“Lucio Fiorentini prefetto di Sassari 1880-1884” di Donato D’Urso
Quando Garibaldi prese dimora a Caprera, furono le autorità di Sassari a “sorvegliare” lui, la numerosa famiglia, i visitatori italiani e stranieri,raccogliendo notizie o voci di qualsivoglia rilevanza e credibilità. La vigilanza continuava sul continente ogni qualvolta Garibaldi s’allontanava dall’isola ( 1 ).
Nel corso degli anni, nella sede sassarese si avvicendarono prefetti didiversa provenienza e formazione, solo in parte burocrati di carriera. Dal 1861 al 1882 furono complessivamente undici, tra i quali di particolare interesse sono le figure di Giuseppe Belli (giugno 1862-novembre 1868), Achille Serpieri (ottobre 1871-novembre 1873), Tommaso Arabia (novembre 1873-settembre 1876) e Lucio Fiorentini.
Essi avevano alle spalle l’esperienza delle lotte per l’indipendenza e l’unità italiana, come oppositori del governo austriaco, pontificio o borbonico. Lucio Fiorentini era originario di Vestone, in Valle Sabbia, nella parte orientale della provincia di Brescia. Nato il 25 ottobre 1829, apparteneva a famiglia di piccoli proprietari terrieri. Ebbe per compagno di studi Tito Speri, protagonista del Risorgimento in Lombardia negli anni 1848-1849 e condannato al patibolo. Nel corso della prima guerra d’indipendenza Fiorentini militò nel battaglione studentesco e combatté in Trentino ( 2 ). Inseguito, prese contatti con gli ambienti politici torinesi ed entrò nella redazione del quotidiano «L’Opinione». Nel marzo 1849 partecipò alla difesa di Brescia nelle memorabili dieci giornate e si distinse per avere sottratto all’esecuzione sommaria alcuni nemici feriti. Conclusi gli studi giuridici, dopo la liberazione e l’annessione della Lombardia al regno di Sardegna, entrò nell’amministrazione dell’Interno, come consigliere di governo a Brescia. Il decreto recava la data dell’11 dicembre 1859 ( 3 ). Anche per lui iniziò il faticoso tour d’Italie, imposto ai funzionari affinché conoscessero le varie realtà e non mettessero radici nello stesso posto, col rischio d’essere condizionati da amicizie e interessi.
Prestò servizio ad Ariano nell’Avellinese (1861-1865), negli anni del grande brigantaggio ( 4 ), poi a Pozzuoli (circondario della provincia di Napoli). Si fece benvolere a tal punto che, nell’isola di Procida, gli fu intitolato un asilo d’infanzia, fatto davvero inusuale ( 5 ).
Nel 1867 era consigliere delegato a Lecce. Nelle prefetture, i ruoli dirigenziali erano svolti dai consiglieri e uno di essi era delegato a sostituire il prefetto in caso di assenza o impedimento, ovvero in sede vacante in attesa del nuovo titolare. Tale incarico, che dava diritto anche a un soprassoldo, in genere aveva un riflesso positivo sulla carriera. Fiorentini fu poi sottoprefetto a Terni e Imola (1868-1872), regio delegato presso il comune di Piacenza ( 6 ), di nuovo consigliere delegato a Treviso ( 7 ), Siracusa, Verona, Aosta, Novara, Roma ( 8 ), infine Sassari. Qui, dopo che nel dicembre 1880 il prefetto Gaetano Del Serro fu trasferito ad Arezzo, Fiorentini resse la prefettura in sede vacante. Dopo oltre un anno, il governo lo nominò titolare, per cui egli rimase complessivamente a Sassari quattro anni, sino al dicembre 1884 ( 9 ). .Dalle carte riservate del ministero dell’Interno conosciamo quali giudizi furono espressi sul suo conto. A Terni e Imola ebbe attriti coi deputati del collegio. A Piacenza svolse bene l’incarico e meritò l’elogio dei superiori. A Verona fu giudicato troppo desideroso di figurare. Ad Aosta riportò ottime informazioni.
