Il giustizialismo della deriva leghista
Da anni il Parlamento Italiano, a maggioranza o in forma bipartisan, ha scelto la linea dura nei confronti di coloro che compiono dei reati di varia gravità.
I maggiori fautori di gravi sanzioni pecuniarie e della galera, oggi al governo, figurano i leghisti di Bossi icasticamente rappresentati dal duro cipiglio del ministro dell’Interno Maroni.
Lo stesso che, in gioventù, a quanto asserito da un presidente emerito della Repubblica, pare fosse in odore di estremismo rosso. Basti vedere in che modo, l’attuale “proprietario” della pubblica sicurezza, provveda con testardaggine tutta bergamasca, a scudisciare, sanzionare e direi quasi ghigliottinare certi tipi di rei, presunti o veri.
Il popolo padano urla e il ministro risponde. Radio Padana strepita e il ministro prende appunti. Il popolo della Libertà, che pure rappresenta la maggioranza della coalizione, per restare in barca deve adeguarsi. Come da tradizione internazionale il partito di minori suffragi impera sotto la costante minaccia di uscire dal governo, ricorrere al ribaltone e formare un governo con l’opposizione, se ci sono i numeri.
I reazionari del nord padano, di venature giansenista, pretendono l’allineamento alla loro morale severa, intransigente, forcaiola.
Guai, a Bergamo e a Treviglio, se per sbaglio o smemoratezza, metti un piatto di plastica nell’umido, guai se non collochi nei giorni comandati i rifiuti prescritti. Risultato: anche a Treviglio ho visto sacchi abbandonati nelle strade, strade di periferia sporche, allevamento di caprette e di oche sotto i tralicci dell’Enel; per non parlare di pecore che cercano di brucare l’erbetta del prato inglese condominiale (e non si tratta di pecore-tosa erba- latte gratis a colazione).
Severità ci vuole, specie nei confronti dello straniero, dell’emigrato, dell’emarginato! Bisogna essere forti coi deboli e deboli coi forti. Questa è la prassi pubblica e privata di questa fazione di belpaese opulento, invecchiato e parsimonioso.
Napolitano, messa la firma sul pacchetto sicurezza, ha avvertito il governo sulle ronde e sul reato di clandestinità. La risposta è che si provvederà a modificare le norme.
Siamo tutti per la legalità e per il rispetto delle leggi, siamo tutti per la severità nella punizione dei reati sulle donne e sui minori indifesi, siamo tutti contro la mafia e le sue varianti.
Detto questo, però, non dobbiamo dimenticare Beccaria, non dobbiamo dimenticare che ad ogni reato dev’essere comminata una pena commisurata, altrimenti questa truce legislazione finirà come le famose “grida” di cui parla il Manzoni oppure non ci resta che costruire carceri in ogni quartiere, magari accanto ai presidi sanitari. Battiamoci, dunque, per un carcere in ogni paese e vivremo contenti e felici come i personaggi delle favole padane e delle frottole paesane.
Il partito maggiore della coalizione deve tener a bada questi pericolosi forcaioli, avendo il coraggio, di rompere l’alleanza, se sarà il caso, regalando all’opposizione questi discendenti Gallorum truces.
La dignità val bene una scelta di opposizione o un ritorno alle urne. Non accettiamo certo una Roma ladrona, ma nemmeno aspiriamo ad una Milano galerona.
A. T.