“Aridateci il medico condotto!” di Carlo Patatu
La legge 833/78, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, è ottima; ma manifesta criticità gravi nella medicina di base, determinando non pochi disagi a carico dei pazienti di Carlo Patatu
I cinquecento pazienti chiaramontesi privi del servizio di medicina di base da un paio di settimane non sono soli. Almeno tre alleati se li sono conquistati: il Comune, La Nuova Sardegna e la trasmissione Agorà di Rai3.
L’amministrazione comunale ha battuto un colpo sollecitando l’ATS (Azienda Tutela Salute) di Sassari perché provveda subito alla nomina di un sostituto temporaneo del titolare che ha abbandonato il servizio fin dal 27 Agosto scorso. Inoltre, accogliendo il nostro invito, ha reso noti sul proprio sito ufficiale i passi che sono stati fatti finora. Con l’impegno di tenere informati passo passo i cittadini sull’evolversi del caso. Che si presenta serio e di non rapida soluzione.
Sulla “Nuova” di Lunedì scorso è apparso un servizio della corrispondente locale, nel quale si davano notizie esaurienti sulla faccenda che tiene in ambasce alcune centinaia di cittadini, cui è mancato, da un giorno all’altro, il supporto del medico di base.
Infine, data la gravità dell’avvenimento e tenuto conto che il disagio manifestato dai pazienti chiaramontesi non è isolato, si è scomodata persino Rai3. Che, stamattina, su Agorà ha realizzato un collegamento con Chiaramonti per divulgare la cosa a livello nazionale. Pur invitato a dire la mia in quella sede, non ho potuto partecipare perché, in contemporanea, avevo un appuntamento col dentista. Maiora premunt.
Detto ciò, posso dichiararmi ottimista? Nemmeno per sogno. E ne spiego il perché.
L’ATS ha pubblicato il bando per il conferimento di un incarico provvisorio nel servizio di medicina di base in un ambito territoriale denominato T.5 che comprende i comuni di Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Perfugas e Sedini. Scadenza il 12 Settembre prossimo. Ammesso che qualcuno vi partecipi, sarà compilata una graduatoria, che andrà pubblicata per eventuali osservazioni da parte degli interessati. Quindi si procederà alla nomina temporanea del sanitario. Per un compenso mensile lordo che dovrebbe aggirarsi, per i 500 pazienti di Chiaramonti, intorno ai 1.600 € circa.
Credete che ci sia qualcuno disposto ad aprire da noi un ambulatorio per una tanto esigua rimunerazione ? Io credo proprio di no.
Fino a poco tempo fa, i pazienti avevano la facoltà di scegliersi il medico di base in qualunque sede questo tenesse un ambulatorio. Ora pare che tale scelta vada operata dal paziente nel solo ambito territoriale del proprio comune di residenza. Nel nostro caso il T.5 che comprende i paesi sopra elencati. Ma ciò riguarderebbe le sole nuove scelte e non anche quelle operate in passato.
C’è da dire, al riguardo, che i 1.563 pazienti residenti a Chiaramonti risultano spalmati, con entità varie fra ben sei medici di base! Di cui uno operava qui, ma è andato via. Gli altri cinque esercitano la professione rispettivamente a Sassari, Ittiri, Perfugas, Valledoria e in altro centro che mi sfugge. È sopportabile una tale situazione? No, non lo è. Così suddivisi, i pazienti chiaramontesi non possono garantire la continuità di un sanitario per l’esiguità della retribuzione che ne ricaverebbe.
A questo punto, mi chiedo: che senso ha questo tipo di libertà di scelta del medico di base? In linea teorica, la cosa è da considerare positivamente. Ma, in pratica, quel metodo presenta molte criticità. E poi, di che genere di opzione si tratta? Se e quando l’ATS nominerà il sostituto del dott. Piras, da chi altro potremmo andare mia moglie e io, come pure tutti quelli che si trovano nella nostra condizione, per avere il medico sotto casa?
Posso scegliermi il sindaco che mi amministra, lo specialista e altri fornitori di servizi che pago direttamente di tasca mia. Ma, giustamente, non posso scegliermi chi gestisce i servizi pubblici. Quindi non il maresciallo dei Carabinieri, né il parroco, né il farmacista e neppure gli insegnanti dei miei figli. Perché mai dovrei scegliermi (si fa per dire) proprio il medico di base?
Ed ecco che mi torna la nostalgia irrefrenabile del vecchio, caro, medico condotto. Che viveva con noi e, con la continuità del servizio, di noi conosceva tutto. Anche la parte più riposta delle nostre vicende personali e familiari.
L’ambito territoriale di cui facciamo parte per la medicina di base, il più volte citato T.5, conta, sette comuni con circa 7.500 abitanti. Se li si obbliga a scegliere il medico in tale ambito, potremmo avere a disposizione 5 sanitari con circa 1500 pazienti a testa. Costoro potrebbero esercitare, fatti salvi possibili aggiustamenti, rispettivamente in ambulatori a Perfugas-Erula (2), Sedini-Bulzi (1), Chiaramonti (1), Martis-Laerru (1).
Ma io, probabilmente affetto da un eccesso di nostalgia, continuo a credere che sarebbe bene tornare all’antico. E cioè riportare in auge le vecchie condotte mediche e assegnarvi un titolare, pur ricorrendo a qualche inevitabile accorpamento. Avremmo fisso in paese il sanitario dalle ore otto alle venti e l’apertura quotidiana dell’ambulatorio per cinque giorni la settimana. Il che ora non accade.
Perciò, assessore regionale alla Sanità, invece di baloccarti con l’istituzione di ben 8 (otto!) aziende sanitarie locali per un milione e mezzo di abitanti (quanti ne conta la periferia di Roma!) ridacci il medico condotto.