Un saggio narrativo degli alunni della IF. Linguistico Marconi -Lussu di San Gavino M.R. a cura di Ange de Clermont
IF del Liceo Linguistico Marconi Lussu San Gavino Monreale, Cinque Fiabe per caso e un racconto per nulla ai tempi del Covid-19, Centro Studi Sea, Villacidro,2020 pp. 56.
Si sa che i ragazzi per innamorarsi di qualsiasi attività debbano essere adeguatamente stimolati dai loro professori. Martino Contu, Giuliana Curreli, Laura Usai Docenti di Diritto, Italiano,Geografia e Storia è quel che hanno fatto per far risaltare le loro discipline in queste “Cinque fiabe per caso e un racconto per nulla”del
Liceo Linguistico Marconi-Lussu della cittadina di San Gavino Monreale, in provincia di Cagliari.
Scrivo no nella prefazioni i tre docenti:
“Sicuramente non «per caso» e non «per nulla», parafrasando il titolo del libro, gli alunni della 1 F, indirizzo Linguistico, dell’Istituto “Marconi-Lussu” di San Gavino, hanno scritto cinque fiabe, più un racconto storico ambientato nel mondo greco-sardo- cartaginese-etrusco-romano del VI-V secolo a.C. Stimolati, incoraggiati e coordinati dai propri docenti, gli allievi, adolescenti di 14-15 anni, hanno lavorato nell’arco di un tempo, quantificato in mesi, che può essere suddiviso in due distinte fasi: precovid-19, ovvero quando la didattica si svolgeva in classe, e durante il covid-19, ossia quando la didattica a distanza sostituisce quella in presenza.
Così, inizialmente, nel quadro del programma di Letteratura italiana, che prevede lo studio dei generi letterari, gli alunni, suddivisi in gruppi, hanno dato libero sfogo alla propria fantasia, inventando e scrivendo cinque leggere e piacevoli fiabe moderne che riprendono, però, la tradizione classica di questo antico genere letterario. Poi, inizia un’altra avventura, rigorosamente a distanza, durante la quale i discenti, nell’ambito del programma di Geo-Storia, propongono, ai loro potenziali lettori, la centenaria storia errante di una famiglia greca che da Focea, attraverso il Mediterraneo, si sposta a bordo di pentecontere, stabilendosi per brevi periodi, nelle colonie occidentali dell ’Ελλάς, ora di Alalia, ora di Olbia, ora dell’Enotria, in perenne contatto, incontro-scontro, con le civiltà dei Nuragici, dei Cartaginesi, degli Etruschi e dei Romani. Marc Bloch, nella sua Apologia della storia, scrive che «Il buon storico somiglia all’orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la sua preda». Con gli alunni abbiamo voluto avviare il dialogo educativo cercando di capire quale fosse il loro atteggiamento verso lo studio della storia e, accogliendo il loro punto di vista, abbiamo rilanciato le loro prospettive per confrontarle con quelle dello storico francese poc’anzi citato. Abbiamo riflettuto insieme su alcune affermazioni tratte dall’Apologia della storia, soffermandoci sulla considerazione che la storia, prima di esserescienza dei fatti, è scienza degli uomini, o meglio scienza degli uomini nel tempo e di come càpiti, nello studio della storia a livello scolastico, di perdere di vista la dimensione umana sostituendola con una più affannosa ricerca del fatto quasi fine a se stesso. Così, il processo di colonizzazione si è materializzato agli occhi dei ragazzi, ha perso la sua aura distaccata di freddo argomento per divenire materia di vita: la pòlis, l’òikos, l’assemblea, il mare, le imbarcazioni, Focea, la Lidia, Alalia, sono divenute le parti di un tutto che hanno ricondotto alla nostra comune storia mediterranea e alla fondazione di Olbia la Felice. Idestini dei Focei hanno preso le sembianze di giovani uomini, donne, di bambini che da una sponda all’altra del Mar Mediterraneo hanno riunito il comune sentire dell’essere umano: l’abbandono della casa, la guerra, la migrazione, l’integrazione, la paura, l’amore, il lutto.
