“Mons. Vittorio Palestro: rassegna di giurisprudenza rotale nelle cause iurium e penali (1909-1993)”recensione a cura Nikolaus Schoc
Scheda Vittorio Mons. Palestro, nato a Luras il 14 aprile 1929. Ordinato sacerdote a Sassari il 15 luglio 1951, Laureato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Cuglieri nel 1952. Laureato in Diritto Canonico presso la Pontificia Facoltà Lateranense a Roma nel 1955. Pref. d’Onore di Sua Santità nel 1971.” Uditore emerito del Tribunale della Sacra Rota.
in Organizzazione della Chiesa in Sardegna 1995 Edizioni della Torre, Cagliari 1996 p. 453,
SCHOCH Nikolaus , Recensione: VITTORIO PALESTRO, Rassegna di giurisprudenza rotale nelle cause iurium e penali (1909-1993) , in Antonianum, 71/4 (1996) p. 740-742 . |
Mons. Vittorio Palestro, uditore emerito del Tribunale della Rota Romana, presenta un settore trascurato dell’attività del famoso Tribunale della Sede Apostolica che si dedica innanzitutto alle cause di nullità di matrimonio, una attività diventata negli ultimi anni quasi esclusiva mentre lo stesso Tribunale nella sua storia giudicava in seconda e terza istanza per lunghi periodi soprattutto cause civili, penali e persino commerciali. Quel periodo si chiuse con la cessazione dell’attività del Tribunale dovuta alla soppressione dello Stato Pontificio nel 1870. Oggi invece il settore civilistico e quello penalistico occupa un posto di importanza alquanto limitata nell’attività della Rota Romana, un fatto che deriva dalla situazione giudiziaria della Chiesa stessa.
Il volume di Mons. Palestro si limita al periodo dopo la restaurazione del Tribunale avvenuta sotto il Pontificato di Pio X con la riforma della Curia Romana regolata dalla Costituzione apostolica «Sapienti Consilio» del 1908. La rassegna contiene tutte le sentenze delle «causae iurium» e penali pubblicate nelle «Decisiones seu Sententiae selectae» dal 1909, anno della restaurazione della Rota Romana a partire dal quale assunse sostanzialmente la fisionomia giurisdizionale nell’ordinamento canonico, fino al 1993 incluso. Tuttavia la rassegna delle sentenze pubblicate arriva praticamente solo al 1991 perché negli anni 1992 e 1993 non furono emanate delle sentenze in materia. L’autore ha scelto il metodo già usato sia nelle antiche collezioni sia in quella ufficiale recente, cioè il metodo storico per cui si riferiscono le decisioni in ordine cronologico «rilevando di ogni sentenza quel particolare punto di diritto che è stato applicato nella soluzione del caso proposto e che può essere utilizzato come riferimento per casi similari» (19). La rassegna riporta soltanto sentenze pubblicate. Dal 1909 fino al 1947 furono pubblicate tutte le sentenze emanate, mentre dal 1948 in poi solo una selezione. La mancanza di sentenze non pubblicate nella rassegna non toglie valore alla rassegna perché molte delle cause non pubblicate sono state rinunziate, terminate con la transazione o appellate in Rota solo per questioni incidentali (20) e possono essere consultate con permesso speciale presso la Cancelleria della Rota (21). Nell’introduzione, che occupa 18 pagine, Mons. Palestro spiega ampiamente la funzione della Rota Romana nella storia e nel nuovo ordinamento della Curia Romana secondo la Costituzione apostolica «Pastor bonus» del 28 giugno 1988. La Rota Romana ha il compito di essere «guida rispetto alle diverse giurisprudenze locali che risentono talvolta di situazioni contingenti e sono portate ad immedesimarsi in esse trovando soluzioni che non sono sempre in sintonia con i principi aspiratori dell’ordinamento canonico» (8). La sua giurisprudenza offre una fonte di diritto per la soluzione di complesse fattispecie. Il prestigio della Rota Romana deriva anche dalla lunghissima esperienza e dalla storia di decisioni ed argomentazioni che contribuirono allo sviluppo del diritto sia canonico sia civile (11). Le decisioni della Rota Romana e così anche quelle nelle «causae iurium» e penali presentate nella rassegna hanno come base e fondamento la precedente giurisprudenza rotale conservata nelle collezioni cominciate nel 1335 con oltre quarantamila decisioni in cause diversissime fino al 1870 (13) che hanno influenzato direttamente o indirettamente la normativa canonica di merito e di rito (14), specialmente nell’ambito della canonizzazione delle leggi civili, del danno materiale o morale a persone e cose, della mancanza di vigilanza da parte del superiore religioso, del risarcimento del danno, della nullità della sentenza ed altri campi. Nella codificazione odierna oltre 86 canoni derivano dalla giurisprudenza rotale come fonte. L’opera comincia con la decisione del 15 marzo 1909 «coram Sebastianelli» in cui fu decisa una questione riguardante il giuspatronato. Con l’estinzione della famiglia del fondatore il patronato passa agli eredi legittimi, cioè agli agnati e, se non ci sono, agli altri eredi legittimi. L’intrecciatissima causa «Oenipontana», invece, decisa