Presentazione del romanzo Luce degli addii di Eliano Cau a cura di Mauro Maxia
Chi è Eliano Cau.
Fino a non molti anni fa è stato a lungo professore di lettere nell’Istituto d’Istruzione Superiore di Sorgono.
Lavori precedenti
2001 Dove vanno le nuvole (Oristano, Ed. S’Alvure). Storia di un’ossessione
amorosa ambientata nel Barigadu del Settecento.
2004 Adelasia del Sinis (S’Alvure). Romanzo storico su Adelasia di Torres.
2005 Deus ti salvet Maria. Saggio sul gesuita e poeta Bonaventura Licheri.
2008 Per le mute vie (Aìsara). Racconto sugli anni Sessanta ambientato tra Oristano e Neoneli.
2011 Un giorno una vita (Ilmiolibro, Mondadori). Romanzo ambientato tra il
1970 e il 1971 a Torino.
2017 Son luce e ombra (Condaghes)
2018 Luce degli addii (Condaghes)
Posizione attuale
La sua vasta formazione e padronanza dell’italiano e delle lingue classiche gli consente di maneggiare e forgiare il discorso a suo piacimento. Ma Eliano Cau è anche poeta in lingua sarda e di alto livello, tanto è vero che ha vinto diversi concorsi letterari. Eliano padroneggia il logudorese come pochi ma, quando è il caso, si serve anche dell’arborense, cioè della “limba de mesania”, che è propriamente la sua lingua materna. Si potrebbe dire che, prima che scrittore, Eliano sia un poeta che si serve della poesia per alimentare i suoi romanzi.
Insomma, tra i cosiddetti esponenti della cosiddetta e autoconiata “Nuova letteratura sarda” – prendetelo come un parere personale – ne vedo pochissimi in possesso di un repertorio paragonabile a quello di cui è dotato Eliano Cau.
A mio modesto avviso Eliano, pur essendo molto conosciuto nell’ambiente letterario sardo, finora non ha acquisito la fama che meriterebbe al di fuori della nostra Isola per tre motivi:
a) non scrive romanzi gialli, come è di moda adesso presso una certa fascia di lettori; romanzi gialli che hanno dato notorietà a scrittori di livello inferiore e spesso anche di parecchio rispetto al nostro Autore;
b) pur avendo scritto degli ottimi romanzi ambientati nel mondo contemporaneo, ha una certa predilezione per i romanzi storici (alcuni suoi racconti sono ambientati nel passato della nostra Isola). Non a caso egli si è autodefinito “un inventore di storie nella Storia”. Ma un genere così ricercato necessiterebbe di una platea di lettori più vasta della sola Sardegna.
c) non ha trovato, almeno finora, una casa editoriale che possa diffondere in migliaia di copie le sue opere anche al di fuori della Sardegna. Fin qui si è appoggiato ad alcuni editori locali che però non hanno un’organizzazione in grado di curare una pubblicità e una distribuzione efficaci. Questi limiti dell’editoria sarda costringono gli autori a curare la distribuzione praticamente da soli attraverso decine di presentazioni come questa di oggi.
Il nuovo romanzo.
Titolo: Luce degli addii
Pubblicato dall’Editrice Condaghes, Cagliari 2018.
Volume di 170 pagine con 22 capitoli + Nota storica.
Prezzo: € 17,00
Luoghi e personaggi.
Teatro della narrazione è la regione storica del Barigadu, ma anche il Mandrolisai, antichi distretti che occupano esattamente il centro della Sardegna.
Bisogna premettere che i luoghi ove si svolgono le vicende raccontate corrispondono a villaggi che esistono realmente che, però, l’Autore presenta con nomi di fantasia per non renderli direttamente riconoscibili anche perché le sue storie, come si accennava, hanno un fondo di verità storica. Infatti Eliano Cau, forse per la sua formazione ma anche per l’amore che nutre per la nostra terra, conduce delle attente ricerche storiche che gli consentono di ambientare le trame e i personaggi in luoghi che lui, del resto, conosce perfettamente.
I personaggi principali del romanzo sono due:
1) il padre gesuita Benedetto Loy del villaggio di Nole, confratello del padre piemontese Giovanni Battista Varallo.
2) Cipriana Podda, una ragazza di Badu ’e Sàlighes, la cui leggendaria bellezza è ricordata ancora oggi nonostante siano passati più di duecento anni.
Contenuto
La luce degli addii è un romanzo drammatico che prende le mosse, quasi come un secondo episodio, dal romanzo precedente Son luce e ombra, che abbiamo presentato proprio qui giusto due anni fa.
