“Elisabetta Pisu:la farmacista affabile e generosa ci ha lasciati prematuramente” di Ange de Clermont
Alla notizia della scomparsa improvvisa della dr.ssa Elisabetta Pisu, i chiaramontesi sono rimasti frastornati. La sua ancor giovane età, la sua affabilità nel portare avanti il servizio essenziale della farmacia in paese, secondo la tradizione di famiglia, il padre e la madre e poi lei col marito farmacista anche lui. Molti la chiamavano Elisabetta, dimenticando il titolo accademico, segno del benvolere e dell’affabilità che usava verso tutti. Poi, all’improvviso, un male fulminante l’ha rapita a tutti noi. Se ogni scomparsa umana ferisce il cuore, la scomparsa di un’ancora giovane donna o uomo lo macera.
Lo macera ancor di più se si tratta di una persona che ha fatto della sua vita un servizio permanente alla comunità. Di lei si può dire che era tutta casa, famiglia e farmacia. Le bimbe allevate e ormai giovani costituiscono sempre una preoccupazione per una madre, la nipotina, di cui senza esibizione andava orgogliosa, le opere caritative: prodotti per la casa degli anziani e abiti di lana per i senza tetto.
Una madre di famiglia aperta al paese senza esibizione e senza rumore. E’ vissuta così Elisabetta fino all’ultimo giorno della sua vita che si è spenta qualche giorno fa. E’ la prima domenica che il suo cuore non palpita più tra i vivi e la sua salma andrà a riposare nel muto camposanto. Il Covid ha impedito alle figlie e al marito, alla madre e agli altri parenti e affini di elaborare il lutto con l’abbraccio di centinaia di paesani che numerosissimi sono accorsi al Monte Carmelo. Al di là di questi frangenti, di Elisabetta vogliamo ricordare alcuni pensieri che manifestano la sua partecipazione ai problemi del paese: in primo luogo la mancanza di un medico, l’abitudine di consigliare la serenità di vivere giorno per giorno, di non agitarsi inutilmente.
Non mancava di dare consigli che evitassero brutte figure alle persone che chiedevano strumenti per misurare la quantità di ossigeno nel sangue, oppure altri misuratori per il diabete.
Si era resa conto che io storpiavo il nome del saturimetro chiamandolo satirimetro e lei molto garbatamente:
-Scusi prof. se mi permetto di correggerla…ma non vorrei che facesse una figurella col suo farmacista di fiducia. Vada pure nella piccola farmacia del suo paesello e chieda un SATURIMETRO se poi non vuole comprarlo chieda una misurazione omaggio.-
In altra occasione le chiesi a quanto dovesse arrivare la misura dell’ossigeno nel sangue e mi rispose:
-Dovresti arrivare a 90, ma non fissarti, se respiri bene, non ci sono problemi anche se è più basso. Cerca di non fissarti e pensa a cose belle.-
Un giorno le scrissi:-Sono venuto in paese dove voglio che riposino le mie ossa tra parenti e amici!- E le mandai le foto della mia tomba di famiglia.
Mi rispose:-Che allegria!-
Alle mie considerazioni malinconiche rispose:
-Pensa al presente. Goditi le bellezze del nostro paesello. Il dopo ha poca importanza! Mi dispiace dirtelo ma in quel bellissimo mausoleo non c’è nessuno. [I nostri cari] sono tutti felici in altre dimensioni forse anche molto vicini a noi. Essi ci hanno voluto bene durante la vita e ci aiutano a superare i momenti difficili dell’esistenza.-
E con molta modestia concluse: -Perle di saggezza di una farmacista ignorante.-
Quando le chiesi perché il marito fosse così giù di tono mi ripose:
– Certo non può stare allegro a tamponarsi tutti i giorni e poi a tamponare un numero enorme di richiedenti.-
Con sottile diplomazia mi nascose il male che andava ponendo fine alla sua vita terrena. Avrebbe potuto sfogarsi, ma preferì tacere e sorvolare.
Quando le feci sapere che finalmente il problema del medico di base si era risolto; mi ripose:
-Perfetto! Siamo a cavallo! Grazie.-
Era una giovane donna semplice e trasparente e le piaceva la conversazione con la mia consorte con la quale discuteva di tanti problemi con piacevolezza.
Aveva studiato a Sassari in un istituto superiore nello stesso periodo in cui in un istituto superiore diverso, studiava il nostro neo vescovo Mons. Francesco Antonio Soddu, allora seminarista, il quale domenica ai giardini ha celebrato il Pontificale solenne per la comunità di Chiaramonti.
Sono certo che nel memento del pontificale il quasi fedale di Elisabetta l’abbia ricordata al Signore.
Non si hanno parole per consolare i numerosi suoi cari ai quali tutto il paese si è stretto con immenso affetto.
In un post su Facebook degli Eventi del borgo l’ho voluta ricordare con questi semplici versi che voglio riportare anche qui.
Mi piange il cuore.
e dell’amica consorte
e a presto Elì