“Marianna Bussu (1941-2022) vicina di casa, più di sorella, condivisione delle primizie” di Angelino Tedde
Si levava presto Marianna, verso le cinque del mattino sia d’estate sia d’inverno: aveva conservato le abitudini della sua gioventù di abitatrice delle aziende agro-pastorali dei Falchi nelle località di Abba Salidae e di Pedru Canu vicino a Cachile. Era la maggiore delle tre sorelle e del fratello che si può dire che ha allevato. Successivamente dopo 4 anni di colf a Roma presso una famiglia nobile di Bonnanaro aveva raggiunto a Gallarate la sorella Francesca che lavorare già in ospedale come infermiera interna. Anche lei fece il corso di allieva interna sotto la guida delle Figlie della Carità che le seguivano. Dovevano timbrare il cartellino prima di uscire e dovevano essere in ospedale entro le nove di sera. Le vincenziane seguivano anche la loro formazione spirituale con essercizi spirituali in località suggestive. La vita d’infermiera era abbastanza dura con turni di giorno e di notte per l’assistenza ai malati. Non mancava della compagnia delle sorelle anch’esse infermiere. Dopo anni di lavoro professionale, rientrata in paese, conobbe il suo compaesano Mario che si uni a lei in matrimonio. La loro unione non fu allietata da figli.
Marianna rimase vedova circa 15 anni fa , facendo fronte alla sua solitudine con la preghiera per il defunto marito, con la lettura delle riviste, con la visione di buoni programmi televisivi e con lunghe conversazioni al telefono quando le sorelle e le amiche del paese la chiamavano per informarla delle vicende dei vari rioni che amava subito condividere con noi che partiti da Chiaramonti nel 1963 siamo rientrati nel 2012. Lei che ci sapeva preoccupati delle sorti demografiche economiche e sociali del paese c’informava non senza un certo brio. Frequentava la chiesa nelle feste comandate e negli anniversari dei cari defunti: il marito, la madre, il padre per i quali non mancava di dare tutti gli anni una messa di suffragio. In certi periodi dell’anno si recava dalle sorelle a Perfugas e a Tempio dove non mancava di dare una mano nella vendemmia della bella vigna del fratello Virgilio. Quando non andava a trovarle le sentiva al telefono per sapere anche di loro e dei nipoti e pronipoti. Quando parlava dei nipoti e dei pronipoti andava a in visibilio, quasi fossero suoi figli. Pur non conoscendoli li abbiamo visti crescere dalle sue narrazioni calorose e particolareggiate. A volte venivano a trovarla
Quando rientrava portando frutta e verdura ce ne faceva parte insieme ai racconti sui nipoti e pronipotini. Qui nel rione di San Giovanni era ben voluta era sempre pronta a fare le iniezioni intramuscolari a chi ne aveva bisogno e a misurare la pressione col suo stetoscopio da infermiera.
Si prestava volentieri a dare una mano quando le amiche la chiamavano per fare ii dolci del periodo pasquale e natalizio e anche in quel caso ne faceva parte a noi. Era sempre calma e sorridente e nel nostro rione tutti le volevano bene.Quando arrivavano i miei figli faceva loro buon viso e s’informava sulle loro attività, ma sopratutto prediligeva mia nipotina Alice alla quale aveva comprato una sedietta dove lei amava spesso andare a stare con Zia Marianna che le offrire le caramelle Per lei stravedeva. Ma anche mia nipotina osservando il soppalco delle meraviglie dove il marito aveva costruito in legno tanti oggetti compresa una chiesetta alpina:
-Zia Marianna, guarda, una mosca è entrata nella chiesetta a pregare!- diceva la fanciullina e lei si faceva delle risate ogni volta e chiedeva ogni tanto se la mosca fosse arrivata, mia nipotina rispondeva -Ancora no, ma già sto attenta!- Quando la mosca arrivava correva da lei per dirle:-Vieni vieni, zia Marianna, la mosca è entrata a pregare!-
Più tardi veniva a casa e col più grande piacere del mondo Marianna ci raccontava tutti questi episodi.
La sua giornata era zeppa d’impegni e non si annoiava affato. Di tanto in tanto veniva a casa a farsi una chiacchierata con mia moglie, ma al tempo della frutta o delle bietole o di tutte le leccornie che il fratello o la sorella le portavano immediatamente faceva la parte a anche a noi.
Bussava alla porta, chiedeva di Domitilla e quindi l’apertura del pacco o del piatto con ogni genere di frutta: fichi, albicocche, pesche, pere, mele e molta bietola. Non mancava di condividere i dolci che le regalavano. Mia moglie sapeva che era golosa di torta e di gelato e allora per Marianna era una festa quando le portava la confezione di gelato o una grossa fetta di torta..
Sovente il mio compleanno capitava in giorni feriali e allora la ricorrenza si festeggiava con lei e con Giovanna a base di pizza e di torta e gelato.
La consideravo la mia maestra di lingua sarda perché lei quando parlava in sardo mi svelava detti e proverbi e parole da me sconosciute. Quando componevo in sardo non mancavo di chiamarla al telefono due o tre volte al giorno. Certe espressioni, che oggi conosco lo debbo a lei che avendo il padre di Ollolai aveva appreso il suo linguaggio più arcaico e colorito della parlata chiaramontese.
Dire che era una buona vicina di casa è dir poco perché il nostro rapporto era come quello fraterno.
Quando veniva a casa e aveva un pò di tempo facevamo crocchio e ascoltarla era un piacere. In estate con mia moglie si metteva a prendere il fresco sull’uscio oppure nel mese di maggio si scendeva verso la Madonna di Lourdes che sta sulla strada e si andava con lei a recitare il santo rosario.
Da quando si è ammalata gravemente il vicinato è muto e noi abbiamo avvertito subito la sua grave mancanza.
Si può dire che abbia passato sei mesi di calvario. Il 16 agosto è volata in cielo e stamane dopo la santa Messa al Carmelo, la sua salma accompagnata da Don Angelo, è stata tumulata alla presenza dei parenti e degli amici nella sua tomba di famiglie accanto al marito Mario, che aveva tanto amato e seguito con tanta cura durante l’anno della sua malattia.
Ora ci mancherà, ma da credenti sappiamo che è vicina a Dio e a noi e che un giorno la incontreremo.
Riposa in pace cara, amata e dolce sorella.
A Virgilio, a Francesca, a Peppina, a Candida il nostro più affettuoso cordoglio con la nostra affettuosa vicinanza ai cari nipoti e pronipoti che stamane sono venuti a dare l’ultimo addio all’amata Zia Marianna.