Per inquadrare bene i luoghi, l’atmosfera e gli antefatti di questo romanzo bisognerebbe, appunto, aver letto prima il romanzo precedente nel quale sono presenti gli inneschi ai quali Eliano aggancia questa sua ultima fatica.
Un romanzo drammatico che si inquadra nella seconda metà del 1700 e che prende le mosse da una sinistra predizione di Alène, una giovane indemoniata che i padri Benedetto Loy e Giovanni Battista Varallo avevano esorcizzato con successo nel romanzo precedente. Ne La luce degli addii, appunto, la trama appare ipotecata dal presagio che la giovane Alène aveva proferito sul portone della chiesa di San Mauro di Sorgono proprio mentre Benedetto celebrava la messa durante la festa alla quale accorrevano i fedeli dei villaggi vicini.
Un romanzo dalle tinte forti e dall’epilogo imprevisto, almeno secondo i nostri canoni di lettori e telespettatori che ci attendiamo un certo tipo di finale.
Il racconto è costruito in modo magistrale dall’Autore che scava dentro gli animi dei protagonisti, ma anche dei comprimari e degli individui marginali. Ad animare i due personaggi è, ancora una volta, l’eterna lotta tra il bene e il male. Da una parte la coscienza dei protagonisti è combattuta tra l’imperativo razionale del respingere gli impulsi negativi che caratterizzano qualsiasi essere umano. Dall’altra la loro natura umana li spinge altrettanto imperiosamente a cedere a quegli stessi impulsi e alla passione che li porterà a sperimentare un percorso di vita dominato ora dall’ardore e ora dalla delusione tra rammarico e pentimento.
Padre Benedetto, celebre predicatore che faceva accorrere i fedeli per ascoltare i suoi paragoni tra la vita umana e quella degli eroi della fede, è in realtà vittima delle sue debolezze di uomo fatto di carne. Cipriana, la bellezza personificata, è allo stesso tempo tormentata dallo strazio provato in una drammatica e ripetuta esperienza di violenza e dall’attrazione irresistibile verso quell’uomo consacrato.
Eliano è un maestro della scrittura “poetica”. Grazie a questa sua dote egli riesce sempre a dipingere dei quadri convincenti che non trascurano – insieme alle aspettative, all’ansia o anche alla trepidazione dei personaggi – l’ambiente circostante di cui descrive i colori e gli odori e perfino i suoni dello scorrere di un ruscello, del canto di un fringuello o dello stormire delle foglie.
A me personalmente, questo romanzo di Eliano Cau, come quello precedente, dà l’impressione di trovarmi di fronte a una galleria di quadri del Secolo d’Oro olandese, da Rembrandt a Vermeer, tanti sono i particolari ottenuti con pennellate sapienti da rendere viva ogni situazione. Insomma, il lettore è attratto all’interno del racconto e vive la lettura come un’esperienza in presa diretta in modo non meno profondo rispetto a Son luce e ombra.
La lettura di questo nuovo romanzo mi ha confermato l’opinione che mi ero fatto due anni fa dopo avere letto quello che considero il primo atto di un unico dramma. Voglio dire che questi due lavori di Eliano Cau, opportunamente adattati, mi sembrano ideali per essere rappresentati in teatro oppure, forse ancora più facilmente, per trarne un’opera cinematografica.
Devo confessare, poi, che l’ambientazione di questo romanzo, come di quello precedente, mi interessano moltissimo sul piano personale perché raccontano di fatti, in parte veri e in parte immaginati, che si svolgono nel Barigadu, specialmente a Neoneli, di cui io sono oriundo in linea paterna e del quale conosco un po’ i posti descritti, le vie, le chiese e la storia della comunità, compresa quella dei miei antenati di cui conosco i nomi fino agli inizi del Seicento, cioè fino a oltre quattro secoli fa.
Non voglio anticipare altro perché dei contenuti saprà parlarne molto meglio l’Autore. Io posso soltanto consigliare l’acquisto di questo romanzo e, se possibile, del suo fratello maggiore, Son luce e ombra, che andrebbero letti uno appresso all’altro col risultato di trascorrere un mese di lettura appassionata, sicuramente più avvincente e convincente di qualunque telenovela.
Dirò soltanto, prima di discorrere con Eliano, che anche questo suo ultimo lavoro propone dei passaggi “forti”, che innestano momenti da thriller e da romanzo storico ed insieme erotici calati in un periodo lontano ben tre secoli da noi. Questo significa che, ancora una volta, l’Autore ha compiuto un lavoro di scavo e di ricerca che possono dare una misura sia del lavoro sia del talento che distinguono la sua opera. Insomma, gli spunti per approfondimenti in varie direzioni sono tanti.
Ci sarebbero tante altre cose da dire ma, eventualmente, ne parleremo nel corso del dibattito.