“Uno non può vedere l’altro, mentre io muoio di fame…” a cura di Ange de Clermont
Lo incontro per la strada di una città che potrebbe essere Cagliari, Sassari o Nuoro: si tratta di una vecchia conoscenza del Liceo Scientifico. Gli stringo la mano e subito mi chiede qualche spicciolo. Lo faccio aspettare, entro nel negozio in cui mia moglie sta trattando per un abito e le chiedo 50 euro. Mi guarda male, ma apre il borsellino e me li dà. Raggiungo il vecchio alunno, sempre ben vestito, ma dimagrito. Gli allungo la somma e come al solito mi ringrazia, ma io tiro corto e gli chiedo che cosa faccia in città. Così inizia il suo racconto.
” Mi sono separato da mia moglie, anzi mi ha mandato via da casa sua. Si casa sua perché al matrimonio gliel’aveva data il padre impresario che poi è fallito. Meno male mi ha dato gli abiti, se no sarei davvero in mutande. Son venuto in città alla ricerca di lavoro mentre aspetto come mi hanno promesso per le elezioni politiche il reddito di cittadinanza. Questo reddito non arriva mai ed io patisco la fame. Andare alla Charitas mi vergogno.
Io prof. sono pulitissimo a costo di lavarmi la notte nelle fontane. Giro la città da mattina a sera e non so quanto potrò ancora girare. Rubando i titoli dei giornali dalle edicole leggo che le 5 stelle non possono vedere Berlusconi, anzi lo vogliono morto. Salvini non può vedere Renzi e anche quello lo vogliono mezzo morto. Fatto sta che mentre io muoio di fame i vincitori parziali invece di accordarsi litigano. A me delle loro litigate non me ne importa niente, voglio solo il minimo per vivere con decoro. A chiedere l’elemosina non ci vado, alla Charitas non ci vado, dai miei parenti non ci vado perché mi avevano detto di non sposare mia moglie e avevano ragione e adesso sono morto di fame. Dormo dentro un vecchio portone della città vecchia in una casa disabitata. Dormo tanto per dire perché ad ogni rumore mi sveglio e poi col freddo che passo non camperò molto. Pazienza vuol dire che questo è il mio destino. Speravo tanto in un decoroso aiuto, ma qualunque reddito è andato a monte. In compenso i politici litigano tra loro e non fanno un governo. Tutti sono pieni di orgoglio e credono di essere padroni del vapore, ma sono solo padroncini. Degl’Italiani in miseria e dei loro problemi quasi non gliene importa a nessuno. Ciò che conta è l’orgoglio mentre giocano a schiacciachiodo.”