“Simone Unali: presto Guardia Marina tra alcuni anni ingegnere navale” di Ange de Clermont
Simone Unali, allievo dell’Accademia navale di Livorno, tra i primi della sua classe a vincere il posto in Italia, non si dimentica ogni volta che viene in paese di farmi una visitina. Io gli voglio bene come ad un figlio del cuore. Tra la terza media e il Liceo Scientifico ha composto sotto la mia tutela, insieme allo studenti inInformatica Francesco Dettori il bel libro sulle chiese e i cimiteri di Chiaramonti che, tra poco pubblicheremo per intero su questo nostro blog, dal momento che in commercio non lo si trova e il Sindaco, dati i legami parentelari non può promuoverne la ristampa per donarla a tutti i compaesani che inutilmente si rivolgono a me che ho dato tutti e dieci volumi di cui mi hanno fatto omaggio gli autori. Per fortuna Simone me ne ha procurato uno.
Viene Simone e io lo intervisto sullo stato degli studi e ogni volta mi preoccupo di predisporre un pezzo sul suo progresso nella carriera. Al termine di quest’anno accademico diventerà Guardia Marina, equiparato al grado di sottotenente.
Dovrà fare ancora un altro anno per il conseguimento della laurea breve si fa per dire breve eufemisticamente, ma che è invece una buona laurea o come dicevano anticamente “licenza” e come dicono ancora i francesi e i tedeschi. Laurea in ingegneria navale. A termine di questo triennio gli allievi frequentano la scuola dell’accademia, ma vivono liberi in città indipendenti. Volendo ci si può fidanzare e sposare anche se manca ora il ballo delle debuttanti a cui sono ammesse non solo le figlie degli ufficiali, ma tutte le ragazze che lo desiderano.
I professori sono docenti universitari militari, ma anche accademici dell’Università Pisana, il fior fiore dell’intellettuali che la prestigiosa università di Pisa con la Scuola Normale si può permettere. Degli allievi il 20% sono donne e i rimanenti uomini.
Concluso il quadriennio di esami e di tirocinio sulle navi prestigiose che solcano tutti i mari, gli allievi possono scegliere liberamente di frequentare i rimanenti due anni magistrali a Genova, a Venezia e a Trieste. Sempre collegati ovviamente alla loro Accademia, alle navigazioni periodiche e agl’impegni presi.
Per 10 anni, dopo la laurea debbono servire come ingegneri navali la Marina e dopo, volendo, possono anche tornare alla vita e alla professione civile.
Una bella formazione, un sesennio di studi e tirocinio che si riscontra nei college americani e di altri paesi del mondo con cui del resto avvengono scambi di allevi per un semestre.. Parlano la lingua inglese e con questa possono frequentare anche sei mesi all’Accademie de France che ha forgiato a suo tempo Napoleone Bonaparte. Simone, tra l’altro, può vantare su antenati e collaterali, matematici e militari. Si sa che in ogni terreno buono e fertile cresce buon grano come da una genealogia bene assortita vengono discendenti adeguati.
Auguriamo a Simone una brillante carriera militare nella navigazione e nella professione. Mi auguro che questi articoli periodici spingano altri giovani chiaramontesi a dedicarsi alle professioni severe che sono poi quelle più formative del carattere e della personalità e che aprono orizzonti civili e morali di alto livello, non solo a vantaggio della famiglia, ma anche a vantaggio della comunità nazionale alla quale si appartiene.
Dopo il Ventennio pare che le professioni militari siano decadute, ma non è così dal momento che molti primari ospedalieri e universitari e alti funzionari dello Stato, ambasciatori e addetti culturali provengono da famiglie delle Guardie di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, dell’Esercito e della gloriosa Marian Militare Italiana. Nelle famiglie in cui vige un minimo di disciplina è normale che provengano rampolli a vantaggio della società.