Ricordo di Massimo Pittau da parte di prof. Mauro Maxia nella commemorazione di Nuoro del 27.XII.2019
Desidero porgere le mie sentite scuse ai familiari, agli amministratori e al pubblico in questa giornata dedicata al ricordo del caro prof. Massimo Pittau. Purtroppo un’improvvisa indisposizione mi impedisce di prendere parte, come avrei voluto, a questo importante evento.
Questa foto inedita risale al 2013 quando col prof. Pittau andammo a Erula per la presentazione di un libro. Lui allora aveva 93 anni ben portati e, stando seduti al tavolino di un bar, si parlava del fatto che Erula fosse un paese di centenari. Proprio in quel momento sbucò la vecchietta che si vede nella foto con lui. Quando il professore seppe che quella signora era centenaria si alzò di scatto e andò a parlarle. Lei cercò di schermirsi da quello che forse le sembrava un tentativo di attaccare bottone da parte di uno sconosciuto. Ma poi si lasciò andare e i due chiacchierarono per un po’ scambiandosi delle reciproche impressioni.
Ecco, si può dire che questa foto ritragga in pieno l’uomo Massimo Pittau. Una persona estremamente curiosa che non esitava a intervistare chiunque potesse soddisfare certi quesiti che gli venivano in mente. Così come non esitava ad alzare la cornetta del telefono e a telefonare a persone del tutto sconosciute – magari residenti a Sliqua o a Esterzili – per conoscere l’esatta pronuncia del loro cognome.
Conobbi Massimo Pittau nell’autunno del 1975 quando iniziai a frequentare le sue lezioni di Linguistica Sarda. Ma posso dire che lo conoscevo già da prima perché nel 1973 avevo acquistato un suo libro, ormai quasi introvabile, intitolato “Sardegna al bivio”. Un libro che ha inciso profondamente sulla mia formazione grazie alle sue acute osservazioni riguardo alle cause che erano, e sono tuttora, alla base dei gravi problemi di ordine culturale che affliggono la nostra Isola.
In seguito sostenni con lui ben quattro esami e decidemmo il titolo della mia tesi di laurea. Per qualche anno ci perdemmo di vista. Ma dopo che ci ritrovammo, a un convegno di studi nel 1992, non ci siamo più allontanati stringendo un’amicizia forte e affettuosa. Lui insistette a lungo perché ci dessimo del tu. Ma io non ci sono mai riuscito sia per il livello dell’uomo sia per la sua età. E, come facciamo noi sardi con le persone più anziane, da allora e fino alla fine lo chiamai sempre “tziu Màssimu”. E lui stesso, nelle centinaia di e-mail che ci siamo scambiati, si firmava volentieri “tziu Màssimu”.
Si potrebbe parlare a lungo di momenti felici trascorsi a Sassari, Nuoro, Olbia, Ozieri, Castelsardo, Perfugas, Sedini, Florinas, Luogosanto, Palau, Tempio, Erula, Oschiri, Isili e in varie altre località in cui presentammo dei libri o prendemmo parte a convegni. Conobbi Massimo Pittau anche in momenti di grande dolore che lo segnarono profondamente e nelle occasioni in cui si lamentava per la salute che pian piano lo stava abbandonandolo. Ma fu sempre forte e lucido fino all’ultimo.
Per me è stato un maestro sia negli studi sia nella vita. E di questo gli sarò grato per sempre, Da lui ho appreso il senso della franchezza, della lealtà, della generosità, della rettitudine e dell’onestà intellettuale. Posso testimoniare che Massimo Pittau è stato, in tutti i sensi, una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.
È stata una grande fortuna conoscerlo personalmente e a lungo.
Per me è stato veramente il “Massimo”.