Ricordo di Padre Giovanni Serafino Taddei (1916-1991) di Angela Baio
“La famiglia da sola non ce la fa.. essa non deve trovarsi sola nell’assolvere i suoi compiti formativi ed educativi”, con questa profonda intuizione, nel 1966 padre G.S. Taddei domenicano o. p., toscano di nascita ma sardo poi di adozione, creò l’associazione del Centro di Preparazione della Famiglia di Sassari e, perché la famiglia fosse supportata al meglio nella evoluzione del suo ciclo vitale e quindi anche nei momenti di crisi, diede vita simultaneamente al Consultorio Familiare. Ricordiamo questo anno 2016 per il centenario della sua nascita che ricorre proprio oggi, per i 25 anni dalla sua morte, avvenuta il 20 agosto 1991 e appunto per i 50 anni della realtà del Centro. Io ho conosciuto padre Taddei nel 1987, quattro anni prima della sua morte, potrebbe sembrare un brevissimo periodo di conoscenza, ma la sua figura ha inciso nella nostra vita familiare, come in quella di altre famiglie, in maniera notevole, e l’aver passato diverse giornate a consultare, per un mio lavoro, i faldoni dove egli archiviava tutte le attività che partivano dal Centro e le lettere che inviava ai suoi parrocchiani in ogni occasione liturgica, dando un particolare significato a tutti gli eventi della parrocchia, mi ha permesso di avvicinarmi a lui e conoscere e apprezzare quanto egli ha fatto, come se fossi stata presente in quella realtà, anche negli anni precedenti al mio inserimento nel CPF. Ha iniziato con lo scrivere la prima lettera ai parrocchiani nel novembre del 1950, nella ricorrenza dei “Santi”, da allora si sono susseguite lettere su lettere che pazientemente egli raccoglieva in faldoni, si rivolgeva con affetto ai suoi parrocchiani in ogni occasione, per la festa della mamma, per il Te Deum, per gli anniversari di matrimonio, per l’Avvento e così via, non veniva trascurato nessun evento, ogni momento acquistava un significato profondo. Nel contempo organizzava corsi, convegni, tavole rotonde, sui tematiche attuali e scottanti, dimostrando di saper cogliere nella società sarda, ma anche in quella nazionale, i segni di una profonda trasformazione. Naturalmente tutto ciò lo assorbiva moltissimo, ma, consapevole dell’importanza del rapporto con Dio, dedicava alla preghiera se necessario, anche le ore della notte che egli soleva chiamare le ore “piccine”.
Ogni persona che avvicinava si sentiva accolta da lui e tutte le persone che avevano aderito all’associazione del Centro intraprendevano un percorso di aggregazione, respirando una cultura familiare che coinvolgeva i figli in un clima di amicizia e solidarietà, Nonostante il suo atteggiamento a volte scherzoso e canzonatorio, sappiamo che egli si è impegnato sin da giovane con responsabilità, nei momenti drammatici vissuti durante la guerra. Alla sua morte, fra i telegrammi di cordoglio, è pervenuto un telegramma dall’ambasciata israeliana di ringraziamento per l’attività svolta da padre Taddei nel porre in salvo gli ebrei, quando si trovava ancora nel convento di San Marco, a Firenze. In quanto alla realtà del Centro Famiglia, egli soleva dire: “se è opera di Dio continuerà”. Nella successione degli anni, dopo la sua morte, avvenuta con grande sofferenza, vissuta però nella preghiera, il Centro ha continuato il servizio alla famiglia. I cooperatori del CPF hanno cercato di adeguare le varie attività nonché le modalità di attuarle, alle esigenze che man mano l’evoluzione della realtà circostante ha presentato come più pressanti, convinti, grazie anche alla costante attenzione rivolta alla famiglia dal fondatore, di quanto sia importante il favorire una cultura consapevole che l’esperienza familiare “è alla base delle differenze nella crescita personale e sociale” e che “la famiglia necessita di progettualità, responsabilità, impegno e felicità”. Angela Baio