” Brizzi dottor Enrico: un quarantunenne bolognese pigro, costretto a farsi legare ad una sedia di una soffitta per scrivere” di Ange de Clermont
Mi scrive un bolognese:-Lei non sa chi è Enrico Brizzi, l’avrà appena visto da ragazzo, a mala pena avrà annusato Jack Frusciante, mentre non ha letto gli altri romanzi e i libretti pubblicati da Laterza sul costume dei Bolognesi e degl’italiani come ad esempio Ai tempi di Berlusconi e non parliamo di tutte le altre espressioni artistiche, compresa la pittura, la scultura e l’architettura, la musica, la commedia, il cinema e via dicendo. Lo definisce pigro? Ma come fa, gnurant, a scrivere queste cose, non scriva quando i fatti non li conosce!- (e-mail firmata).
Questa mail è offensiva, ma giuntami nel tempo di Natale me ne guardo bene dall’offendermi. Del resto non mi meraviglio che questo quarantenne si dia da fare con le sei o cinque ex mogli da campare e i 12 figlie da sostenere nel tour italiano del pallone per minori. Certo i ragazzi e le ragazze con questi tour si fanno un bel gruzzoletto, ma chi paga loro gli allenamenti? Il padre! Chi paga la scuola? Il padre! Chi li accompagna a scuola, beh a quanto so gli Antenati! Chi fa loro le strenne? L’unico zio illustre, una personcina per bene senza troppi grilli in testa che si dedica tutto a De Gaulle: le origini familiari di De Gaulle, l’infanzia di De Gaulle passata tra i soldatini, la giovinezza di De Gaulle nel tentativo di abbassarsi la statura di almeno cinque centimetri, la politica di De Gualle, la comunicazione di De Gaulle alla Francia, il resto lo sta ancora studiando. Ecco uno studioso serio che lavora le ore necessarie e che fa Unibo-casa, Unibo-Francia, Unibo-Paris, Unibo-visita agli Antenati. Ma Enrico è disordinato e durante la giornata passa da una cosa all’altra al punto che si è fatto legare per un anno e mezzo, in una soffitta, per scrivere l’ultimo romanzo. Chi lo doveva legare? Una badante russa! Chi doveva slegarlo? Una badante peruviana! Chi doveva stare alla porta per impedire che si slegasse dalla sedia? Una guardia svizzera! Tutte spese da ricavare dai libri anzi dall’ultimo romanzo di cui nemmeno questa volta vi dirò il titolo. L’Antenato, di passaggio a Sassari, mi ha regalato un Certosino bolognese e 12 melegrane, il mio oro rosso e mi ha detto:- Non parlare del romanzo, lascialo stagionare, perché se è stagionato come il formaggio, risulta più buono e la gente lo compra, annusandolo!-
Son dovuto ricorrere a wikipedia ancora una volta, ma ho visto che non sono citate le opere pittoriche che l’Antenato mi ha regalato in un cofanetto d’avorio. Il disegno e la pittura preferita dall’Enrico sapete che cos’è? Il lupo, da quando un lupo l’ha inseguito nella via Francigena e lui si è salvato arrampicandosi ad una quercia. Il lupo lo ha atteso, ma lui, dopo un pò non ce la faceva più a stare come una scimmia sull’albero ed sceso, riuscendo ad inserire nella bocca del lupo un grosso ramo, lasciando il lupo a bocc’aperta. Naturalmente poi ha proseguito per la sua strada. Non vi dico che cosa gli è successo quando ha percorso la Roma-Jerusalem. Checché ne dica il succitato fan, l’Enrico è dovuto ricorrere a me per l’indirizzo di un esorcista, perché si sentiva perseguitato da 666 e se è riuscito ad entrare in Jerusalem lo deve a me e al fratello lattonzo che se lo è caricato letteralmente sulle spalle, perché l’Enrico, checché ne dica il fan, aveva i piedi ridotti male. Il fratello, personcina seria, studioso di De Gaulle, tutto Unibo-casa, casa Unibo, ebbene lui se lo è caricato a cavalcioni sulle spalle e l’Enrico è entrato a Jerusalem recitando il Misérere e con le lacrime agli occhi, perché si era dimentcato che doveva pagare una rata, per una capanna comprata con mutuo nelle Marche. Uscito da Ierusalem ha imparato a suonare il corno e per un pelo non si iscrive all’albo degli ebrei fondamentalisti. Lo deve al fratello di latte se non lo ha fatto, fratello minore, capite? Oltre che pigro l’Enrico è poco serio, pensate che in Puglia, di passaggio, volevano farlo sposare con una di due sorelle gemelle. L’hanno fatto dormire al centro del letto e le due sorelle una da una parte e l’altra dall’altra parte. Lui non si è mosso per tutta la notte, perché come un bue davanti a due balle di fieno non ha saputo fare la scelta. I mancati suoceri per poco non lo riempiono di botte. E chi lo ha salvato? Le frére de lait! Lui proprio Lui, quello che studia, medita, indaga su De Gaulle, colui che fa Unibo-casa, casa-Unibo, casa-France, France-maison con De Gaulle appresso.
Ad ogni buon conto se volete sapere vita opere e miracoli e , purtroppo, peccati dell’Enrico Brizzi, quello nato a Nizza, dovete visitare le sette chiese di Bologna, la tomba di San Domenico di Gusman e le ossa di San Petronio, il santo senza il quale i bolognesi sarebbero ancora con l’anello al naso e non al dito! ( II continua).