Categoria : cristianesimo

“O si è uniti al Papa o non si è Cattolici” di Maria Cristina Manca

 «Cattolica fedele al Pontefice
Gli occhi di Teresa si spalancarono stupefatti.
Quanto era graziosa nel suo candore
Un vero peccato, toglierla di mezzo.
Ma la fine della Chiesa e dei suoi servi era certa, sarebbe avvenuta tra non molto, ogni cosa era ormai stabilita. Così quella donna, assieme ai correligionari, sarebbe stata spinta su un rogo spaventoso, anche se invisibile. Tuttavia lui sarebbe morto prima di quel giorno. Che gli importava, dunque?

La donna gli rispose con mite fermezza:
«O si è fedeli al Papa o non si è cattolici. Il Buon Dio mi dia la morte o permetta su di me qualunque tortura, compreso il rogo, ma mi salvi da una simile infedeltà. Da duemila anni per restare fedeli al Signore e alla Sua Chiesa bisogna lottare, con l’aiuto dello Spirito Santo; e soffrire violenze palesi e nascoste. Lo sappiamo e ne ringraziamo Gesù, poiché così completiamo nella nostra carne, dice la Sacra Scrittura, ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa. Nonostante ai patimenti di Lui non manchi proprio nulla. Non le dà i brividi, signor Mattia, sapere che qualcuno anche per lei sta subendo nella carne l’obbrobrio del patimento? Qualcuno che accetterà addirittura il rogo per lei?».
Stupefacente, aveva la santa follia di una Giovanna d’Arco. Mattia pensò che l’avrebbe voluta nelle sue logge, quando sue erano le logge. Era una donna sapiente, nascosta, umile e forte. Possedeva le virtù dei Cavalieri. Però essi impiegavano parecchi anni e attraversavano innumerevoli prove per poterle raggiungere. Come poteva averle quella donna? Chi gliele aveva trasmesse? Forse era solo un caso.
Gli vennero però in mente i santi.
Allontanò il pensiero.
Decise di andarsene.
«Addio, Teresa».
Le porse e le strinse la mano con rispetto.
«Ancora un attimo, Mattia, diciamo una preghiera assieme?».
«Sono un eretico. Disprezzo le vostre preghiere».
Il viso di Teresa si ammantò di dolore.
Lui si allontanò.
Lei ora guardava il Tabernacolo.
Era avvolto da un silenzio assoluto.
(© Copyright © Casa Editrice Abbà).

Sono poche righe di un romanzo pubblicato anni or sono dalla Casa editrice Abbà. Talvolta i narratori hanno inconsapevole visionarietà.

Comunque di sicuro oggigiorno sembra rinfocolarsi ovunque un rogo invisibile di persecuzione contro la Chiesa. Il rapporto del 2023 dell’associazione internazionale Open Doors, afferma: «365 milioni di cristiani vivono in Paesi in cui per la loro fede sono perseguitati; globalmente un cristiano ogni sette, oggi, è perseguitato».

Persecuzioni lontane dal nostro tranquillo mondo Occidentale? Niente affatto. Qui da noi si usa solo maggiore raffinatezza nella persecuzione anticristica. Perciò è in maggior misura pericolosa. Da noi vige, contro i cristiani, anzi, contro Cristo, “una dittatura  mondiale di ideologie apparentemente umanistiche”, per usare parole di Benedetto XVI.

Insomma “tutto il mondo è in fiamme”, direbbe santa Teresa d’Avila.

«Gli uomini vogliono nuovamente condannare Gesù Cristo e cercano in mille modi di distruggere la sua Chiesa».

Teresa d’Avila lo scriveva nei suoi lontani giorni, tuttavia i santi vedono e vivono l’eterno presente di Dio, quindi parlava anche dell’oggi e del domani della Chiesa, di questo nostro oggi, e del nostro domani.

Per contro, il mondo ateo, materialista, edonista, ideologo del modernismo, seguace del transumanesimo, non è certo immerso nella felicità; anzi, tutt’altro; né lo sarebbe se sparisse il cristianesimo, come alcuni di quel mondo auspicano. Le ragioni sono evidenti, così come le conseguenze già presenti: un mondo avvelenato nel profondo di sé, sprovvisto di trascendenza quindi di speranza, privo di riferimenti certi persino nella sfera più intima del proprio essere, guerrafondaio e alla deriva.

Ma non è questo adesso l’argomento.

Il tema è qui un addolorato sussurro fraterno rivolto ai cattolici che inveiscono in pubblico e in privato contro il Papa. Per favore, basta! Vi rendete conto dell’assurdità? Per non dire di quanto sia grave, oltre che paradossale, per un cattolico denigrare il Santo Padre, il successore dell’Apostolo Pietro, il Vicario di Cristo in terra!

È imbarazzante, oltre che doloroso, ascoltarvi.

Eppure anche la vostra denigrazione è un segno dei tempi.

Un segno che forse è ormai vicina la dolorosa prova all’interno e all’esterno della Chiesa.

Tutto sembra convergere verso questo fatto:

«Vedemmo (qualcosa di simile a come si vedono le persone in un specchio quando vi passano davanti), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

È la profezia della Madonna ai tre pastorelli portoghesi, il cosiddetto “terzo segreto di Fatima”.

Profezia densa di significati e simboli.

Tra le altre cose, sul Papa dice: «gli spararono colpi di arma da fuoco e frecce».

Chi sono, quelli che lanceranno pallottole e frecce contro il Papa per ucciderlo?

A me queste frecce fanno venire in mente gli jihadisti, cioè alcuni dei discendenti di Ismaele definito nel Libro della Genesi “tiratore d’arco” (però, ribadisco, non tutti i suoi discendenti certamente); altri invece in queste frecce vedono le lingue taglienti di coloro che, pur restando all’interno della Chiesa cattolica, diffamano il Santo Padre.

E le pallottole? Siamo nel campo delle ipotesi, ovvio, ma vista la situazione internazionale e considerando che l’unica nazione citata nella profezia come esportatrice dei propri errori nel mondo è la Russia (la quale però alla fine si convertirà), potrebbe essere abbastanza realistico pensare che le pallottole contro il Papa si riferiscano a questa nazione (oltretutto, già una volta da laggiù, un laggiù non ben identificato, hanno cercato di eliminare un Papa con le pallottole, assoldando un killer in Piazza San Pietro, e proprio in un giorno d’anniversario della profezia di Fatima, senza però riuscirci); di certo gli odierni ideologi sovietici, chiamati adesso al vertice dello Stato con poteri supremi, hanno rispolverato il mito imperiale della Grande Russia, Terza Roma. L’Ucraina è il gradino di lancio, segue, nella loro mente, così si evince dai loro scritti, l’intera Europa dell’Est considerata appartenente ad essi di diritto, e giunti lì perché fermarsi all’antico impero? C’è Roma, per essi Babilonia; “l’Occidente corrotto” da mettere sotto l’egida messianica riparatrice russo-ortodossa.

In tutto questo caos, che cosa fanno alcuni cattolici figli della Chiesa? Denigrano e delegittimano a gran voce il Santo Padre, ferendo e indebolendo in tal modo l’intero corpo mistico di Cristo.

Grazie al Cielo, nonostante queste ed altre prove, «le potenze degli inferi non prevarranno» contro la Chiesa.

«Io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli». (Bibbia: Mt 16,18-19).

Il Cuore Immacolato di Maria, con il Suo esercito di piccoli umili figli, vincerà. Proteggerà il Papa.

 

Grazie dell’attenzione.

Maria Cristina Manca.

 

 

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