II. “Suor Giuseppina Marucchi: diario da Chiaramonti” a cura di Cristina Urgias
L’arrivo a Ploaghe delle Povere Suore Scolastiche di Gorizia di fondazione tedesca chiamate a dirigere l’asilo di Chiaramonti e arrivate in treno fino a Ploaghe. Il diario della Reverenda, così veniva chiamata la superiora delle suore, mette in luce tutte quelle personalità o gente comune che seppero accogliere le religiose in paese.
“Qui ci attendevano: il Presidente dell’Asilo il molto Rev. Monsignor Canonico Dott. Grixoni nobile Cristoforo con suo cugino l’Avvocato Dott. Giulio Falchi, Presidente dell’Ente Morale, il quale gentilmente prestò la sua auto; poi il Segretario politico Sig. Dott. Costantino Arru, veterinario, con la sua gentil Signora, i quali erano venuti a prenderci con la loro macchina. Il bagaglio fu posto sul carrozzino di Ploaghe e poi col carrettiere Carlo Satta portato all’asilo. Le vetture filavano su una bellissima strada.
Il tempo era magnifico. I 16 km percorsi tra pascoli, campagne, boschetti di alberi da sughero e olivi senza vedere nessuna abitazione in breve erano sorvolati. Salendo lievemente, ad uno svolto Monsignore ci indicò le alte punte dei monti della Corsica, tanto era terso il cielo di ottobre. Un bel panorama verde si offriva al nostro sguardo, segnato solo dalla strada bianca serpeggiante percorsa. Anche questo tratto di viaggio fu disastroso per la povera suor Luigia, l’automobile dovette fermarsi più volte. Arrivate in vista di Chiaramonti scendemmo dalle macchine; le campane suonavano a festa, la popolazione ci veniva incontro, ragazze ci porgevano mazzi di fiori, e prima di avvedersi eravamo coperte di grano, di foglie e di fiori. Dalle finestre, e da mani invisibili venivano gettati i piatti di grano che infranti vedevamo al nostro passaggio. Il getto augurale di fiori e del grano si usa in paese per i Neosacerdoti e per gli sposi.
Monsignor Grixoni ci spiegò il significato di tale usanza: le foglie, i petali indicano gioia, il grano benessere, agiatezza ed i piatti rotti significano felicità. In piazza ci salutarono le autorità locali, il podestà, Signor Pasquale Brau, maestro, il Signor Dottore ecc. alla porta della Chiesa ricevemmo l’acqua benedetta con l’Asperges dal Rev. Sig. Parroco Dott. Pietro Dedola, da Monsignore e da un chierico sig. Gavino Unali.
Il Rev. Sig. Parroco attese la nostra venuta per celebrare la S. Messa e noi abbiamo avuto la grazia di ricevere la S. Comunione prima di incominciare la nostra missione. Al Vangelo Monsignore fece una bella predica nella quale esponeva il motivo della nostra venuta: “Le suore pregheranno, faranno penitenza per il bene della popolazione e si sacrificheranno per l’educazione dei bimbi e della gioventù.” Parecchie Circoline si accostarono alla S. Com. con noi per impetrare la benedizione di Dio sulla nostra opera; erano le 10 passate. La chiesa di San Matteo era addobbata come nelle grandi solennità; alle 4 [16.00] benedizione solenne col Te Deum. Dopo la S. Messa ci accompagnarono all’asilo abbastanza in giù dal paese. Il Sig. Dott. Gavino Grixoni, fratello di Monsignore consegnò le chiavi della casa alla suora capo Suor Giuseppina. Entrammo nella vasta sala dell’asilo. Dall’atrio largo e dalla bella cappella un magnifico panorama si presentava al nostro sguardo. La futura cappella era bellamente addobbata con le drapperie di velluto rosso, tappeti, tovaglie e candelabri della parrocchia. In alto troneggiava la statua del Sacro Cuore come per invitarci a confidenza e amore. Questa terza filiale è consacrata a Maria Immacolata; la prima, di Cossoine al Sacro Cuore di Gesù e la seconda di Domusnovas al caro San Giuseppe.