definitivamente dallo stesso autore Mons. Palestro il 23 ottobre 1991 dopo un iter processuale protratto per ben 40 anni conclude la rassegna. La parte «in iure» di questa nota decisione ribadisce l’osservanza delle leggi civili del luogo del contratto, la cui canonizzazione riguarda le norme sostanziali e non quelle processuali, rendendo in questo modo possibile la loro applicazione anche dopo che i termini sono scaduti perché il caso non era più proponibile, presso i tribunali del luogo, a causa della scadenza del termine sei mesi dopo la dimissione spontanea dell’attore. Il secondo principio è che la canonizzazione delle leggi civili avviene solo in quanto non sono in contrasto con i principi generali del diritto canonico, cioè nel caso soggiacente, con l’«aequitas canonica», che vieta l’arricchimento ingiusto («ne quis locupletetur cum alterius iniuria»). Il Ponente applicava al caso inoltre i canoni 1524 del CIC/1917, cioè la norma canonica del tempo della stipulazione del contratto, interpretata però nell’ottica del vigente can. 1286 CIC/1983. La sentenza teneva conto dell’inflazione e condannava l’Eccellentissimo Ordinario, parte convenuta nella causa, al risarcimento dei danni extracontrattuali dovuta al difetto di vigilanza e determinati in una somma corrispondente al valore del tempo della dimissione, più gli interessi. Il numero delle sentenze emanate complessivamente ogni anno, elencate all’inizio di ogni annata, rivela la notevole differenza tra il primo anno dell’attività giudiziaria moderna del Tribunale in cui furono emanate complessivamente solo 19 sentenze e il 1993 con ben 128. L’attività del Tribunale raggiunse il minimo nel 1918 con solo 18 sentenze mentre arrivò al massimo nel 1972 con 306 sentenze delle quali neanche una si riferiva alle «causae iurium» o penali. Mentre nel primo anno della giurisprudenza rotale furono emanate 19 sentenze di cui 10 per «causae iurium» o penali, cioè oltre il 50%, dopo il Concilio diventano frequenti le annate senza neanche una decisione in materia. Questo fatto dimostra il cambiamento avvenuto nell’attività della Rota Romana per cui si trascura nella scienza e nella prassi canonistica odierna quel settore dell’attività del Tribunale. La rassegna comprende ben 321 sentenze citate solo per quanto riguarda la parte «in iure», omettendo la «facti species» e la parte «in facto» facilmente reperibili nelle «Decisiones» di cui vengono sempre riportati il volume e la pagina, fatto che ne facilita la consultazione. Agli estratti sono preposti il numero della decisione, la questione trattata, la diocesi, il ponente, la data e la pagina in modo da rendere superfluo il ricorso ai volumi per coloro che volessero soltanto citare la parte centrale «in iure» riportata nella rassegna. Da vero perito nel campo Mons. Palestra ha scelto la parte centrale dell’argomentazione delle sentenze in modo da costituire una guida ai principi canonici applicabili alle «causae iurium» e alle cause penali. Gli estratti vengono riportati in latino, cioè nella lingua originale, e in circa mezza pagina contengono veramente l’essenziale evitando inutili ripetizioni. Ne risulta un complesso di massime sia in materia civilistica, per chiamare l’ambito inteso sotto l’espressione «causae iurium», sia in materia penalistica. L’evoluzione storica rimane ancora da elaborare dal punto di vista scientifico, compito che, oltrepassando lo scopo del presente volume, l’autore stesso ha lasciato agli scienziati. Le sentenze comprendono tre periodi distinti dell’ordinamento canonico: 1) il periodo anteriore alla codificazione; 2) il periodo dopo il codice del 1917; 3) il periodo dopo il codice del 1983. Tre indici facilitano la consultazione: un indice analitico, un indice cronologico e un indice per nome del ponente. L’indice analitico contiene ben 92 termini in ordine alfabetico cominciando con «accusatio» e terminando con «valor pecuniae». Questi 92 termini sono ancora suddivisi nel modo seguente: «contractus, contractus laboris, – praeliminaris, – sollemnitates, – leges civiles» ecc. con il riferimento all’anno, al numero della decisione e alla pagina delle «Decisiones». Il lavoro di Mons. Palestro offre la base per una facile consultazione e l’elaborazione scientifica della dottrina civilistica e penale sviluppata e applicata dalla Rota Romana contribuisce alla conoscenza dell’attività giudiziaria del Tribunale, come ha scritto nella presentazione il suo attuale Decano S. Ecc. Mario F. Pompedda. Secondo l’intenzione dell’autore la monografia presentata risponde alle esigenze pratiche dei giudici, degli avvocati e dei promotori di giustizia nello svolgimento della loro opera nonché dell’insegnamento del diritto canonico e della prassi forense (17). La presente monografia conclude l’attività giudiziaria di Mons. Palestro e anche il suo magistero esercitato nello Studio rotale dove anche il recensore ha avuto il piacere di essere un suo alunno. |