“Lu Bagnu del 3 agosto 2020” di Antonio Maria Murgia
Arrivato sulla veduta al mare notai poca gente in spiaggia, mi accomodai a prendermi il solito caffè nella struttura in legno della Madonnina dopo aver parcheggiato la mia vecchia Volvo 460 di 24 anni.
Scesi la discesa antiscivolo in cemento e presi posto sotto la torretta di controllo dei bagnini, con l’amico Nicola di Sedini. Lui col suo ombrellone che non aprì a causa del Maestrale, mentre io con la mia sedia da spiaggia ho continuato a fermarmi sotto la torretta che da un mese e mezzo costituisce il mio sito marino.
Col passar del tempo la spiaggia si riempì di bagnanti che si stravaccarono sugli asciugamani stesi sulla poca sabbia nei pressi del chiosco. A vederli attentamente parevano dei trichechi usciti dal mare a prendere il sole che c’era e non c’era limitandosi a occhieggiare a suo piacere tra le nuvole plumbee del cielo. Col procedere dell’ora i trichechi bagnanti crescevano di numero avvicinandosi sempre di più tra loro. Ad un tratto però il maestrale, che urlava già da tempo, tracimò furiosamente sulla sabbia andando a bagnare abbondantemente i pacifici bagnanti-trichechi che, imprecando contro il maestrale, si allontanarono dalla spiaggia ormai inaffidabile.
Io, che ero rimasto solo sotto la sicura torretta presso cui il maestrale non osò avvicinarsi, mi sbellicai dalle risate e continuai imperterrito a osservare il maestrale impazzito pensando tra me che a meno che non fosse arrivata una tromba d’aria o uno tsunami sarei rimasto comodo sulla mia sedia da spiaggia ad osservare.
L’amico di Sedini aveva abbandonato il campo per recarsi nel suo capanno tra le vigne dove l’uva maturava, ma io, che il mare me lo pago a peso d’oro coi costi del viaggio, non demordo, anzi sfido il maestrale dicendo tra me e me:-Qui non arriverai, bastardo, mentre io mi trastullo a guardarti infuriato!- E fino al tramonto mi sono ubriacato di aria iodata che mi costa tanto a metro cubo!