A Sassari ebbe lodi dalla Deputazione provinciale che chiese non fosse trasferito e, in tal senso, s’espresse anche l’onorevole Salvatore Parpaglia, originario di Bosa e deputato per nove legislature. In una corrispondenza pubblicata nella «Lega della Democrazia»,Fiorentini fu attaccato per avere sciolto alcuni circoli e società politiche e ricevette una deplorazione da Roma per il fatto che, nel cimitero di Sassari, era stato dedicato un ricordo marmoreo al mazziniano Giuseppe Giordan Sanna, contenente «espressioni contrarie alla sicurezza dello Stato» ( 10 ).Si legge di lui nelle note riservate: Colto e pieno di buona volontà. Animo eccellente, ambizioso e chiassoso, si compiace assai di quel che fa, e desidera che gli altri lo sappiano e lo applaudiscano. Perciò ha riputazione di cuor leggero; ma in ciò v’ha esagerazione, ché all’occorrenza ha mente ferma ed energia. Anzi quasi direbbesi che è battagliero e che non sta male nella provincia in cui prevalgano le lotte e i conflitti. Checché se ne possa dire, a Sassari ha reso molti servizi in materia politica e di pubblica sicurezza. Quando egli andò colà la provincia era in mano del partito sovversivo, ed egli lo ha sgominato – le invasioni e le aggressioni si succedevano frequentemente ed egli ha ridonato l’ordine e la sicurezza […] Non è uno di quei prefetti, e non son pochi, che speculano sulle spese d’uffizio, di pubblica sicurezza, e sulle indennità di rappresentanza. Egli ama di figurare, e perciò spende […] Tollerandogli qualche debolezza, può stare a capo di qualunque prefettura di secondo ordine, poiché ha ingegno, cultura e abilità amministrativa e politica ed è infine d’una integrità senza pari ( 11 ). Fiorentini manifestò sempre passione per lo studio e la scrittura e, nel corso degli anni, dette alle stampe testi di ricerca storica e giuridica, alcuni con intenti divulgativi, altri con pretese di maggiore scientificità. Se ne dà un elenco parziale, precisando che di alcuni libri furono pubblicate piùedizioni, segno di indubbio successo: Guida alla politica pel popolo italiano (1859), La religione e il potere temporale dei papi (1860), Lostatuto spiegato al popolo con una appendice sul diritto elettorale (1861), Gli ultimi venti anni in Italia: storia popolare (1867). Quanto all’esperienza quadriennale sassarese sono di notevole interesse i discorsi tenuti, seconde le regole del tempo, dinanzi al consiglio provinciale, all’apertura della sessione ordinaria. Erano esposizioni ricognitive e propositive nei vari rami di attività: amministrazioni locali e conti pubblici, istruzione, opere pie, sanità e igiene, lavori pubblici, imposte e tasse, sicurezza. Si riportano, in estrema sintesi, alcuni passaggi dei discorsi del 17 agosto 1881 e 26 agosto 1882. Si è scelto, per comodità, di suddividere il testo in aree tematiche.
Asse ecclesiastico. Il patrimonio ecclesiastico liquidato devolvibile riuscì netto nella somma di L. 6.443.722. Alla fine del 1880 la vendita raggiunse la somma complessiva di L. 5.887.399, divisa in lotti n. 2298. Non rimane pertanto ad alienarsi che per la somma relativamente piccola di circa L. 260.000.
Bilanci dei Comuni. Tutti i 107 Comuni della Provincia hanno un bilancio della spesa complessiva in L. 5.927.646; di questa somma L. 1.991.847 furono spese in opere pubbliche e L. 282.282 nella pubblica istruzione. È poi necessariamente richiesto anche il vedere, se quanto si spende siasi speso con gli sperati risultamenti, se al seminato corrisponda la messe.
Scuole e Università. La vostra Università costa L. 70 mila di sussidi locali, cioè L. 45.000 da parte della Provincia e L. 25.000 da parte del Municipio di Sassari ( 12 )Sarebbe assai buon consiglio quello di sostituire ai ginnasi, in alcune città dei circondari, altrettante scuole tecniche
Lavori Pubblici. Si è coperta la vostra Provincia di una vera rete di strade, di costruzione governativa per chilometri 698; provinciali per chilometri 32,479; comunali per chilometri 133,035.
Agricoltura. Mercé il concorso della Provincia e di qualche sussidio che ci viene da alcuni Comuni, il Ministero di Agricoltura e Commercio potrà fondare una scuola agraria in Nulvi, prima nell’isola.
Articoli di esportazione. La nostra esportazione fa capo quasi esclusivamente in Francia ed in particolare a Marsiglia e l’articolo nostro che ivi è più ricercato è quello del bestiame. Notevolissima è pure l’esportazione che si fa dei vostri olii, ma questo genere ha un altro mercato interno ove si spaccia in gran quantità, ed è Genova.
