“Donna Lucia Tedde Delitala, tra storia e leggenda” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.
Su Donna Lucia Tedde Delitala o Delitala Tedde,data la liquidità dei due cognomi ereditati dal padre e dalla madre,sia nel cartaceo sia nel digitale si naviga tra tentativi di ricostruzione storica e leggenda..
La fantasticheria ce la presenta in primis come “banditessa” oppure femminista ante litteram o addirittura eroina. che cerca di contrastare l’azione portata avanti dai piemontesi in Sardegna. L’accademica di Cagliari, Maria Lepori e i cultori di storia locale Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro tentano invece, sulla base di documenti forniti da vari archivi, di fare una ricostruzione storica. Prima di tutto ka sua carta d’identità: nascita a Nulvi, dai 21/22 anni residente a Chiaramonti. I documenti rintracciati attestano il suo seppellimento nella cappella fatta costruire dai curatori testamentari della sorella maggiore Gerolama, nella chiesa del Carmelo di Chiaramonti, esattamente delle tre quella più vicina all’altare come si vede dalla fotografia. La prima cappella risulta acquisita per diritto dai Budrone nel 1730 [Coracensis], la seconda . dai Falchi (Coracensisi) e finalmente nel 1717 la terza dei Tedde Delitala, dove sono sicuramente sepolte in un baùl sia Donna Gerolama sia Donna Lucia. Un maldestro intervento di un impresario ozierese, nel 1997, ha fatto piazza pulita sia delle ossa dei sepolti sotto il pavimento dell’aula sia quella dei Budrone. L’intervento della sovrintendenza di Perfugas, a detta di Angelo Cocco di Martis, ha impedito che fossero messe all’aria i resti della Capella dei Falchi sia quella dei Tedde Delitala. Per cui è certo che in questa cappella sono sepolte secondo l’ordine dato ai curatori testamentari sia Donna Gerolama sia Donna Lucia. E’ indubbio che uno scavo, eseguito secondo l’arte, metterebbe a disposizione le ossa, forse qualche frammento della bara e del vestito carmelitano con cui le due nobildonne diedero ordine d’esser seppellite.
I due saggi di Maria Lepori narrano dell’arresto, della condanna agli arresti domiciliari a Cagliari, della sua permanenza di due anni nel capoluogo, mentre i tre cultori Tedde, Cascioni Soro, dai quinque librorum di Chiaramonti e di Nulvi, dai due testamenti, l’uno in sardo, quello di Donna Gerolama, il secondo in lingua spagnola, quella di Donna Lucia, si possono dedurre altri elementi sulla ricchezza, ma anche sul carattere delle due nobildonne. Contrariamente a quanto avviene per molti defunti, il testamento dei quali si distingue dall’inventario dei beni, nei testamenti delle due nobildonne comprendono sia il testamento sia l’inventario dei beni.
I quinque librorum sono conservati nell’archivio storico diocesano di Sassari, i testamenti si rintracciano tanto in Sardegna quanto in continente.
Agevolmente si rintracciano i titoli dei libri di Maria Lepori in internet e gli articoli documentati dei tre cultori Tedde, Cascioni, Soro che stanno curando un saggio, frutto delle loro ricerche. Speriamo che si superino le difficoltà della genealogia e si possa offrire uno spaccato della storia anglonese nel primo cinquantennio del secolo XVIII.