“Omaggio alla Vergine Maria Assunta in Cielo in anima e corpo” a cura di Angelino Tedde
Vergine Madre figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura
termine fisso d’eterno consiglio
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti si, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caricate, e giuso, intra’ i mortali
se’ di speranza fontana vivace.
Donna se’ tanto grande e tanto vali
che qual vuol grazie e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda; ma molte fiate
liberamente domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura e di bontate.
Or questi che dall’infima lacuna
dell’universo in fin qui ha vedute
le vite spirituali ad una ad una
supplica a te, per grazia di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
più alto verso l’ultima salute.
E io che mai per mio voler non arsi
più c’i’ fo per lo suo, tutti i miei preghi
ti porgo, e prego che non siano scarsi,
perché tu ogni nube li disleghi
di sua mortalità co’ preghi tuoi
si che il sommo piacer li si dispieghi.
Ancor ti prego, regina, che puoi
ciò che tu vuoli, che conservi sani
dopo tanto veder li affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
per li miei preghi ri chiudon le mani!»
Li occhi da Dio diletti e venerati
fissi nell’oratore ne dimostraro
quanti i devoti preghi le son grati;
indi all’etterno lume si drizzaro,
nel qual non si dee creder che s’invii
per creatura l’occhio tanto chiaro
E io ch’al fine di tutt’ i disii
appropinquava si com’io dove
l’ardo del desiderio in me finii.
Dante Alighieri dal XXXIII
Canto del Paradiso