Una bella scala di marmo ci conduce nei locali a pianoterra, due ampie aule una per il giuoco, una per la refezione sono ben soleggiate. Dietro a queste una cucina con il piccolo refettorio delle suore ed una stanza per il dormitorio, nella quale trovammo 4 letti nuovi con 2 buone coperte, due lenzuola, più guanciali nuovi attorniati già da tendine bianche. Monsignore aveva visitato qualche convento per preparare alle sue suore le celle claustrali. Sopra un bel cassettone in mezzo della stanza, vi era un Gesù Bambino in legno, 4 comodini con piastra di marmo presso i letti, e 4 catini per 4 portacatini e sotto 4 brocche vicino 2 mesciacqua. Un grande armadio per guardaroba completava il dormitorio con dentro lenzuola anche di lino ecc. Che si aveva di più a desiderare! I1 ” Deo Gratias ” usciva spontaneo per ogni nuovo dono. Nella vicina aula si preparò un letto, ricevuto a prestito, per la rev. Superiora Provinciale. Nella stessa stanza un armadio conteneva delle provviste, dono della Divina Provvidenza: caffè, pasta, riso, zucchero, formaggio, marmellata, vino, olio, ecc. Nell’aula da gioco una credenza con 6 bicchieri, 12 posate, 6 chicchere, 6 piattini, 12 piatti fondi, 12 piatti lisci, 2 vassoi ecc. tovaglie e 12 salviette. In cucina un fornello per carbone ma senza tubo per il fumo, un grande armadio con dentro tegami di rame, coperchi, pentole, 2 tegamini ecc. in mezzo un tavolo con piastra di marmo grigio. Nel sottoscala c’era un q. di carbone. Dal grande portone si esce nel cortile. Tre alberi di mandorle s’elevano presso la casa. Il cortile ineguale si perde in declivio, il tutto in uno stato di selvaggio abbandono. Una decina di mandorli tutti spogli, e una siepe di fichi d’india ci denotano il confine, a destra terreno incolto sale fino allo stradale. Un muretto a secco ci divide dalla collinetta con il parco della Rimembranza dove è il monumento ai Caduti. Alcuni olivi ombreggiano il terreno. L’edificio era stato edificato dall’Ente Morale per dar lavoro ai disoccupati, senza scopo preciso, sul podere della famiglia dell’on. professore Giorgio Falchi. I1 titolo della Casa è scolpito in marmo e suona: Ente Morale G. Falchi-M. Madau. Alle 11 e 30 ci servirono il caffè nero per colazione e dopo un’ora potemmo assiderci ad un lauto pranzo preparatoci nella casa del Sig. Dottore. La sua domestica Mariangela Cossu portava nella cesta tanta grazia di Dio che ci bastò per 5 giorni, bastava riscaldare: gnocchi nella minestra, pollastri, carne porcina con olive, patate arrostite, legumi, vino, frutta. La Divina Provvidenza ci veniva da tutte le parti. Il Rev. Sig. Parroco in primo luogo e i tanti Benefattori saranno sempre ricordati nelle nostre preghiere. Non lieve difficoltà presentava la cucina in mancanza di suppellettili, pazienza! Il meglio era volgere il tutto in riso, e così abbiamo goduto delle scene umoristiche.
Una lattivendola, Cicita Carboni, si offrì a darci il latte per un mese senza pagarlo, ci mandò pure una (corbola) di patate; anche la Sig.ra Maria Schintu Puggioni volle darci il latte per un mese senza pagarlo, ma affinchè in avvenire si comprasse il latte da esse. Un mese si prendeva da una e un mese dall’altra signora.