Leggere un’opera di fantasia su base storica, potrebbe allora suggerire semplicemente una riflessione sul mondo attuale e sull’universalità della condizione umana, restituendo a noi tutti la capacità di rivivere il passato come una storia di uomini capaci di riflettere sul proprio futuro. Allo stesso modo, leggere le fiabe ed immergersi in quel mondo fantastico popolato da re, principi e principesse, draghi, folletti, maghe, gatti, gomitoli ed anelli magici, spade ambrate, gomme e penne parlanti, «rassicura» gli adulti, addolcendo l’anima – soprattutto in questi tempi di covid-19, rinchiusi tra le muradomestiche – e spinge i più piccoli a far da bravi perché altrimenti Mommotti li rapisce oppure entra nei loro sogni trasformandoli in incubi.”
LE IMPRESE DI JORDY
C’era una volta, un uomo, Jordy, che viveva con la sua famiglia in un villaggio sull’isola di Ill. Era un’isola di pescatori ed agricoltori, stremati ormai da tempo, dalle continue carestie che si trovavano ad affrontare, a causa di violenti fenomeni, quali maremoti, tempeste di grandine, siccità, che avevano ridotto la popolazione alla fame. Tutti erano disperati e non sapevano più come riuscire ad andare avanti; anche Jordy era molto in ansia per la sua famiglia ed i suoi figli. In giro si vociferava che questi fenomeni fossero opera di uno spirito maligno, che si divertiva a far soffrire gli abitanti dell’isola. Così, un giorno Jordy decise di andar via dall’insula e consultare un oracolo. Si presentò a casa di Bob, un vecchio oracolo dall’aspetto saggio ed una lunga barba bianca. Quando arrivò davanti alla sua abitazione, Bob aprì la porta e gli disse: «Accomodati, ti stavo aspettando». Bob si presentò: «Ciao Jordy, sapevo già che mi avresti cercato e conosco la situazione della tua gente, perciò ti dirò direttamente come affrontare questa situazione». Jordy lo ascoltava con stupore. «Conosci la leggenda della spada ambrata? È una vecchia leggenda che narra di un giovane molto povero, che per riportare pace e tranquillità nel proprio villaggio, deve affrontare tre sfide per poter sconfiggere il signore del male, uno spirito maligno che si diverte a far del male alle persone. Adesso hai l’occasione proprio tu di vivere quella leggenda e trasformare la tua vita. Ti avviso, non sarà semplice, sarà pericoloso e tutto dipenderà solo dal tuo coraggio».
Bob spiegò: «La leggenda narra che dovrai prendere tre gemme in tre diverse grotte, ed in ognuna di queste incontrerai degli ostacoli. Con queste tre gemme ti dovrai recare sulla cima del monte De, le dovrai unire e creare una spada. Con questa spada dovrai uccidere il signore del male, che è sempre indaffarato a dare tormento agli uomini sulla terra».
Jordy fu subito incuriosito e disse: «Sono pronto per questa sfida, da dove posso incominciare?».
Bob rispose: «Ti porterò davanti alla prima grotta, dove affronterai la prima prova. In tuo aiuto avrai questo anello, questo gomitolo e queste scarpe. Sono magici, e dovrai capire come usarli al meglio. Ricorda che la tua avventura durerà un solo giorno, ed il signore del male dovrà morire prima che il sole tramonti, altrimenti le tue fatiche saranno state inutili».
Arrivati alla prima grotta, Jordy entrò e si ritrovò subito davanti agli occhi uno spirito, che gli si avvicinò e disse: «So che sei qui per la gemma. Questa è all’interno del labirinto della grotta. Dovrai seguire la giusta via e quando avrai preso la gemma, dovrai riuscire a tornare indietro senza sbagliare strada perché nel frattempo un grosso masso comincerà a rotolare, e se sbaglierai la strada, il masso ti raggiungerà e ti schiaccerà».
Jordy si fece coraggio ed entrò nel labirinto, si guardò bene intorno e poi si ricordò del gomitolo datogli da Bob, capendo come utilizzarlo. Cominciò a srotolarlo mentre camminava e questo si illuminò per rendergli più visibile il percorso. In una nicchia avvistò subito la prima gemma, la prese e … neanche il tempo di metterla in tasca, che la terra sotto i suoi piedi cominciò a tremare e dalla parete di fronte si staccò un grosso masso che cominciò a cadere verso di lui. Iniziò a correre più veloce che poteva, seguendo in senso contrario il suo percorso e, grazie al gomitolo che aveva srotolato, non sbagliò nessuna via e fu presto fuori dalla grotta con la gemma.
