“Giovanni Arghittu (Pattada,1880-Sassari,1958) sacerdote di viva pietà e grande zelo, confessore apprezzato e uomo di soda dottrina” di Pietro Meloni
Il Vescovo emerito di Nuoro, Mons. Pietro Meloni, a 60 anni dalla morte, traccia un breve profilo, del sacerdote sassarese, oriundo di Pattada, Giovanni Arghittu, dottore in Sacra Teologia e per 44 anni vicario parrocchiale in San Giuseppe (1914-1936), chiesa ultimata nel 1888 intitolata a San Giuseppe, già titolare del Collegio Universitario Gesuitico di cui nella sagrestia si conservano retabli lignei e dipinti. (Nota della Redazione)
Sessant’anni fa il 22 settembre 1958 si spegneva nella sua casa di Sassari il sacerdote Dott. Giovanni Arghittu, che fu “vicario parrocchiale” nella Parrocchia di San Giuseppe per quarantaquattro anni, dal 15 giugno 1914 al 31 marzo 1936 con il parroco Dott. Pietro Chessa e poi con il parroco Dott. Giovanni Masia dall’8 dicembre 1936 fino alla morte. E nel breve periodo tra la partenza di Don Chessa e il giorno dell’ingresso di Don Masia fu “vicario amministratore” della Parrocchia.
Giovanni Arghittu era nato a Pattada il 15 maggio 1880 dal babbo Pietro e dalla mamma Mariangela Uleri, donna di grandissima fede e preghiera. Un mese dopo nacque a Cologne di Brescia Andrea Mazzotti, che nel 1931 sarebbe diventato il suo arcivescovo Mons. Arcangelo Mazzotti. Giovanni, il primo di sei figli, frequentò le Scuole Elementari con grande diligenza nel suo paese, poi gli studi ginnasiali a Ozieri e gli studi liceali a Sassari. Giovane fervente nella preghiera, ascoltò la voce di Dio che lo chiamava al sacerdozio e fu accolto nel Seminario Diocesano di Ozieri. Nel 1901 fu chiamato al servizio militare, che espletò nell’Ospedale dell’Esercito Italiano del Celio a Roma.
Compiuti gli studi ecclesiastici, fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1907 nella Chiesa Cattedrale di Ozieri da Mons. Filippo Bacciu, di Buddusò. Il vescovo, conoscendo la sua intelligenza e il suo amore alla cultura, lo inviò per completare gli studi teologici a Roma, dove conseguì la laurea in “Sacra Teologia” nell’anno 1911. Il 13 febbraio 1911 il “Collegium Protonotariorum Decurialium” gli conferì il diploma del dottorato, suggellato dalla “Cancelleria Apostolica” nell’ottavo anno del pontificato di Papa San Pio X, con la formula rituale: “in Sacram Theologiam Lauream promeritum et consequtum fuisse consulto declaramus ac Doctorem renunciamus”.
Erano suoi amici e compagni di studi il sacerdote “poeta e scrittore” Dott. Pietro Casu di Berchidda e il sacerdote di Illorai “storico della Chiesa Sarda” Mons. Damiano Filia, che nel 1907 aveva conseguito la laurea in “Diritto Canonico e Civile” presso il “Seminario Romano Sant’Apollinare” e fu “Vicario Generale” della Diocesi di Sassari dal 1933 al 1956. Era nato due anni prima di Dottor Arghittu e morì due anni prima di lui a Sassari. Suo grande amico era anche Mons. Giovanni Pirastru, parroco di Bonorva e poi Vescovo di Iglesias.
La famiglia Arghittu si era trasferita da Pattada a Sassari in Viale Dante. La Diocesi di Ozieri consentì allora che il suo sacerdote Dottor Arghittu si inserisse nella Chiesa di Sassari, dove nel 1914 fu nominato vicario parrocchiale di San Giuseppe. Al tempo della “Prima Guerra Mondiale” fu richiamato dalla Patria a fare il “cappellano militare” e, per la sua conoscenza della lingua tedesca, fu inviato anche all’isola dell’Asinara per assistere i prigionieri di guerra austriaci, molti dei quali morirono a causa della febbre “spagnola”.
Per il suo amorevole zelo nella solidarietà ai soldati fu insignito dal re Vittorio Emanuele III della medaglia di “Cavaliere della Corona d’Italia”.