La prima notte passata in Sardegna ! Non ci pareva vero il poter riposare in quei bei letti con rete metallica; dopo due notti passate in piedi, viaggiando ove tutto sembrava traballasse. Un sonno ristoratore ci pervase talmente, che nessuna udì la sveglia. Se la Rev. Sup. Provinciale non avesse picchiato ripetute volte, chissà quando ci saremmo svegliate. Dopo la preghiera del mattino ci recammo in chiesa a fare le nostre solite devozioni. Alle ore 7 era la S. Messa dopo questa Monsignore ci fece vedere in Sacrestia vari paramenti sacri, alcuni assai belli e preziosi. Nei primi giorni il Canonico Mons. Grixoni veniva ogni momento, aveva tante cose da dire, da spiegare, s’informava se ci occorre qualcosa. Si cominciò subito con far pulizia negli armadi, nei cassetti. La mancanza d’acqua è grave. Dal cortile una gradinata di rustici scalini e larghissimi conduce sullo stradale. Non c’era il cancello di chiusa, così tutti i fanciulli venivano a curiosare dai vetri delle stanze, alcuni montavano sul davanzale di marmo tenendosi alle sbarre di ferro per vederci meglio. Non tutto il male viene per nuocere, così a colmare la mancanza di acqua ci servimmo dei curiosi indiscreti. Tutti i recipienti trovati, le bambine prendevano a gara, per andare alla non vicina fonte pubblica e portarci l’acqua per far pulizia. Con una immaginetta o caramella erano soddisfatte. Il 16 venne la ragazza Seu Pietrina come domestica. La domenica le più distinte famiglie e le signorine Inseganti vennero a farci visita nell’aula dell’asilo, non avendo parlatorio. Due stanzette piccole sono riservate per l’Ente Morale. Abbiamo trovato 24 nuove sedie in casa, 40 piccoli tavolini vecchi e 40 seggioline per i bambini. Il lunedì il 17 ottobre era la solenne inaugurazione della Scuola Elementare, alla quale cerimonia erano invitate la prima e la suora maestra dell’Asilo. Tanto Monsignore, quanto la rev.da Sup. Provinciale ci dissero che dobbiamo intervenire.
Eravamo appena un pò ambientate allorchè la nostra amata Sup. Provinciale doveva partire. Domusnovas e Cossoine l’attendevano ansiosamente. La mattina per tempissimo il Rev.mo Sig. Parroco celebrò la S. Messa in privato. Il ragazzo Carlo Satta più volte venne a dire, che il carrozzino era pronto, che si doveva partire. Ora più che mai si sentiva il distacco da Gorizia, dal Continente. Alle 6 la Rev. Superiora Provinciale montò nel calesse alla volta di Ploaghe, per arrivare in tempo a prendere il treno per Cagliari, non potendosi fidare dell’arrivo della corriera. I due Signori proprietari delle due macchine non poterono metterle a sua disposizione essendo essi stessi gli autisti, causa la celebrazione dell’inaugurazione della Scuola, alla quale partecipazione essi erano autorità principali, non dovevano mancare. I.a Rev. Superiora partì dandoci la sua benedizione, accompagnata dalle nostre lacrime e dalle nostre preghiere.
Alle 9 dovendo presenziare alla cerimonia dell’inaugurazione dell’anno scolastico, le signorine insegnanti ci vennero incontro dandoci i primi posti con tanta gentilezza. Presenti tutte le autorità, il Rev. Sig. Parroco benedì due nuovi gagliardetti. ll Podestà, maestro Brau, lesse il discorso d’occasione agli alunni elementari, porse il saluto alle Autorità locali e alle gentili ed umili suore (che avrebbero voluto non esservi presenti). Dopo il canto “Giovinezza” il corteo si volse verso il monumento del Milite Ignoto, nel Parco della Rimembranza, indi verso la Sede del Fascio. La Signora del Segretario politico ed altre gentili persone erano sempre con noi per toglierci d’imbarazzo. Il Podestà ci invitò a vedere il Municipio. Il Segretario volle subito prenderci in nota, ma era meglio ritornare a casa, prendere le tessere personali per non sbagliare nomi e date. Al ritorno venne meco sr.Luigia invece della giovane suor Paola. Dal Municipio ci inviarono l’elenco dei bambini nati nel 1933 e nel 1934. Il Sig. Dottore ci portò pure gli ordini ricevuti dal suo fratello il Presidente dell’asilo, Mons.Grixoni. Sulla carta fissava i prezzi per l’amministrazione:
a) per lezioni di taglio Lire l5 mensili, 3 x per settim.
b) ” ” ricamo o pittura non meno di L. 20 al mese, pure 3 x alla settimana e L. 40 per taglio e 75 per ricamo se quotidiane, esclusi i giorni festivi e civili di vacanze, tutto il guadagno era per l’amministrazione dell’asilo come pure le entrate dei bambini paganti di Lire 5 al mese.
