“Ricordando Oreste Carboni (Sorso, 1946-Hong Kong, 2017) l’esule di Lantau” di Ange de Clermont
Due anni fa, nel tardo pomeriggio, ad appena 71, moriva un carissimo amico di collegio Oreste Carboni. Era nato a Sorso nel 1946 ed era destinato a morire a Hong Kong il 10 maggio 2917. La sua vita come quella di tutti gli esseri umani fu abbastanza tribolata. A 3 anni affidato alle Figlie della Carità di Sassari della Casa Divina Provvidenza. Nell’istituto aveva frequentato le scuole elementari. A 12 anni era stato accompagnato presso un istituto professionale di Palermo. Successivamente aveva svolto il servizio miliare nella Marina e quindi dopo varie peripezie e malattie era riuscito ad entrare all’Università di Milano come impiegato. Aveva messo su famiglia con la nascita di un figlio maschio e due figlie femmine. Successivamente come spesso capita anche questa esperienza si era conclusa ed aveva sposato una stilista cinese che dopo sei mesi di matrimonio volle ricongiungersi alla madre ad Hong Kong.
Partirono e presero residenza nell’Isola di Lantau, la più grande delle 300 isole che gravitano intorno ad Hong Kong. Raggiungeva spesso il centro della metropoli dove contava vari amici italiani di varia estrazione e di vario lavoro. Era ormai pensionato e con la sua pensioncino viveva serenamente. Aveva cambiato alloggio due volte e bisogna dire che per la vista erano discreti entrambi. Non amava molto i cinesi che con la più grossa indifferenza del mondo erano capaci di passarti davanti salendo nella metropolitana, di tagliarti la strada e di badare esclusivamente al loro interesse. Li giudicava negativamente anche nelle trattative di lavoro quando la discussione sul contratto durava giorni senza mai arrivare alla conclusione. In fondo viveva più virtualmente che non nella realtà azzuffandosi sovente nei forum del Milan e in altri forum italiani. Navigava dalla mattina alla sera in internet. Interrompeva giusto per preparare il pranzo spesso con polli neri che aveva imparato a cucinare gustosamente. Del resto beveva anche robustamente tanto per mantenere alta la tradizione sorsese. Era riuscito a rintracciarmi per mezzo del mio blog rimanendone felice. Mi suggeriva ricette, a volte mi mandava qualche servizio da pubblicare ed era contento quando appariva nel mio blog. Stavamo ore in contatto su schype, lui navigando da una parte ed io dall’altra. Per me e credo anche per lui è stata un’esperienza esaltante, salvo quando io, dimenticandomi della differenza delle sei ore tra il mio paese e H.K. lo svegliavo la notte. Pareva pieno di salute, ma a sua insaputa il cuore cominciava a dare colpi. Si era mosso da Hong Kong per recarsi una settimana nelle Filippine. Un’esperienza che lo aveva colpito a causa della miseria estrema in cui vivono quelle popolazioni. Mi disse che non ci sarebbe più ritornato. E così fece. Pochi giorni prima di morire si era presentato da lui un sardo di Oristano senza mezzi e lui si era commosso, aveva preso i suoi quattrocento euro che aveva messo da parte e glieli aveva prestati. Mi aveva anche scritto indignato a causa del diniego dei parenti sardi a fornire un aiuto al poveretto. Con quest’azione caritatevole se n’è andato all’altro mondo. Non aveva certo un buon carattere, ma era una brava persona e ricordava con nostalgia i tempi del collegio e la cara Figlia della Carità Suor Luisa, al secolo Emma Stella Maria Brambilla (1906-1976) nata a Bergamo morta a Cagliari.
Qualche mese dopo lo raggiungeva un altro compagno di collegio Eugenio Vali, morto in settembre, pochi giorni prima che la notizia della morte di Oreste ci raggiungesse.La moglie cinese, di origine mandarina, dopo averlo cremato ha sparso le sue ceneri nel mare di Lantau perché le onde, chissà, prima o poi, portino qualche frammento cinereo nel mare di Sardegna. Come facemmo lo scorso anno anche quest’anno faremo dire per lui e per Eugenio una Messa di suffragio per le loro anime elette. Cristo è morto per tutti ed entrambi questi compagni non avevano dimenticato di essere cristiani compiendo buone azioni. Al figlio Daniele e agli altri familiari rifacciamo le nostre condoglianze e alla cara Acquaviva On Po Cho che ne serba ancora il ricordo nell’Isola che Oreste aveva scelto per scomparire dal nostro movimentato mondo, mandiamo un caloroso abbraccio.
Le tue ceneri
prigioniere delle onde
vanno e vengono
si sparpagliano
e quasi si fondono
nell’immenso oceano.
Ma la tua anima
si è librata alta
verso la casa
del Padre
che abita nei cieli alti
per godere
della pace eterna.
Tu, caro amico,
avrai finalmente
quella quiete
che le tempeste
della vita
non ti hanno concesso.
Da Lassù
ricordati di noi
che ti fummo
compagni
segnati
dalla sventura
umana.
La musica
Il profumo
sovrumano
allieti
finalmente
il tuo spirito
assetato
d’amore.