Bob lo aspettava all’ingresso della grotta, vedendolo arrivare, si congratulò con lui e lo accompagnò subito alla seconda grotta. Gli disse poi: «Qui dovrai affrontare un percorso ad ostacoli infiammato».
Jordy, preoccupato, entrò nella grotta. Apparve davanti a lui un piccolo ometto dai lunghi capelli color rosso fuoco, un viso bruttissimo, era magrissimo e si muoveva così velocemente che emanava scintille e da quelle scintille si accesero tante fiamme che proteggevano la seconda gemma. Jordy si guardò intorno e non sapendo come affrontare le fiamme, si mise l’anello magico al dito, e incrociando le mani cominciò a pregare a modo di cantilena una preghiera che faceva: «Piovi, piovi acqua bella e porta via quella fiammella!».
L’anello magico si illuminò, ed improvvisamente, all’interno della grotta, si formò una nube talmente grossa, che venne giù rapidamente sotto forma di pioggia scrosciante. Tutte le fiamme si spensero, ed anche l’omino, completamente bagnato, non fu più in grado di accendere nessun altro fuoco. Jordy si impadronì velocemente della seconda gemma ed uscì dalla grotta. Bob corse subito verso di lui e gli disse: «Forza, dobbiamo fare in fretta, il tempo sta passando velocemente e tra poco sarà sera!». E lo portò subito a destinazione.
«Ecco la terza grotta… qui dovrai affrontare la prova delle frecce. Qui, una volta entrato, verrai tempestato da una serie di saette, che dovrai riuscire a schivare, altrimenti per te sarà finita».
Jordy varcò l’ingesso e dal buio più profondo sentì un sibilo, poi vide arrivare addosso a lui la prima freccia. Fortunatamente si abbassò in tempo per evitarla. Non sapeva esattamente come e cosa fare, ma decise di indossare le scarpe che gli aveva dato l’oracolo, e vedere cosa sarebbe successo. Una volta indossatele, ecco arrivare delle altre frecce, che pareva impossibile evitare, ma grazie a queste scarpe acquisì un potere: quello di muoversi alla velocità della luce. Cominciò poi una tempesta di frecce, ma lui con il potere della velocità riuscì ad evitarle tutte ed arrivò a prendere la terza gemma. Uscì dalla grotta e con grande felicità mostrò le tre gemme all’oracolo, che si complimentò con lui e gli ricordò che però l’impresa era solo a metà.
Si avviarono verso il monte De, ed una volta raggiunta la cima, Jordy avvicinò le gemme che si unirono emanando una luce accecante, e formarono una spada ambrata. Improvvisamente apparve un’ombra gigante, seguita da un urlo terrificante: «Chi si è permesso di svegliarmi?». Era il signore del male. Jordy rispose coraggiosamente: «Sono Jordy e sono venuto per vendicare e dar pace al mio popolo che da troppo tempo stai facendo soffrire!».
Il signore del male scoppiò in una forte risata e gli si lanciò contro. Tra i due cominciò una dura lotta. Il signore del male continuava a sferrare colpi, da cui Jordy riusciva a difendersi con la spada.
All’improvviso, Jordy vide imbrunire il cielo e si ricordò che se non l’avesse ucciso prima del tramonto, le sue fatiche sarebbero state vane. Allora si ricordò d’avere indosso ancora le scarpe che lo rendevano velocissimo, e cominciò a confondere il suo nemico, girandogli attorno a tutta velocità, e quando il signore del male fu disorientato, gli sferrò un fendente mortale.
Quando il signore del male morì, dal suo corpo venne fuori una luce radiante. Jordy e Bob si abbracciarono e Bob disse a Jordy: «Ora hai compiuto la tua missione. Puoi tornare dal tuo popolo».
Jordi rientrò nella sua isola, e tutti lo accolsero con gioia, come un eroe. Da quel momento nell’isola la vita fu nuovamente prospera e felice.