27 Maggio 2021
“Il secondo romanzo degli animali che comunicano anzi no” di Sarah Savioli a cura di Ange de Clermont
Dopo il primo, l’Editrice Feltrinelli, oggi, 27 maggio 2021, mette in commercio il secondo romanzo della nostra scrittrice emiliana-sarda Sarah Savioli.
I nostri gattini si sono ridotti da un potenziale di venti a dieci e, tolte le quattro mamme, non circolano ancora nel giardino della nostra, per scoprire il mistero della sua assenza e per essere nutriti abbondantemente dalla mamma della scrittrice, ma forse anche da lei.
Verrà quest’anno a farsi baciare dal nostro sole e dal nostro mare? Verrà ad inondarsi del giallo vanghogghiano in piena estate? Oppure la fama che l’ha baciata in fronte le impedirà di tornare nei luoghi della sua infanzia, adolescenza e parte della sua giovinezza? Abbiamo chiesto ai gatti, ma non sanno dirci nulla! Abbiamo chiesto agli uccelli che le mamme hanno catturato per insegnare l’arte ai loro figlioli, ma non abbiamo fatto a tempo: erano già passati all’Eden degli animali.
Sentiremo allora l’assiolo che all’imbrunire col suo cucù misterioso ci vorrebbe dire quanti anni dobbiamo campare ancora oltre l’ottantacinquesimo che ci stiamo ingollando? Ma forse quando verrà a fine settimana la nipotina sardo-puugliese chiederà al cuculo:-Qiuanti anni ci vorranno per sposarmi!- Non sappiamo se il cuculo risponderà nascosto tra i rami degli alberi del giardino.
Con le arti misteriose della maga confinante, sempre che arrivi, può darsi che rispondano se non il cuculo almeno i gattini colorati di grigio, di bianco con macchie dorate, oppure saranno i gattini a pois che le risponderanno? Mistero!
Per ora citiamo il libro uscito oggi alle prime luci dell’alba in tutte le librerie:
Sarah Savioli, il testimone chiave, Feltrinelli,Milano 2021 pp. 304 euro 15,oo cartaceo e 9,oo in ebook
Scrive l’editore: “Nomi, personaggi, luoghi e circostanze sono frutto dell’immaginazione dell’autrice, ogni riferimento è da considerarsi pertanto puramente casuale.L’unico fatto reale è che, come la protagonista, l’autrice parla agli animali e alle piante, ma essi non le rispondono e non se la filano neanche di striscio”
Noi, recensori generosi, non attendiamo nemmeno in omaggio l’ebook su cui soltanto possiamo leggere data la nostra ipovedenza.
Riportiamo anche quanto ha scritto l’autrice nel suo diario di facebook:
“Stavo per fare una foto di primo piano della copertina di “Il testimone chiave”.
Poi però il libro l’ho visto lì, sulla mia incasinatissima scrivania.
E se ne stava, per un caso, esattamente abbracciato da gran parte di ciò che porta con sé l’importante e il luminoso che c’è nella mia vita.
In questi undici mesi trascorsi da quando è uscito “Gli insospettabili”, sono cambiate tante cose. Molte invece sono rimaste là, solide dov’erano e com’erano. E poi sono nati o sono fioriti ancor di più rapporti e amicizie che mi lasciano commossa, onorata e con un senso quotidiano di privilegio e ricchezza.
Così, il libro posato frettolosamente per essere sistemato in seguito, in realtà non poteva trovare luogo migliore per essere accolto, confusione più mia e che è poi una strana forma di chiarezza del cuore.
In questa foto manca senz’altro tantissimo, ovunque mi giri ci sono segni di vita, ombre di momenti fatti di contatto, pensiero e respiro. E per quanto io faccia, quest’anno e le sue emozioni non le posso racchiudere in un’immagine, non una sola, non cento, non mille.
Insomma, tutto ciò per dire che “Il testimone chiave” ora sta qui, ed è nato e cresciuto in un contesto d’affetto, sostegno e vicinanza perfino in quest’anno che sembrava destinato per cause di forza maggiore ad essere fatto di assenze e distanze.
E per questo, oggi che esce in libreria, posso dire che quello che provo più di ogni altra cosa è la gratitudine per un tuffo in avventura sicuramente più corale che non solo mio.
Grazie davvero di tutto cuore, grazie…
E ora andiamo!
Ecco la recensione della Feltrinelli
“Anna, Cantoni e Tonino vengono ingaggiati dai figli di un anziano suicida, Luigi Barani, per investigare su una possibile truffa testamentaria. Barani, industriale vedovo molto benvoluto, ha disposto infatti un lascito in denaro a favore della collaboratrice domestica e i due figli sono convinti che la donna abbia manipolato il padre a suo favore. Grazie al suo talento molto speciale, Anna trova ben presto il modo di interrogare il cane di Barani – un carlino con l’idea fissa del sesso -, scoprendo che la domestica è innocente, ma soprattutto che qualcosa di ben più grave si annida in quella morte. La sera del presunto suicidio il vecchio industriale non era solo in casa: una persona lo ha raggiunto e i due hanno avuto una breve conversazione – poche parole, dopo le quali Barani si è impiccato come eseguendo un ordine. La polizia, però, decide di non riaprire il caso: Cantoni non può certo dire che il suo testimone chiave è un cane, in fondo il suicidio di un anziano solo non stupisce nessuno… L’Agenzia si ritrova a proseguire in solitaria le indagini su incarico della collaboratrice domestica, che non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, mentre il carlino, fiutando che i figli del suo ex padrone hanno intenzione di castrarlo, fugge prima di svelare ad Anna altre informazioni decisive per la risoluzione del caso. Oltre all’indagine e all’indaffarato trantran casalingo con il marito Alessandro, il piccolo Luca e il gatto Banzai, Anna deve fare i conti con il padre, che si ammala, ha bisogno di lei e con il quale c’è tutta una vita da trattare da capo, vecchie ferite da ricucire e nuove forme di comunicazione da costruire. Per fortuna però, sia nella vita privata sia sul lavoro, può avvalersi dello sguardo non convenzionale degli animali di sempre e di quelli incontrati lungo la risoluzione di questo difficile caso: il cane carlino erotomane, una gatta junghiana frustrata dalla convivenza con una psicologa freudiana, una lucertola che si interroga sull’evoluzione del genere umano, un gruppo di pipistrelli che passa da un rave all’altro…”
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