La ventiduenne Donna Lucia Tedde si difende davanti al capitolo di Ampurias di Andreina Cascioni
Donna Lucia Tedde aveva in affitto in Chiaramonti dei terreni del Capitolo di Ampurias [diocesi di Castelsardo] e venne convocata dai canonici per giustificare il motivo del mancato pagamento e a provvedervi senza troppo esitare. L’amazzone chiaramontese si presentè e prima ascoltò le rimostranze dei canonici lamentosi per il mancato introito e poi con un colpo di scena li bruc1ò tutti.
Mise la mano nel suo abito di broccato, che ancora esiste a Chiaramonti, non come abito ma come preziosa pianeta sacerdotale, e tolse dalla tasca una ricevuta rilasciatagli dal defunto segretario del vescovo, se non erro il canonico Fara, i canonici lessero la ricevuta che la nobildonne tenne nelle sue mani, per il timore che gliela strappassero, e lessero: “Ricevo da Donna Lucia Tedde Delitala da Chiaramonti per i terreni che ha in affitto in quel territorio, di proprietà del Capitolo dei Ampurias, la somma di 185 ducati dovuti al capitolo di Ampurias. Firmato canonico Fara” .
I canonici arrossirono sconcertati e dovettero ingoiare il rospo.
La nobildonna, soddisfatta, sorrise. Salutò i canonici, raggiunse il suo cavallo sardo-andaluso e accompagnata da due suoi compari chiaramontesi si avviò trionfante verso Chiaramonti.
I canonici, rimasti allibiti, scoprirono che l’appena defunto canonico si era tenuto il malloppo e li aveva lasciati a bocca asciutta.
Cosi andavano le cose nell’anno del Signore 1727 tra Castelsardo e Chiaramonti, tra Donna Lucia e il Capitolo. Donna Lucia sapeva leggere e scrivere oltre che essere un’eccellente amazzone come un pò tutte le donne sarde dell’epoca.
Archivio Diocesano digitale di Tempio-Ampurias
Cfr. Maria Lepori,Faide. Nobili e banditi nella Sardegna sabauda del settecento, Viella, Roma 2010 p. 195
Giancarlo Zichi,Archivio Storico Diocesano di Sassari, Fondo sacerdotale, Parrocchia di San Matteo, Gallizzi, 1994