“Un fine-settimana di incontri culturali presso il Vecchio Municipio” di Simone Unali
Sabato 28 e Domenica 29 Aprile, in occasione di “Tzaramonte fattu in domo” , manifestazione artistica, culturale ed enogastronomica organizzata dalla Pro Loco di Chiaramonti, alla quale hanno partecipato diverse associazioni nostrane, attività commerciali e privati cittadini, che hanno messo a disposizione le proprie competenze e abilità per la riuscita dell’evento, si sono tenuti, presso la Sala Consiliare del Vecchio Municipio, due incontri culturali legati al tema della manifestazione stessa, ovvero le tradizioni e la valorizzazione del territorio.
Sabato 28, dalle ore 18:00 in poi, è stato presentato il libro di Rina Manca intitolato “Berrittas, ragas e bunneddas“, alla presenza dell’autrice e di Carlo Delfino, editore del volume. Proprio per tale occasione, l’autrice ha messo a disposizione delle tavole plastificate che esemplificavano il suo impegnativo lavoro di studi sul costume tradizionale sardo e sui suoi aspetti trasformazionali, dall’Ottocento fino agli anni Settanta del secolo scorso. Tavole che, congiuntamente ad alcuni manichini con il costume tradizionale di Chiaramonti, hanno costituito l’oggetto di una mostra allestita in occasione della manifestazione.
Dopo una breve introduzione del presidente della Pro Loco Eugenio Brunu, ha preso parola l’autrice che, con un lungo excursus partito dalla seconda metà del XIX secolo e concluso negli anni Settanta del XX, ha riassunto le trasformazioni che il costume sardo ha subito nel corso di tale periodo, motivando ogni mutamento con cause storico-sociali ben definite che hanno avuto poi una ripercussione sulle fogge dell’abbigliamento. Popolare ovviamente, poichè la nobiltà del periodo già seguiva le mode continentali provenienti da Londra e Parigi. Il discorso è poi proseguito sulle cause della differenziazione dei costumi isolani nella ricchezza dei dettagli e nei colori, tralasciando ovviamente ricostruzioni maldestre o addirittura fasulle.
Interrogata poi sul metodo di lavoro impiegato per il suo studio, l’autrice ha spiegato come le fonti iconografiche hanno ricoperto un ruolo di primo piano, integrando a queste, specialmente per quanto riguarda l’Ottocento, alcune importanti informazioni provenienti dalla letteratura sull’argomento. Domenica 29, invece, a partire delle ore 10:30, presso la stessa sala, si è svolto “S’ammentu a Juanne Seu e Bainzu Truddaiu“, a cura di Salvatore Patatu e con i contributi di Maria Sale, Stefano Demelas, Domitilla Mannu e Peppa Truddaiu. Nel corso dell’incontro, tenuto in limba, tramite la narrazione calda e appassionante dei più svariati ricordi e aneddoti, con non poche fioriture colorite e la lettura di diversi componimenti hanno preso vita, nelle menti dei presenti, le immagini di due grandi poeti che hanno segnato la storia della poesia sarda, nati e cresciuti in questo stesso nostro paese, che è stato e continua a essere, nonostante tutto, culla di indiscussi talenti e di menti brillanti. E così, chi come me non ha avuto la fortuna di conoscere Juanne Seu e Bainzu Truddaiu ha potuto farsi un idea di queste due personalità secondo le diverse sfumature e sfaccettature presentate da coloro che raccontavano e soddisfare il proprio desiderio di conoscere qualcosa in più al riguardo, in attesa di una tanto auspicata pubblicazione sull’argomento che certamente, prima o poi, verrà partorita da qualche cultore della materia. I giovani chiaramontesi e tutti coloro che continuano a esserne incuriositi ne hanno bisogno. In conclusione, dunque, sono stati questi due eventi proficui, anche se segnati da una non folta partecipazione, che ha fatto sì che nella sala, di ristretta capienza, fossero parecchie le sedie vuote.
I presenti hanno comunque apprezzato gli incontri, uscendo dal palazzo comunale con qualcosa in più rispetto a quando vi hanno fatto ingresso, specialmente nel caso del secondo evento, arricchendo la propria consapevolezza del patrimonio etnologico e culturale del nostro territorio comunale, bello e ricco di storia, arte e tradizioni.