“Antonio Luigi Franchini, noto Gigi, chiaramontese, (1937-2020) ci ha lasciati”di Angelino Tedde
La redazione di Accademia Sarda di Storia di Cultura di Lingua, prende parte al dolore della famiglia
Franchini-Manca con tutti i parenti e amici per la scomparsa improvvisa del caro e stimato fraterno
coetaneo. e amico
ANTONIO LUIGI FRANCHINI NOTO GIGI
Antonio Luigi Franchini, noto Gigi, era un mio carissimo coetaneo che se n’è andato Lassù, ieri sera alle 21,00.
Siamo nati a Chiaramonti nel 1937 in 75, se non erro, io il 10 gennaio e lui il 22 aprile. Io partii da Chiaramonti nel 1947 e con Gigi si può dire ci siamo persi di vista per lunghissimi anni. Da circa otto anni ci siamo rivisti e abbiamo stretto con lui e con la sua famiglia un’affettuosa amicizia.
Si chiacchierava della vita passata, dei lavori svolti, dei figli avuti e dei mali presenti. Si parlava di fede in Dio.
Gigi, da giovane, aveva lavorato nell’ambito agro-pastorale,sopportando le pesanti fatiche del mestiere al caldo e al freddo, di notte e di giorno. Verso i 20 anni era emigrato in Olanda, ma dopo alcuni anni rientrò a Chiaramonti per sposare la giovanissima moglie Michelina Manca che in un primo tempo si portò in Olanda. Il clima per la giovane sposina non era adatto e allora rientrarono in paese dove Gigi riprese a lavorare sia nell’industria e nell’agricoltura.
Nel frattempo sono venuti al mondo 4 figlie e un figlio. Allevarli è costato fatiche e impegno costante ad entrambi i coniugi. Il lavoro continuo non favorisce di certo la salute anche se quando non lo si ha si potrebbe dire lo stesso. Una famiglia onorata, del resto di antico lignaggio chiaramontese che aveva fatto parte dalla fine dell’Ottocento ai primi del Novecento della classe dirigente chiaramontese.
Si era distinta anche nel Settecento con patti di comparatico con la nota nobildonna Lucia Tedde.
La consorte Michelina, invece, proviene da una famiglia originaria di Sorso, operosa e attiva madre di famiglia, ma all’occorrenza impegnata negli appalti di Oliveti e frutteti. Una donna industriosa non solo nel settore della conservazione degli ortaggi e della frutta, ma espertissima nella confezione dei dolci sardi. Uniti nella vita, nella famiglie e tante volte nel lavoro faticoso.
Con Gigi un altro pezzo di storia paesana se ne va. Di orientamento operaistico per cui spesso lo invitavo a confessarsi con un prete a destra e un prete a sinistra e lui si sganasciava dalle risate. La moglie poi non ci metteva due volta a “leggermi la vita” sia pure scherzosamente.
Si scherzava e si rideva e si mangiavano i dolci squisiti che Michelina sa egregiamente fare. Circa la fede, poi, un giorno Gigi mi disse:-Sai Angelino, io prima di uscire di casa mi faccio sempre il segno della croce, scommetto che tu non ti segni prima di uscire!-Aveva ragione! Io cattolico “professionista” e lui cattolico del cuore. Una bella lezione di vita. Potrei raccontare tanti aneddoti su Gigi, ma la mestizia della perdita me lo impedisce.
Visti i tempi che attraversiamo non potrà godere di un normale funerale né noi elaborare il lutto come consuetudine. Se n’è andato a pochi giorni dal suo festoso e gioioso compleanno che Michelina con le figlie gli avrebbe preparato.
Tutta la nostra famiglia, con figli e nipoti, siamo vicini con affetto e con il suffragio per l’anima eletta, a Michelina, alle quattro figlie coi rispettivi coniugi e figli e al figlio con la sua famiglia.
A presto, caro amico, ci vedremo mi auguro lassù, tu in mezzo ai santi più illustri ed io nell’anticamera ad aspettare di entrare nell’angolo più basso del Cielo. Recupereremo la vista e l’udito per cui ci sentiremo ancora per continuare a parlare per l’eternità. A Michelina, che considero una comare, un affettuoso abbraccio, e alle figlie e ai figli a cui posso dire che hanno avuto un bravo padre la cui vita è trascorsa nel lavoro onesto, sapendo dar loro una buona educazione.