“L’educazione in Sardegna e in Toscana nell’età moderna” di Angelino Tedde
Alcuni fantini del palio di Siena sono di origine sarda, il nobile Luigi Berlinguer (cugino dell’altro nobile compagno Enrico, a lungo segretario del PCI), rettore di Siena per svariati anni, è sardo, per farla breve, le relazioni tra la Sardegna e la Toscana, nel presente come nel passato, sono state frequenti per il fatto che nonostante il mare, sono due regioni quasi dirimpettaie, grazie anche al trampolino sia per i toscani come per i sardi rappresentato dalla Corsica e dalle isole vicine.
Nell’Ottocento i carbonai toscani diedero una bella sistematina ai nostri boschi e i cacciatori di fine-settimana del secondo Novecento hanno dato una mano a ridimensionare non solo le numerose specie di volatili in Sardegna, ma anche animali di terra e di mare.
Con l’arrivo di corsi toscanizzati è stata popolata la Gallura, visto che nonostante le contaminazioni della lingua sarda, la parlata gallurese è molto simile all’italiano del Boccaccio.
Non parliamo dell’egemonia pisana, in maestranze ed opere, esercitata sulla Sardegna nel tardo medioevo. Che dire poi di quella maledetta linguaccia di Dante Alighieri: “Sardi tamquam simiae italice loquntur!”. Per finirla, l’isola checché ne dicano i sardisti da strapazzo, è geograficamente, storicamente e culturalmente una regione italiana: una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor.
I nostri giovani storici dell’educazione e delle istituzioni scolastiche, promotori del convegno sulle tematiche trattate e curatori del saggio collettaneo, insegnano la disciplina menzionata, il primo (Prùneri) per l’epoca contemporanea il secondo (Sani) per l’epoca moderna alle studentesse della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari (1562).
Entrambi partecipano al PRIN nazionale, il primo per la Sardegna il secondo per la Toscana, al fine di predisporre un’atlante nazionale dell’istruzione, dalla seconda metà del Settecento alla prima metà dell’Ottocento, in cui accanto alla Toscana, figurerà pure la Sardegna.
L’impegno dei due giovani professori è lodevole, perché entrambi, con il loro impegno scientifico e didattico, cercano di ricostruire le trame delle relazioni intercorse appunto nel Mediterraneo occidentale tra le due regioni, una incastonata nella penisola e l’altra circondata dal mare.
I contributi degli studiosi toscani (Greco, Sani, Gaudio, Bandini, Sagliocco) risultano più problematici rispetto alle tematiche dell’istruzione in Toscana. Eccettuati i contributi di Sani e Bandini, il primo tratta delle scuole femminili delle Maestre Pie di Livorno (1746-1781), il secondo sull’istruzione a Lucca nel periodo borbonico, apogeo e fine di un sistema scolastico gli altri illustri studiosi trattano tematiche che cercano di allargare gli orizzonti al di là dell’istruzione.
Il lettore, infatti, rimane abbacinato e incuriosito a sentir parlare delle dispute della primazia della chiesa pisana in Toscana, Corsica e Sardegna in epoca moderna. Il tema è piuttosto complesso e problematico sull’effettiva incidenza delle burocrazie ecclesiastiche sul piano delle effettive potestà esercitate dai presuli in questione che a quel che sembra si rivelano attaccati alle loro prerogative secondo la prassi dell’epoca. Si pensi alla disputa sul primato vantato delle due università sarde. A noi, queste lunghe diatribe possono far sorridere, ma i nostri antenati si accaloravano senz’alcuna intenzione di demordere.
La giovane studiosa Sagliocco tratta, invece, alcuni aspetti del clero toscano a cavallo dell’Unità, cercando di illustrare la sua ostilità di fronte ai benefici che avrebbe irradiato l’annessione al Piemonte, promotore dell’Unità d’Italia. Originale e illuminante il contributo di Gaudio sulle geografie educative del moderatismo toscano in cui si presentano due lavori di studiosi antesignani che del tema si sono occupati.
Nella seconda parte del saggio, Fabio Pruneri, conduce la sapiente regia sull’istruzione nella Sardegna moderna. La sezione è tripartita: la Sardegna in età moderna, approfondimenti, ricerche.
Nella prima parte Turtas, Prùneri, Tedde affrontano rispettivamente i temi dell’istruzione in Sardegna nei primi secoli dell’età moderna (‘500 e ‘600); le riforme del sistema formativo in Sardegna nella seconda metà del Settecento: il progetto e i problemi; la scuola normale di Carlo Felice e di Carlo Alberto nel primo Ottocento.
Dalla lettura di questi tre contributi emergono le linee portanti delle politiche culturali spagnole prima e sabaude poi, promosse nell’isola. Seguono gli approfondimenti e le ricerche con contributi di Francesco Obinu sulle statistiche ricavate da una parte degli stati attuativi, predisposti dagl’intendenti provinciali; di Silvia Pintus sul collegio dei nobili di Cagliari; di Barbara Mastino sul seminario tridentino di Sassari dal 1763 al 1772; di Rita Marzeddu sul seminario diocesano di Alghero nella seconda metà del XVIII secolo; di Piera Crisponi sul seminario Tridentino di Nuoro in età moderna; infine, di Paola Deriu su le ricerche e la documentazione raccolta sulla storia della scuola e delle ricerche educative in Sardegna nell’ultimo quindicennio.
Un lettore attento non può non vedere la coerenza e coesione di questi contributi che mirano a ricostruire lo sviluppo delle istituzioni educative e formative in Sardegna in età moderna dalla scuola dell’infanzia e all’università.
Da rimarcare che su queste tematiche occorre tener presente la collana del CISUS (Centro interdisciplinare per la storia dell’Università in Sardegna, promosso da Gian Paolo Brizzi) e le precedenti pubblicazioni, seguite ai convegni rispettivi, a cura di Luciano Caimi, Infanzia e società in Italia tra Otto e Novecento, Interpretazioni, prospettive di ricerca, esperienze in Sardegna, edes, Sassari 1997; a cura di Roberto Sani e Angelino Tedde, Maestri e istruzione popolare in Italia tra Otto e Novecento. Interpretazioni, prospettive di ricerca, esperienze in Sardegna, Vita e Pensiero, Milano 2003; a cura di Fabio Pruneri, Il cerchio e l’ellisse. Centralismo e autonomia nella storia della scuola tra XIX e XX sec. Carocci, Roma 2005 senza voler citare gli studi dello scrivente sull’educazione dell’infanzia e sull’istruzione in Sardegna, pubblicati dall’Associazione Culturale Alcide De Gasperi di Sassari.
Il saggio di cui si sta parlando ha la premessa di Angelo Bianchi che illustra il PRIN “Per un atlante storico dell’istruzione in Italia (secc. XVIII-XIX)” del quale è promotore e direttore, segue l’introduzione di prassi di Fabio Pruneri e di Filippo Sani, mentre Maurizio Piseri affronta con una certa complessità il tema sull’alfabetismo in età moderna offrendo mappe concettuali e linee e metodi di ricerca.
Il saggio pone un altro tassello alla complessa storia delle istituzioni culturali e religiose della Sardegna e della Toscana.
FABIO PRUNERI, FILIPPO SANI (a cura di) L’educazione nel Mediterraneo nordoccidentale. La Sardegna e la Toscana in età moderna, Vita e Pensiero, Milano 2008 pp. 280.
Angelino Tedde