Il bestiame. Mi è riuscito di avere sul medesimo i dati dal 1870 al 1879. Si sono esportati per la Francia tori e vacche n. 133.261 capi, più in cavalli, animali suini e montoni altri capi n. 13.670.
Olii. In oggi potete contare una superficie coltivata ad ulivo di ben 8000 ettari, i quali possono dare all’esportazione il quantitativo di oltre 50000 quintali di olio.
Vino. 258.848 ettari sono addetti nella vostra Provincia alla coltivazione della vite, e i vigneti vanno sempre estendendosi, esempio il vostro agro sassarese.
Industria del carbone di legna. L’esportazione che era nel 1871 per lire 750.368, salì nel passato anno a lire 930.870; ma di questo aumento, quantunque non confrontabile con gli altri, non me ne compiaccio, voi ne sentite le ragioni, alle quali accennerò più oltre.
Banche di credito. Sassari conta numero sei istituti di credito. La somma complessiva impiegata dagli stabilimenti in sconti ed anticipazioni, soltanto in questo capoluogo, ascese nel 1880 alla cospicua cifra di L. 29.746.063, i benefici raccolti da questi istituti sulle suddette operazioni furono di L. 371.731 e la media delle somme depositate a risparmio ed in conto corrente ad interesse, si mantenne in L. 1.670.000.
Nuova convenzione per le corrispondenze marittime. Il Governo rese ancora un gran servizio alla vostra isola, col soddisfare pienamente il voto di tutti i Sardi, di avere cioè una giornaliera corrispondenza col continente, e dei Sardi della parte occidentale dell’isola, collo stabilire una linea di comunicazioni periodiche per mare, fra Cagliari e Porto Torres.
Destinata all’ampliamento del porto di Porto Torres, in preventivo vi era la somma di L. 2.000.000; per un maggiore allargamento a levante furono assegnati altri 600.000 franchi.
Ramo forestale. Non dobbiamo, del malanno della siccità che oggi ci affligge, assegnare l’unica causa all’improvvida balìa che ebbe la scure del legnaiolo (unita, fra parentesi, all’incendio agrario) – quest’anno dal sud al nord la siccità fu ed è generale. Bisogna rimediare ad una deplorevole lacuna occorsa nella legge organica 1877, nella quale nessuna delle foreste di Sardegna fu classifica fra le inalienabili. Recatomi a Roma ho potuto ottenere, mercé la savia e cortese accondiscendenza del ministero di Agricoltura e Commercio, e di quello delle Finanze in specie, perché materia più direttamente sua, che si sospendessero le vendite delle foreste di Bultei e di Anela.
Pubblica sicurezza. Io devo parlarvi del gravissimo argomento. Sono in oggi 127 i latitanti nella vostra provincia, mentre nel 1871 erano 350. E a dir vero, è colpa vostra, se il bandito agli occhi di molti delle campagne, mantiene ancora un qualche prestigio, quel prestigio che gli era forse dovuto quando nei tempi passati, rappresentava esso solo la vivente e coraggiosa protesta contro la prepotenza, da qualsiasi parte fosse venuta? È colpa vostra dico, se molti dei vostri campagnoli, credono ancora doveroso il ricettare in casa loro il ricercato dalla giustizia e il tenerlo nascosto, il custodirlo con fede religiosa, nel caso che la forza pubblica si presenti per impossessarsene?.
In questo semestre la nera statistica mi offrì 31 assassinii ( 13 ), 15 omicidii, 12 grassazioni, delle quali 1 con omicidio, 23 incendi, 1 guasto doloso alle ferrovie.
La maggior parte dei reati di sangue sopra numerati è dovuto allo spirito di violenza e di vendetta – la causa di lucro vi figura scarsamente – anche alcune delle più clamorose grassazioni, a domicilio, furono reati che avevano assunto questa figura, per coprire vendette. Si è ricorso ai premi, secondo il sistema inglese, e in quale misura? Dopo la provincia di Palermo, quella di Sassari figura nel Regno la seconda! – sono stabiliti premi per oltre lire 20.000!
Parecchie stazioni nuove di Reali Carabinieri furono impiantate e per l’impianto di altre sono pendenti le pratiche, che quanto riescano di difficile definizione non è bisogno che lo dica a voi, che conoscete le condizioni di certi comuni. Furonoancora messe in azione parecchie colonne volanti. Vorrete meco profondamente deplorare le vite di ben quattro carabinieri caduti vittime. Nella persecuzione dei banditi, come riesce evidente a tutti, non è tanto questione di forza, quanto di buone informazioni.
