Categoria : storia

“ERRATA CORRIGE su Donna Lucia Tedde” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.

Siamo giustamente costretti dai due testamenti  da poco rintracciati uno a Sassari, quello di Donna Gerolama, in sardo, sorella maggiore di Donna Lucia e l’altro una copia in spagnolo della stessa Donna Lucia  a Torino.
Dobbiamo ritoccare, grazie a questi due ritrovamenti, la carta d’identità di Donna Lucia che non nacque come scrivemmo nel 1705, ma bensi nel 1693 giusto l’anno in cui il padre Andrea Tedde nulvese fu nobilitato.
Il padre che ci pareva fosse Francesco Delitala Tedde e che invece era Andrea Tedde e la stessa madre che ci pareva fosse Maria Giovanna Delitala Tedde era invece  Marietta Delitala di Nulvi.

I fratelli risultano “qui si los dividan de uguales partes sos de pius frades et sorres mias nominadas Thomasu, Luguia, Juanne, Angela, Caderina et Mariangela”
I Delitala erano stati nobilitati nel 1580 ed erano di origine chiaramontese non nulvese. Anzi abbiamo scoperto che la base della ricchezza di Donna Lucia Tedde proveniva, a mezzo la sorella maggiore Gerolama di tredici anni più grande
“lasso a sa dicta nobile Doña Luguia sorre mia habitende in sa presente villa de Claramonte li lasso su palatu qui a su presente habito cun totu sas possessiones [qui] tengio in sa presente villa”

 

E ancora
“In sos de pius benes mios instituo herede mia universale sa Nobile Doña Luguia Tedde, sorre mia“.
Donna Gerolama  aveva sposato il Nobile Don Giovanni Battista Delitale, figlio di Don Salvatore, chiaramontese, arrendatore delle decime della diocesi di Ampurias e quindi esattore delle imposte.

I fatti andarono in questo modo.
Donna Gerolama, quarta figlia, dei dieci tra figlie e figli di cui due morti infanti, dei coniugi AndreaTedde e Marietta  Delitala, sposò Giovanni Battista Delitala, ricco figlio di Don Salvatore che purtroppo le premorì. Rimase vedova e ricca, ma sicuramente di salute cagionevole e senza figli. La poveretta morì prematuramente  ad appena, 32 anni.

Fece il testamento, lasciando alla sorellina Lucia, di 13 anni più piccola di lei, nona figlia su 10, tutti i suoi beni, dichiarandola erede universale.

Ai fratelli Tomaso, Gavino,Angela Mariangela,Giovanni lasciò delle porzioni di eredità, ma erede universale fu dichiarata Donna Lucia  che abitav a Chiaramonti dopo la morte del cognato.

Si vede che dopo la vedovanza o forse anche prima Donna Lucia era arrivata da Nulvi a Chiaramonti per convivere con la sorella.

Contrariamente a quanto detto prima la genealogia parte da Andrea Tedde che sposa la benestante e di più antica nobiltà Marietta Delitala.
Il genealologo Gianni Vulpes ci ha fornito la genealogia della famiglia Tedde che pubblicheremo per intero nel libro in preparazione.
L’età di Donna Lucia  combacia con quella indicata dai funzionari del Rivarolo, che è il viceré, che la fa emergere dall’anonimato e che di fatto, seguito dall’Angius, la presenta come fazionaria della famiglia Tedde Delitala.
Molta letteratura e pubblicistica esalta “l’amazzone”, addirittura la “banditessa” “l’eroina” “la “patriota”contro i piemontesi, in realtà lei ha protetto il vendicatore Giovanni Fais, datosi alla latitanza, da un’ingiuria da lei subita con la sua fazione.Donna Lucia ha tentato la soluzione finale dei suoi parenti  Tedde in Chiaramonti che la osteggiavano e la danneggiavano, non ci riusci,ma comunque i suoi alleati eliminarono Matteo e il figlio Michele Tedde.
Per questo duplice delitto, di cui fu ritenuta la mandante, subì la condanna alla quale abbiamo ampiamente accennato.

Morì a 62 anni  forse di morte naturale e fu sepolta nella cappella di Sant’Antonio della  chiesa del Carmelo accanto alla sorella maggiore Gerolama che aveva disposto per testamento la costruzione della cappella;

“ qui su cadaver meu si depiat tenner in depositu finas a faguer sa capella de su Gloriosu Santu Antoni de Padua qui abaxiu depo testare”

E ancora

“et facta dicta capella quergio qui su cadaver meu siat interradu in dicta capella gasi est sa voluntade mia”.

Si rinvia per le note documentali al libro dove verranno pubblicati in appendice tutti i documenti consultati insieme alla letteratura.
Nel nostro lavoro che va avanti dal 2020 non abbiamo ambizioni di essere primi secondi o terzi,   interessante non dar luogo alle fantasticherie sulla nobildonna, ma alla ricostruzione storica sulla base dei documenti di cui abbiamo dato conto partendo dai Quinque Libri, dall’atto dei censi lasciati ai Carmelitani dalla nobildonna in suffragio della sua anima e da altri atti, infine, da quanto abbiamo tratto dal testamento di Donna Gerolama e di Donna Lucia, copia del quale abbiamo rinvenuto nell’Archivio di Stato di Torino nl fondo ecclesiastico dei Faldoni di Sardegna.
Se qualcuno, spinto da manie di primati, pensa che il nostro lavoro sia frutto di plagio di una sua relazione letta con voce flebile e incomprensibile, cinque volte richiesta e mai consegnata allo scrivente, ma sopratutto compilata senza indicare le fonti che ama tenere segrete, sbaglia di grosso.  Non vogliamo  entrare nelle patologie personali. Per fortuna la storia, visti i documenti, ognuno la può ricostruire a suo piacimento ed è per questo motivo che nel libro che pubblicheremo inseriremo anche un’appendice documentaria per lasciar libero chiunque di fare una sua ricostruzione delle vicende non solo dei personaggi, ma soprattutto della storia del paese con particolare riguardo al Settecento.

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