“La memoria dell’Alma Mater” di Gian Paolo Brizzi. Recensione a cura di Angelino Tedde
Gian Paolo Brizzi, La memoria dell’università. Archivi per la storia dell’Alma Mater Studiorum, Clueb, Bologna 2020, pp. 680
Il professore emerito di Storia Moderna dell’Università di Bologna nei cinque anni da che è andato in pensione ufficialmente, di fatto, non è vissuto di certo come un normale pensionato dandosi allo svago e finalmente al riposo, ma ha lavorato intensamente senza sosta senza conoscere un giorno di svago, e visto che siamo buoni amici, l’ho benevolmente richiamato al riposo, alla quiete, senza successo.
Dopo cinque anni di fatica eccotelo uscire con questo bel volume dove sono finalmente racchiuse le carte della prima, al mondo, università, “privata” prima e poi resa pubblica.
Nata con una particolarità: universitas discipulorum, haud magistrorum. Nata dall’iniziativa degli studenti, in genere adulti, che trovando il terreno fertile a Bologna, dove grandi maestri coltivavano il diritto, le pandette, furono assoldati per impartire la loro scienza giuridica non solo agli studenti locali, ma via via a quelli di tutte le “nazioni” europee compresa la natione sarda. Questa potenziale sapienza andò mano mano sviluppandosi da diventare appunto la prima università al mondo occidentale, ufficialmente nata nel 1o88, ma in nuce già nel secolo IX. Ben prima dell’Università Magistrorum di Parigi fondata dai vescovi che reclutavano i maestri addetti a impartire le lezioni dagli stessi pulpiti delle cattedrali.
Nel corso dei secoli, 1088-2020, l’Università per eccellenza, ha cambiato veste istituzionale e col suo sapere è giunta fino a noi con una successione di studiosi paragonabili per la tradizione e per il tempo alla successione dei romani pontefici. La fondazione dell’Archivio Vaticano risale al 1621 e dopo varie peripezie, compreso il furto napoleonico, può dirsi consolidato.
Le carte dell’Alma Mater, data l’origine privatistica, ha seguito vie tortuose e quasi dispersive, viste anche le sue caratteristiche internazionali fin dalla sua nascita. L’autore di questo lavoro parla di “Memorie disperse del patrimonio documentale” e naturalmente documenta questa sfortunata dispersione seguita da svariati ritrovamenti. E procedendo con grande acume Gian Paolo Brizzi, espertissimo di storia dell’Università non solo bolognese, ma europea, s’ingegna per far si che i futuri studiosi si muovano al mondo per rintracciare e studiare le antiche e le più recenti carte “disperse” in vari luoghi e istituzioni. Come gli antichi scolari che a cavallo ad un asinello o ad un cavallo andaluso o sardo-andaluso, il nostro professore emerito, già promotore del MEUS, il Museo Europeo degli studenti, ha percorso un ideale pellegrinaggio, molto più lungo di quello francigeno e di quello di Compostela, per identificare queste “membra sparse” della memoria dell’Alma Mater Studiorum.
Da notare che dagli anni ottanta del novecento ha promosso, con altre numerose università il CISUI, Centro Interdisciplinare per la Storia dell’Università Italiana, partecipando tra l’altro anche all’équipe che ha prodotto la collana storica dell’Università Europea, questo lavoro coronata da numerosissime pubblicazioni colletanee per non parlare dei numerosi convegni nazionali e internazionali e dei relativi atti. In quest’opera davvero monumentale lo studioso ha predisposto uno strumento eccezionale per rintracciare la documentazione di questa istituzione universitaria, vanto della docta Bononia.
L’indice dei contenuti comprende ben dieci paginone che permettono un’agevole consultazione dei vari fondi documentali sia le numerosissime illustrazioni fotografiche di fabbricati, di maestri e di scolari.
Il lavoro poteva essere composto solo da uno studioso che ormai da oltre quarant’anni si è dedicato anima e corpo alla storia dell’università italiana ed europea senza contare la sua partecipazione ai convegni delle università delle due Americhe.
Per concludere questa breve recensione possiamo dire che l’opera costituisce uno strumento essenziale per chi voglia approfondire le vicende storiche dell’Alma Mater Studiorum.