E notate che frattanto nelle nostre carceri giudiziarie di Sassari, Nuoro e Tempio vi sono degenti n. 621 individui, ossia vi è una forza, per usare il linguaggio dei luoghi, superiore alla loro capacità normale. So bene che potrebbero escogitarsi alcuni mezzi. Uno di questi mezzi sarebbe il disarmo. Veramente è uno spettacolo pittoresco se volete, ma poco in armonia coi costumi moderni, il vedere nelle vostre sagre di campagna tutti quei cavalieri, armati di fucile e d’altre armi, non certo a difesa, sì bene a scopo quasi di ornamento; ma lo so io cosa mi costa il frenare un po’, il porre qualche ostacolo a codesta mania universale di voler essere tutti armati!
Sul tema della sicurezza, nella relazione riservata inviata a Roma per il secondo semestre 1882, il prefetto affermava, riferendosi agli organizzatori della bande: Nella loro maggior parte, sono persone relativamente agiate ed in alcuni Comuni si additano le famiglie che arricchirono, che hanno oggi una posizione finanziaria e sociale relativamente rispettabile, il che devono alle imprese di grassazioni compiute dai loro maggiori […] Se lo scopo del crimine il più delle volte è la vendetta, il lucro sta in linea secondaria e lasciato a compenso totale degli esecutori […] La solidarietà poi tra di loro è tale che sono capaci di esporsi alle più dure prove con simulate latitanze, per dirimere i sospetti sui veri autori di un misfatto, soffrire catture e persino condanne, piuttosto che deporre in favore della giustizia a danno dei consaputi veri colpevoli ( 14 ).
In un opuscolo dal titolo Polizia e giustizia nel Nuorese l’avvocato Arturo Santini, che scriveva con pseudonimo di Porthos sulla «Bandiera Sarda», riferendo che aveva segnalato al prefetto la condotta riprovevole di un delegato di pubblica sicurezza, aggiungeva: Il comm. Fiorentini, uomo di cuore ed attivo, è però uomo dalle prime impressioni: questo è il suo lato debole come pubblico funzionario, e se amici sinceri, e ve ne sono tanto pochi, non lo mettono sull’avviso, è da questo lato che abilmente i furbi lo possono sfruttare. Il comm. Fiorentini, ebbi occasione didirglielo a voce ripetute volte e con tutta franchezza, del Nuorese non si è formato un giusto concetto […] l’egregio Prefetto fu obbligato ad accettare per oro di coppella, l’orpello della peggiore qualità, che gli si mandava dai suoi dipendenti nelle relazioni e nei rapporti ( 15 ).
In occasione della morte di Garibaldi, il prefetto Fiorentini si rese portavoce presso la famiglia dell’estinto del desiderio della casa reale e del governo che non si procedesse alla cremazione ma a una sepoltura tradizionale. Curò anche che fosse fornito quanto necessario, a cominciare dalla cassa funebre. La questione è nota e non si ritiene qui di tornarci sopra ( 16 ). Non si possono sottacere le critiche espresse da alcuni organi di stampa, in particolare il «Filopono», settimanale cagliaritano di attualità, politica e cultura, del 18 giugno 1882:
Il prefetto di Sassari, destinato per la sua posizione ufficiale, come capo della provincia alla quale appartiene l’isola di Caprera, a fare gli onori di casa ai visitatori, se ne stette dalle cinque del mattino sul vapore messo all’uopo a sua disposizione dal Ministero, a scorrazzare fra la Maddalena e Caprera, senza profitto alcuno, e mentre volta per volta avrebbe potuto offrire facile mezzo di sbarco ai molti visitatori, si contentò di correre da nave a nave, gridando, come un energumeno, che la cerimonia funebre era alle 3. Ma era davvero buffa la figura del prefetto Fiorentini […] ( 17 ). Un legame particolare tra Fiorentini e Garibaldi riguarda un cimelio: nel1880 il prefetto consegnò al municipio di Brescia la sella usata dal generale al tempo delle guerre in Sud America e da lui donata a Tito Speri, il