Dottor Arghittu, buon conoscitore della lingua latina, collaborava a diverse “Riviste” letterarie e teologiche, ed era noto come insigne “predicatore”, sia in lingua italiana che in lingua sarda. Molte comunità dell’isola lo chiamavano a predicare nelle grandi feste popolari. Le sue prediche in “logudorese”, scritte con una calligrafia meravigliosa, costituiscono “un prezioso patrimonio che gli studiosi fanno male a trascurare”, scrisse il Prof. Manlio Brigaglia nelle “Memorie Sassaresi”.
A Roma aveva stretto una grande amicizia con il prelato sassarese Mons. Alberto Arborio Mella di Sant’Elia, cameriere segreto partecipante del Papa Pio X (e poi di Benedetto XV, e maestro di camera di Pio XI e Pio XII), che lo invitò a stabilirsi nella città eterna. Dottor Arghittu preferì dedicarsi ai poveri e agli emarginati di Sassari, assumendo intenzionalmente lo stile del buon “prete di campagna”, e al suo amico alto prelato del Vaticano inviava per le feste lo “squisito torrone di Pattada”.
Era vicino agli agricoltori e ai pastori, agli ammalati e ai carcerati, alle collaboratrici familiari, per le quali fondò la benemerita Associazione “Santa Zita”, che ogni anno festeggiava la propria “patrona” con la Santa Messa a San Giuseppe, cui seguiva un elegante buffet per tutta la gente. Nel 1932 fondò la “Associazione del Santo Rosario di Pompei”, e l’arcivescovo lo nominò Direttore.
Per molti anni fu Insegnante di Religione all’Istituto d’Arte, divenendo amico degli allievi e degli illustri artisti docenti, tra i quali il Prof. Filippo Figari. Nella Parrocchia di San Giuseppe fu stimato Assistente degli “Uomini Cattolici” nell’Azione Cattolica. E aveva intuito la necessità di dare una mano ai diseredati del Rione di Serra Secca e di Rizzeddu, proponendo la celebrazione domenicale della Santa Messa in quei quartieri dimenticati da Sassari.
Nell’anno 1936 l’arcivescovo Mons. Arcangelo Mazzotti, resasi vacante la parrocchia di San Giuseppe per la rinunzia del suo parroco Don Pietro Chessa, sacerdote di Bessude che per circa trent’anni era stato buon pastore della comunità, il 18 marzo nominò “Vicario Amministratore” Dottor Arghittu, forse con il pensiero di nominarlo “parroco”, ma poi la scelta si orientò sul più giovane Dottor Giovanni Masia. E con amorevole entusiasmo Dottor Arghittu preparò l’ingresso solenne del nuovo parroco a San Giuseppe, che avvenne l’8 dicembre 1936 per la Festa dell’Immacolata.
Il geniale artista Paolo Galleri un giorno gli dedicò un bel ritratto e una poesia intitolata a “Lu Preddi Cabaglieri”: “Vi l’amminteddi cussu Parracu giganti /, chi finza in lingha sardha pridigabba?… / Forthi e robusthu cant’è un erefanti / cu un passu d’atreta camminendi!”. E camminava, camminava Dottor Arghittu per le strade di Sassari per andare a confortare i deboli e i poveri, per visitare gli ammalati all’Ospedale Civile, all’Ospedale Psichiatrico e al Sanatorio, e i carcerati a San Sebastiano. E per accompagnare i suoi nipotini, che erano rimasti orfani in tenerissima età.
Le sue fatiche misero alla prova la sua forte fibra pattadese e verso i settantacinque anni lo costrinsero a fermarsi per una lunga malattia nella casa di Viale Dante, dove morì circondato dall’affetto dei nipoti e dei familiari il 22 settembre 1958. Unanime fu il rimpianto e la preghiera nella “sua” Parrocchia di San Giuseppe, che aveva goduto della sua bontà, della sua saggezza, della sua dedizione al servizio del popolo. Tutte le Sante Messe furono dedicate in quei giorni alla preghiera per l’amato “vicario” e la Messa “corpore praesente” fu celebrata dal parroco Mons. Giovanni Masia dinanzi ad una moltitudine di fedeli.
Il Settimanale “Libertà” il 26 settembre 1958 diede la notizia della morte di Dottor Giovanni Arghittu, definendolo “sacerdote di viva pietà e grande zelo, confessore apprezzato e uomo di soda dottrina”, che sempre “amò vivere e lavorare nel nascondimento”. Dio, che guarda nel profondo del cuore, lo accolse certamente nella gloria del Paradiso.
Pochi giorni dopo il 9 ottobre morì a Castelgandolfo il Papa Pio XII.
+ Pietro Meloni
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