31 Ottobre 2022
Categoria : eventi culturali
“Giuseppe Sartorio [Valsesia 1854-Mar Tirreno,1822]”, a cent’anni dalla morte tragica, tombe monumentali nel cimitero di Chiaramonti di Angelino Tedde
Simone Unali e Francesco Dettori, oggi universitari, [il primo al IV anno di ingegneria navale presso l’Accademia navale di Livorno, il secondo con la laurea breve d’informatica conseguita a Sassari ora frequenta il primo anno magistrale d’informatica presso il Politecnico di Milano] ma a loro volta studenti del Liceo Scientifico Giovanni Spano di Sassari, portarono a termine un saggio sulle Chiese e i Cimiteri di Chiaramonti. Il saggio ha per titolo Chiaramonti. Le chiese e i cimiteri, Nuova Stampa Color, Muros, 2017.
Visitando le chiese e i cimiteri del loro paese i due autori misero in luce le tombe monumentali del cimitero di Chiaramonti, progettate ed eseguite da vari scultori: Giuseppe Sartorio, Antonio Usai, Arturo Dazzi e altri.
In questo breve articolo, tuttavia, noi vorremmo presentare le tombe progettato e realizzate dal cosiddetto “Michelangelo di Morti” Giuseppe Sartorio e accennare agli altri lavori dal momento che cade quest’anno il centenario della sua morte misteriosa quanto si voglia, ma comunque sia stata sempre morte fu. Il famoso pittore, infatti, scomparve, nel traghetto che lo portava da Olbia a Civitavecchia e la sua morte presunta fu dichiarata vent’anni dopo la sua scomparsa misteriosa. Si suppone che sia caduto inavvertitamente in mare o che lo abbiano rapinato e poi gettato in mare oppure che si sia suicidato gettandosi in mare per lo stress che lo prese data la sua frenetica attività tra la sua bottega romana, quella di Cagliari, quella di Sassari e di Torino.
L’artista ha eseguito molte opere in varie città e paesi dell’Isola sia nelle piazze sia nelle chiesa, ma soprattutto nei cimiteri. A Sassari ha eseguito il nonumento a Vittorio Emanuele II in Piazza d’Italia e sicuramente altre opere pubbliche a noi sconosciute, ma anche tanti monumenti A Chiaramonti, invece, oltre all’altare maggiore della chiesa parrocchiale con la nicchia di San Matteo e l’angelo del portale ha realizzato anche l’ornamento alla nicchia di Santa Giusta. La maggior parte del lavoro lo ha fatto tuttavia presso il cimitero. Appena si entra basta svoltare a destra ed ecco la tomba monumentale di Nicolosa Franchini-Tedde già sposata con Nicolò Madau e morta prematuramente dopo aver dato alla luce Antonio Luigi, Nicolino e Bachisio che sono raffigurati come tre bei putti: Antonio Luigi offre i fiori alla madre, Nicolino è seduto pensoso e Bachisio guarda verso la madre. Non si è trovata la firma di Sartorio, ma lo stile è il suo e la conferma la si è avuta interpellando la figlia di Antonio Luigi, Giovanna che ha appunto affermato che il monumento è stato eseguito da Giuseppe Sartorio.
Proseguendo lungo il muro interno del cimitero, dopo la lapide e il ritratto del viceparroco Giovanni Maria Quadu, ecco un’altra tomba monumentale in cui giace il giovane ventenne Carlo Antonio Franchini-Solinas proseguendo verso il basso al centro dl muro troviamo la tomba dei Ferralis Madau con i due busti di Obino Ferralis e Madau firmati da Sartorio e il busto della loro figliola firmato dal suo allievo Antonio Usai.
La famiglia Madau tra metà Ottocento e primi novecento fu una delle famiglie di possidenti più illustri del paese ed è normale che si siano serviti dello scultore più prestigioso in quell’epoca in Sardegna per le oro tombe del resto legate alle morti premature dei loro congiunti. Lo stesso si può dire della famiglia Franchini-Solinas che ha c commissionato il monumento per il figlio prematuramente scomparso.
Dedica a Carlo Antonio Franchini-Solinas [Seconda tomba]