Sabato il 15/10 cominciarono le iscrizioni dei bambini. Il 17 ottobre alla sera incominciò la “Settimana della giovane ” tenuta dal Rev.do Sig. Bocchi dei Missionari di S. Vincenzo e dalla propagandista. La chiesa del Rosario era piena di giovani ragazze e signorine ad ogni conferenza. Il posto migliore era riservato a noi 4 suore. Dopo la conferenza si andava alla funzione in parrocchia, terminata questa, facevamo la prova di canto con le ragazze di Azione Cattolica con l’armonium della chiesa. Il sabato 22/10 tutta la gioventù femminile alle 3 pom. si diresse a Santa Maria… alle 5 inaspettatamente arrivò per le giovani con la sua macchina sua Eccellenza l’Arcivescovo [Mons. Arcangelo Mazzotti ] con Monsignor Grixoni, voleva sorprenderle in piena adunanza; dovette però attendere il ritorno accelerato del pio pellegrinaggio, intanto Monsignore lo condusse in asilo, ci presentò a sua Eccellenza fortuna che nessuna di noi era uscita. L’Arcivescovo tenne la funzione serale in San Matteo ma ripartì subito. Il primo giorno sono venuti all’asilo 32 bambini, ogni giorno il numero aumentava.Il cortile aperto con pendio ai tre lati coperto di pianteselvatiche, presenta pericoli per i bambini, perciò la nostra sorveglianza è più intensa; alle volte le signorine che frequentano le lezioni di taglio e di cucito escono per aiutarci a rincorrere i piccoli indomabili, i quali mal sopportano l’adattarsi ai giochi comuni e vorrebbero godere la loro libertà tra il selvaggio luogo che ci circonda. Monsignore, il Presidente dell’asilo non permette che i bambini rimangano all’asilo a mezzogiorno, con dispiacere delle mamme e nostro. L’orario per i bambini è: dalle 9 alle 12 e dale 2 alle 4. Monsignore teme che la maestra si affatichi troppo, se rimangono anche dalle 12 alle 2 non essendo la refezione. Il cortile aperto da tutte le parti porta l’inconveniente che a tutte le ore ci capitano delle visite indiscrete specialmente ragazzi di scuola. In ricreazione si giuoca un poco con questi per poter dire qualche buona parola a questi fanciulli. Dobbiamo avere grande pazienza finchè non ci chiudono la scala con un cancello e il viottolo della campagna. Per mancanza di posto possiamo prendere solo i bambini di 5 e di 4 anni e non quelli di 3 anni.
Il 26 ottobre ci pervenne la cassetta da Domuanovas promessaci dalla Rev. Sup. Provinciale. Come aprirla senza ordigni ? Con un coltello e a forza di battere venne fuori tutto il ben di Dio che la nostra ottima Rev. Sup. Provinciale aveva comperato a Iglesias, per noi ci mancavano parecchie cose per un buon andamento in cucina, in casa, qui non si trova oppure è molto caro. Il Signore ricompensi la nostra buona Rev. Superiora Provinciale per la sua bontà e cura materna nel mandarci tante utili e buone cose. Ci provvide di cucchiaioni di legno, coltello grande, scopette, spazzole, coperchi per le pentole, bicchieri, 2 brocchette verdi per l’acqua, moschettiere ed altre utili cose. Per ogni dono si ringraziava di cuore il Signore.
Monsignor Grixoni ci portò un giorno un bel servizio di caffè: 12 chiccherette, 12 piattini, caffettiera, lattiera e zuccheriera in finissima porcellana, tutto troppo fine per noi.
28/10 Festa nazionale! Non conoscendo noi l’uso del paese e i segni di campana ci recammo alle 8 in chiesa per comunicarci, alle 9 uscimmo. Nessuno ci avvertì che quasi subito dopo era la Messa per gli scolari e per le autorità. Quando ritornammo per ascoltare la S. Messa incontrammo tutto il corteo che si recava nel Parco della Rimembranza al monumento del Milite Ignoto per deporre là una grande ghirlanda ed ascoltare un discorso. La Santa Messa era stata celebrata per i Caduti in guerra, solo noi non eravamo presenti. Tutto si deve informarsi prima. Il medico Dottor Grisoni [Grixonu], ci è di grande aiuto ci consiglia, ci spiega tanti usi strani per noi, è veramente buono, ma ancor mai ci chiese come stiamo di salute, si vede bene che l’aria di Chiaramonti ci conferisce. Il 25 ottobre il Rev. Parroco Dott. Dedola ci benedì la casa, le suore giovani avevano paura di notte, sentendo i rumori sulla strada credevano che fossero degli spiriti.
Monsignor Grixoni desidera tanto un quadro dipinto in grande della venerabile fondatrice del nostro Ordine ” Alix Le Clere, ” dopo che vide l’immaginetta con l’apparizione dellla Madonna vestita come noi.