quale con disposizione testamentaria l’aveva lasciata all’amico Fiorentini ( 18 )Lasciata Sassari, la carriera prefettizia proseguì a Belluno ( 19 ), Bergamo e, infine, Cosenza. Particolarmente lungo il soggiorno a Bergamo – oltre sei anni – che permise a Fiorentini di promuovere una corposa ricerca di tipo statistico: Monografia della provincia di Bergamo di oltre 500 pagine. Anche a Bergamo si propose di combattere i clericali, lì particolarmente forti ( 20 ). Nella città orobica perse la moglie Daria Riva Porro, originaria di Como, sposata vent’anni prima. Collocato a riposo dal 1° maggio 1892 a 63 anni,
Fiorentini si dedicò con maggiore lena agli studi storico-politici, dando alle stampe Il giubileo papale e le nozze d’argento (1893), Clive, Warren- Hastings, Wellesley, Crispi: divagazioni storiche (1895), La marcia del socialismo (1895), Socialismo ed anarchia (1895), La nuova tattica del socialismo adottata negli ultimi suoi congressi (1896), Di alcuni elementi sociologici nei recenti moti di Milano (1898), La evoluzione del socialismo alla fine del sec. 19° (1901). «Come prefetto aveva evidenziato il pericolo clericale, come studioso prese di mira il socialismo attaccandone le fondamenta teoriche» ( 21 ). Aderendo alle premure di molti, pubblicò Le dieci giornate di Brescia del 1849: reminiscenze (1899), una delle migliori ricostruzioni della pagina risorgimentale tanto famosa.
Il 21 novembre 1901 fu insignito del laticlavio ( 22 ), quando capo del governo era il conterraneo Giuseppe Zanardelli ( 23 ). Morì a Bologna l’8 novembre 1902 e fu commemorato in assemblea dal presidente del senato Giuseppe Saracco ( 24 ).
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1 Filippo Antonio Gualterio, prefetto di Genova, assoldò come informatore prezzolato Stefano Canzio, marito di Teresita Garibaldi (B. MONTALE, Filippo Antonio Gualterio prefetto di Genova, in «Miscellanea storica ligure», 1976, n. 1, p. 90; N. NADA – V. G. PACIFICI – R. UGOLINI, Filippo Antonio Gualterio, Orvieto, Ente Cassa di Risparmio di Orvieto, 1999, p. 98).
2 M. BONESCHI, Gente di città e gente di montagna: storie di volontari e valligiani nelle campagne risorgimentali in Lombardia e Trentino, Milano, Ledizioni, 2016.
3 «Rivista amministrativa del Regno», X (1859), p. 936.
4 N. FLAMMIA, Storia della città di Ariano: dalle sue origini sino all’anno 1893, Ariano, Tip. G. Marino,
1893; F. MOLFESE, Storia del brigantaggio dopo l’Unità, Milano, Feltrinelli, 1974 [ed. orig. 1964],
ad indicem; B. SALVATORE, Le condizioni del Circondario di Ariano nella relazione del sottoprefetto
Lucio Fiorentini, in «Vicum», XVI (1998), n. 1-4, pp. 5-25.
5 M. PARASCANDOLA, Cenni storici intorno alla città ed isola di Procida, Napoli, Tip. De Bonis, 1892, p. 47.
6 Relazione fatta dal cav. avv. Lucio Fiorentini per la città di Piacenza nell’atto che il giorno 3 febbraio 1876 insediava il nuovo consiglio comunale, Piacenza, Marchesotti, 1876.
7 «Il Gaspare Gozzi. Giornale letterario didascalico», I, n. 24, 14 aprile 1873, pp. 383-384; L. FIORENTINI,
Il terremoto del 29 giugno nella provincia di Treviso, Treviso, Tip. Zoppelli, 1873.
8 Una gustosa descrizione dell’estrazione dei numeri del lotto, a cui Fiorentini presenziava in veste di consigliere delegato, è in G. FALDELLA, Salita a Montecitorio 1878-1882: caporioni, profili, Torino, Roux e Favale, 1883, pp. 83-84.
9 Per gli sviluppi della carriera prefettizia: M. MISSORI, Governi, alte cariche dello Stato, alti magistrati e prefetti del Regno d’Italia, Roma, Ministero beni culturali e ambientali, 1989, pp. 418, 423, 460, 530, 584.
10 E. GUSTAPANE, I prefetti dell’unificazione amministrativa nelle biografie dell’archivio di Francesco
Crispi, in «Rivista trimestrale di diritto pubblico», XXXIV (1984), n. 4, pp. 1085-1086.
