“Gesuino Donadu (Chiaramonti,1940-2022), noto Gigino, gran lavoratore e memoria di poesia sarda, se n’è andato” di Ange de Clermont
Il suo nome era Gesuino, ma tutti lo chiamavano Gigino. Era nato nel 1940 e faceva parte di una famiglia di lavoratori, muratore compito come suo fratello Gavino. Da giovane giocava a pallone ed era un difensore impenetrabile. Gli avversari avevano un certo timore a scontrarsi con lui.
Ho il ricordo di quando i due fratelli mi posero entrambi i mattoni refrattari nel caminetto nel 1991.
Era cordiale Gigino e amante della poesia e fino a qualche giorno fa quando incontrava qualcuno che volesse ascoltarlo recitava a memoria i versi di Gavino Contini, In proposito lo ricorda l’amico Cinneddu. Egli non si fermava a fare il semplice muratore, ma sapeva svolgere con altrettanta perizia il frutticultore e l’ortocultore. Si può dire che non avesse riposo. Il lavoro era la sua passione dominante. Si era fatta una bella casa in Caminu de Cunventu e la teneva linda nella facciata dove non doveva esserci nemmeno la caccoletta di mosca.
Si era sposato abbastanza giovane e io ricordo come altri amici che fummo coetanei nel fidanzamento, esattamente nel corso della novena a Maria Bambina di Santa Maria de Aidos, dal 31 agosto all’8 settembre del 1961, esattamente sessanta anni fa, giusto fidanzamento di Diamante. Gigino con Pina, Angelino con Domitilla, Piero con Teresa, Cinneddu con Lucia, Raffaele con Vittoria.Le cinque coppie, mano nella mano, recandoci alla novena facevamo sapere al paese che ci eravamo fidanzati. Costume davvero contadino, fidanzamento senza alcuna spesa né inviti, ma piuttosto circonfuso di religiosità devozionale alla Vergine che a 15 anni si era sposata con San Giuseppe. Oggi anche se il costume è andato in disuso la festa viene gestita dalle adolescenti che curano l’evento religioso e quello conviviale, con l’offerta di dolci e torte e vino e altre bibite. Allora non si offriva nulla, ma la notizia presto si diffondeva in paese. Le uscite delle coppie in genere erano rigorosamente accompagnate da una sorella o da un fratellino onde evitare approcci non consentiti se non col matrimonio.
Delle cinque coppie Piero e Teresa sono scomparsi entrambi, Raffaele e Gigino se ne sono ugualmente andati, lasciando le consorti vedove, restano ancora in vita Angelino e Domitilla, Cinnedu e Lucia che si apprestano l’anno prossimo a festeggiare le Nozze di Diamante. Sessant’anni trascorsi come un giorno. Uno sguardo dal balcone è la vita, diceva mio nonno Michele Piras.
Per Gigino si è chiusa la vita tribolata di questa terra per aprirsi lassù dove le sofferenze passate diventano gioie preziose.
A Pina, che giace ammalata, facciamo le nostre sentite condoglianze e così ai due figli. Non dimenticheremo l’amico fraterno e il coetaneo di fidanzamento e assicuriamo preghiere per l’anima eletta.