Editoria, libri e librai in Sardegna (1983) di Umberto Manca
Ringraziamo la figlia di Umberto Manca, Maria Cristina, per l’intervista inviataci, quasi un documento storico che c’informa sulle difficoltà della diffusione libraria in Sardegna, all’epoca. La lettura dei libri è sempre un fatto piacevole e creativo. Me ne rendo conto io che per un calo drammatico della vista ho dovuto smettere di leggere 7 libri interessantissimi e sperare che con l’estate la luce mi offra più opportunità.
Per mia fortuna sul Mac posso ingrandire i caratteri delle stampe digitali e riuscire a leggere ancora anche se il bianco del Mac mi disturba non poco. Un grazie a Maria Cristina, scrittrice raffinata di romanzi. (A.T.)
Trascrizione dell’intervista a Umberto Manca sull’Unione Sarda di mercoledì 30 novembre 1983 (pagina 3) a cura del giornalista Giovanni Mameli. Umberto Manca direttore della filiale di Cagliari delle Messaggerie Libri, parla dei problemi della distribuzione editoriale in Sardegna, delle scelte operate dai librai e dei gusti del pubblico. A detta di chi c’è andato, la trentacinquesima Fiera del libro di Francoforte (tenutasi nell’ottobre scorso) si è svolta in un clima di euforia e rinnovata fiducia per un prodotto “difficile” come il libro. Lungi dal dimostrarsi una nemica, l’elettronica può giovare al libro; e le profezie sinistre di chi parla di morte della carta stampata vengono smentite dalla realtà più recente. Tra novità e ristampe, l’editoria nazionale e quella regionale stuzzicano i lettori con proposte sempre più seducenti. Per l’uomo moderno la lettura è diventata una funzione fisiologica, un bisogno e un vizio allo stesso tempo. Continuando la nostra esplorazione del mercato sardo, che è più vitale e ricco di quanto non pensino gli scettici, siamo andati a trovare Umberto Manca che dirige la filiale di Cagliari delle Messaggerie Libri (una società di distribuzione a carattere nazionale).
Le case editrici distribuite dalle Messaggerie sono un’ottantina. Tra queste ricordiamo Einaudi, Feltrinelli, Laterza, Longanesi, Il Mulino, che sono alcune delle maggiori; ma non vanno dimenticate quelle piccole e raffinatissime come Ricci, Guanda, Sellerio. La filiale di Cagliari ha vent’anni: prima ci si riforniva attraverso le filiali delle Messaggerie di Milano, Roma e Napoli. Manca ha iniziato come libraio in un piccolo centro dell’Isola; e da vent’anni è al timone delle filiale sarda delle Messaggerie.
Cosa vuol dire fare il distributore di libri in Sardegna?
Dà una grande soddisfazione perché nella maggior parte dei casi si opera con un rapporto molto personalizzato. Quando posso, ho dei contatti diretti coi titolari dei punti vendita dei libri. Vado a trovarli anche se le loro librerie sono molto distanti da Cagliari. Spesso si instaurano rapporti di amicizia che rendono piacevole questo lavoro. Ma non mancano le difficoltà, rappresentate dalle distanze tra il capoluogo e i centri più lontani della Sardegna e dai trasporti non sempre agevoli e tempestivi. Rispetto al continente, da noi le novità arrivano in ritardo o no?
Gli editori spediscono per tempo le novità anche in Sicilia e in Sardegna, in modo che la distribuzione si attui contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. E così avviene tra noi e le librerie, che raggiungiamo tutte lo stesso giorno. Le prenotazioni da parte di queste ultime vengono effettuate due mesi prima dell’uscita delle novità. Purtroppo nei piccoli centri non c’è spesso nessun interlocutore. I punti vendita commercialmente interessanti non sono molti. Rispetto al mio collega milanese da questo punto di vista sono svantaggiato.
Ci può fornire dei dati precisi?