11 V. G. PACIFICI, Le schede riservate dei prefetti del regno d’Italia in servizio nel 1887, Torino,
L’Harmattan Italia, 2014, pp. 62-63.
12 G. FOIS, Storia dell’Università di Sassari 1859-1943, Roma, Carocci, 2000; Storia dell’Università di Sassari, a cura di A. MATTONE, Nuoro, Ilisso, 2010.
13 L’omicidio, se aggravato, era qualificato “assassinio” e punito con la pena di morte.
14 G. CAROCCI, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino, Einaudi,
1956, p. 552.
15 A. SANTINI, Polizia e giustizia nel Nuorese, Cagliari, Stabilimento tipografico del Corriere, 1884, p. 25.
16 Tra la vastissima bibliografia: A. FRAU – G. RACHELI, Garibaldi a Caprera: bibliografia cronologica della vita privata di Garibaldi nell’isola, Calasetta, Vert Sardegna, 1982; R. UGOLINI, L’attività politica di
Garibaldi nei silenzi di Caprera, in Miscellanea in onore di Ruggero Moscati, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, 1985, pp. 645-659; E. CORDA, Garibaldi in Sardegna, Milano, Rusconi, 1991; A. SCIROCCO, Garibaldi: battaglie, amori, ideali di un cittadino del mondo, Bari, GLF editori Laterza, 2001; I Garibaldi dopo Garibaldi: la tradizione famigliare e l’eredità politica, a cura di Z. CIUFFOLETTI – A. COLOMBO – A. GARIBALDI JALLET, Manduria, Lacaita, 2005; U. CARCASSI, Giuseppe Garibaldi. Morte e sepoltura. La salma tra cremazione, imbalsamazione e conservazione, in «Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna», XIX, fasc. 28/II, 2006-2007, pp. 109-118; D.
MENGOZZI, Garibaldi taumaturgo: reliquie laiche e politica nell’Ottocento, Manduria, Lacaita, 2008;
Giuseppe Garibaldi: il mito, l’unità d’Italia e la Sardegna, a cura di A. NIEDDU – G. ZICHI, Cagliari, AM&D, 2011.
17 Testo riprodotto in E. CORDA, Garibaldi in Sardegna cit., pp. 196-197.
18 F. VENOSTA, Giuseppe Garibaldi: memorie sulla sua vita, Milano, Barbini editore, 1882, pp. 60-61.
19 F. BIZZARINI, La figura del prefetto a Belluno tra il 1866 e il 1886, tesi di laurea, Università degli Studi di Trieste, facoltà Lettere e Filosofia, a. a. 1998-1999.
20 F. FONZI, La trasformazione dell’organizzazione politica nell’età crispina, in Problemi istituzionali e riforme nell’età crispina, Roma, Isri, 1992, pp. 32-33, 62.
21 G. MONSAGRATI, Fiorentini Lucio, in Dizionario biografico degli italiani, 48, Roma, Iei, 1997, p. 151.
22 https://notes9.senato.it consultato il 31 gennaio 2022.
23 E. SANESI, Giuseppe Zanardelli dalla giovinezza alla maturità, Brescia, Ateneo di Brescia, 1967, p. 46.
24 Nota bibliografica: A. DE GUBERNATIS, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma, Forzani e C., 1895, pp. 396-397; «L’Illustrazione italiana», XVIII, n. 49, 8 dicembre 1901, pp. 384, 394; «Il
Resto del Carlino», 10-11 novembre 1902; «Almanacco Storico della Illustrazione Italiana», VIII (1902-
1903), p. 167; Le carte di Giovanni Lanza, a cura di C. M. DE VECCHI, VI, Torino, s. n., 1938, ad indicem;
Enciclopedia biografica e bibliografica italiana: il Risorgimento. Gli uomini politici, II, a cura di F.
ERCOLE, Roma, Istituto editoriale italiano, 1941, ad vocem; A. SATTA-BRANCA, Giornale dell’antica
Sardegna, Cagliari, Editrice sarda, 1968; Enciclopedia bresciana, a cura di A. FAPPANI, IV, Brescia, La voce del popolo, 1981, ad vocem; G. TALAMO, Storia e cultura nel Risorgimento italiano, Roma, Archivio
Guido Izzi, 1993, pp. 218-219; G. MARCHESI, Lucio Fiorentini (1829-1902), in https://vallesabbianews.it consultato il 15 settembre 2020. Lucio Fiorentini prefetto di Sassari (1880-1884).doc
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