Il lavoro in asilo progredisce, cioè i bambini aumentano, e si scoprono le loro tendenze: non conoscono disciplina, non vogliono obbedire, un po’ testardi, l’ordine e la pulizia lasciano tutto a desiderare. Che fatica, che pazienza per farci comprendere. Uno solo, Carluccio Patatu, sa l’italiano. Quando dobbiamo scendere la scala di marmo tutti si mettono a piangere, a urlare, specialmente i più piccini. Non resta altro che aprire il portone, andare sulla strada e farli discendere per la larga scala di pietra giù nel cortile per andare ai gabinetti non adattati. Finché durò il bel sole si poteva discendere e salire per la scala esterna, ma dopo la metà di novembre abbiamo cominciato prima a farli salire sulla scala interna e pian, pianino anche a discendere senza pianti e paure. Invochiamo però sempre gli Angeli Custodi. 1/11 il I° di novembre, giornata splendida. Dopo la 1° messa tutta la gente va al (Convento) cimitero a pregare per i defunti. Noi abbiamo approfittato di quel tempo per fare una passeggiata la prima volta sulla strada che va a Martis. Ci sembrava splendida. Il dottore vuole che usciamo per camminare, perché in casa tutti i pavimenti sono di cemento. Ma noi non sapevamo che dall’alto del Carmelo, dove si trova il cimitero, la gente ci vedeva passeggiare. Pietrina, la domestica ce lo disse al suo ritorno. Noi recitiamo il nostro Ufficio Defunctorum alla sera come a Gorizia. Durante la settimana siamo salite anche noi coi bambini a pregare per i defunti, ci siamo fermate in modo speciale sulle tombe dei Benefattori dell’Asilo, alcune signorine del laboratorio ce le indicarono.
Le messe cantate, e molto spesso, le cantano gli uomini così pure le Messe da Requiem. Noi per intanto cantiamo qualche inno durante la Messa domenicale delle 10 se non è solenne. Alla benedizione suono io sempre e cantano le ragazze con la signorina Maria Murruzzolo [u]. 4/11 Il 4 novembre Messa letta per i Caduti, dopo si cantò il Te Deum per la vittoria col Tantum Ergo con l’armonio. Erano presenti ufficialmente tutte le Autorità, gli Avanguardisti coi gagliardetti ecc. ed una rappresentanza dei nostri bambini. Poi si discese in lungo corteo al monumento del Milite. Qui parlò un ex combattente sig. Maresciallo Cossiga. Parlò pure il Segretario politico Sig. Dott. Veterin. Costante Arru. La scolaresca intonava inni patriottici. Il Maresciallo [Salvatore noto Bore] Cossiga leggeva i nomi dei Caduti di Chiaramonti nella grande guerra, per i nostri bambini il più grande divertimento era: alzare la manina e gridare “Presente”. 26/10 Il 26 ottobre 1938 sono arrivate due macchine da cucire, marca Singer. Una comperò Monsignor Grixoni per il laboratorio dell’Asilo, l’altra comperai io quasi forzata dall’agente commerciale con la riduzione del 20% su tutte e due le macchine. La pagò Monsignore per noi, ma io dovetti rimborsarlo a rate ( di lire 100 al mese) L. 881. 28 novembre arrivarono da Gorizia le due ceste, il baule con la biancheria, vesti, piumini, ecc. Il 27/10 si iniziarono le lezioni di taglio. Ci portarono una vasca di graniglia per lavare la biancheria da fissarla in cucina.
Arru Dr. Costantino Veterinario
Brau Pasquale maestro e sindaco [podestà]
Carboni Cicita lattivendola
Cossiga [Salvatore noto Bore] Maresciallo
Cossu Mariangela domestica dei Grixoni
Dedola Dr.Pietro Parroco
Falchi Dr. Giulio
Grixoni Dr.Gavino Medico condotto
Grixoni Nobile dr. Cristoforo
Le Clere Alix Suor Fondatrice
Mazzotti Mons. Arcangelo Vescovo
Murruzzulu Maria Presidente A. C.
Patatu Carlo Scolaro Parlante Italiano
Satta Carlo Carrettiere
Schintu Puggioni Maria Offerente
Seu Pietrina doméstica asilo
Unali Gavino seminarista