Per un autore italiano o straniero, i punti vendita sui quali possiamo contare sono una quarantina in tutta la Sardegna, quando esce una loro novità. Diventano centoventi, tra librerie e cartolibrerie, se si tratta di uno scrittore isolano. Superano i duecento per i libri scolastici. Rispetto al resto del Paese, i libri distribuiti in Sardegna dalle Messaggerie rappresentano l’uno e cinquantuno per cento (il dato è del 1982). La provincia con la percentuale più alta è Cagliari con lo 0,87; seguono Sassari 0,36; Nuoro 0,18 e Oristano 0,10. La provincia con la percentuale più alta è quella di Milano col 15,97; e tra quelle con la percentuale più bassa troviamo Rieti e Isernia con lo 0,02. Ma bisogna tener conto anche del numero degli abitanti che cambia da provincia a provincia.
Le maggiori case editrici che lei distribuisce (Editori Riuniti, Einaudi, Laterza etc.) hanno più lettori percentualmente nelle città o in provincia? Nelle città senz’altro, soprattutto a Cagliari, a Sassari, a Nuoro e Oristano. Ma hanno una discreta presenza anche in piccoli centri come Macomer, Ozieri, Olbia, Ghilarza. Viceversa all’interno sono più venduti i libri di autori e di argomento sardo, anche quelli pubblicati dall’editoria nazionale. Abbiamo venduto un buon numero di copie di libri come Le opere e i giorni di autori vari pubblicato dalla casa editrice Silvana, La civiltà dei sardi di Lilliu stampato dalla Eri, Anzelinu di Carta e Il libro dei segni di Casula (Einaudi), Padre padrone di Ledda (Feltrinelli), La società del malessere di Fiori e Diario di una maestrina della Giacobbe (Laterza). Diversi di questi testi sono adottati anche come libri di lettura nelle scuole soprattutto dell’interno.
Perché i libri di piccole e prestigiose case editrici distribuiti dalle Messaggerie (come Ricci, Guanda, Sellerio…) non si trovano in tutte le librerie di grosse dimensioni?
I maggiori librai puntano prevalentemente sui libri che consentono di realizzare vendite sicure. C’è indubbiamente da parte loro una certa disattenzione per la piccola editoria anche di qualità. Se questi libri li curassero maggiormente, esponendoli anche nelle vetrine, ne venderebbero un numero di copie apprezzabile. Invece le piccole librerie li richiedono maggiormente. Identico discorso vale per le riviste, che salvo qualche eccezione sono difficilmente reperibili anche nelle librerie più fornite.
A cosa è dovuta la crisi dell’editoria?
Al fatto che si legge sempre poco, c’è una crisi più generale e, per quanto riguarda i libri italiani, il mercato è piuttosto ristretto. Un’opera stampata in inglese o in spagnolo può circolare in decine di stati dove si parlano quelle lingue. In Sardegna mancano le strutture periferiche; e si potrebbe fare di più per accrescere la circolazione dei libri.
In che modo?
Ad esempio, se i comuni per le loro biblioteche si rivolgessero più spesso alle librerie locali – anziché direttamente agli editori continentali – contribuirebbero allo sviluppo di queste e quindi a una maggiore diffusione dei libri. Tra l’altro, dovendo ordinare libri di diverse case editrici e che hanno sede in diverse città, spendono più di quanto farebbero se si rivolgessero a un solo libraio.
L’elettronica nuoce o giova al libro?
Gli è di grande utilità oggi. Nella filiale di Cagliari delle Messaggerie abbiamo un terminale collegato con Milano, che ci consente di conoscere la disponibilità del magazzino, di trasmettere i dati sulle vendite ed effettuare diverse operazioni di contabilità. Alla nostra società di distribuzione si deve anche l’iniziativa per il corso di aggiornamento per librai da tenersi a Venezia e dove si insegnerà – tra l’altro – come introdurre l’elettronica in libreria per consentire un servizio più rapido, nel fornire ai clienti volumi dei quali la libreria è sfornita in quel momento. Al corso hanno chiesto di partecipare diversi librai isolani; e più di uno potrà seguire le lezioni perché è prevista – nonostante il numero chiuso – una rappresentanza da parte di operatori di tutte le regioni.