è la preghier
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