“L’albero di Caki soffocato dall’edera, da me eradicata, è rifiorito, non è rifiorita mia moglie dopo la chemio” di Antonio Maria Murgia
Son passati cinque anni da quando mia moglie è scomparsa. Non c’è stato niente da fare con le varie cure. Lei se n’è andata per sempre e giace nel cimitero di Pinerolo dove io vivo ormai solo.
Non è stato così per un albero di caki che stava morendo soffocato dall’edera vicino al parcheggio dell’ospedale dove sostavo in attesa che la mia consorte terminasse la terapia.
Memore della mia origine contadina, giorno dopo giorno, uscivo dalla macchina e cominciavo ad eradicare a poco a poco l’edera che andava soffocando la pianta.
Non mi accontentai di strappare quella evidente, ma con pazienza strappai fino in fondo alle radici quella malefica pianta che andava soffocando un’altra pianta.
Feci l’operazione dell’eradicazione con grande scrupolo, imitando quasi i medici che tentavano nell’ospedale davanti alla pianta di eradicare il virus C dal fegato della mia cara moglie.
Ma i tempi per la scoperta della medicina Include, ribaverina con papaverina, erano ancora prematuri.
Così la mia consorte se ne andò dopo indicibili sofferenze.
Qualche anno dopo tornai all’ospedale per una visita medica e con mio grande stupore notai che la pianta di caki era rifiorita ed è carica del frutto che molti apprezzano.
L’eradicazione dell’edera era riuscita.
Fui indotto alla similitudine con l’eradicazione del virus C che i medici non erano riusciti a fare con la mia adorata consorte.
Tu dolce pianta sei rifiorita davanti all’ospedale, ma tu dolce consorte giaci nella nuda terra da che i medici non sono riusciti a estirparti il male che ti ha tolto al mio cuore e al cuore dei miei figli.