Zia Rosa Tedde, anglonese ultra centenaria, da una vita alla sequela dell’apostolato del fratello don Francesco Tedde di Nulvi
Nata sotto il segno della Grande Guerra, 1915, orfana di padre assai presto, visse con la sorella peraltro scomparsa a 102 anni, alla sequela del fratello prete di parrocchia in parrocchia nell’antica diocesi di Ampurias. Per trent’anni davanti al mare sardo-corso, sempre vivace e scattante. Via ogni velleità di matrimonio, la famiglia d’origine non doveva separarsi e così giorno dopo giorno, tra rosari e sante Messe, tra lutti e gioiose feste son volati sia il secolo guerrafondaio per aprirsi al non molto promettente terzo millennio.
Tempra forte e battagliera, nulvese saggia e umile al tempo stesso. Come racconta, col solito brio di scrittore il nipote Carlo, ha festeggiato con tutto in ordine secondo le usanze tradizionali senza che mancasse nulla al festeggiamento dei 103 anni.
Zia Rosa Tedde come tutti gli ultracentenari non sente le vertigini del tempo che si allunga e lentamente passa. Ha vissuto intensamente il mondo contadino nel primo cinquantennio del secolo scorso, ha assistito senza molto turbarsi alla rivoluzione sociale, culturale ed economica della seconda parte del secolo scorso, osserva con vivacità i nostri tempi.
Con i nipoti sempre riverenti e disponibili ha pure l’opportunità di dare ordini senza troppe discussioni. Una donna che è uno spasso.
Anni fa le dissi che ero un Tedde e via cento domande senza darmi il tempo per le risposte.
Peccato che per anni mia sia stato precluso l’accesso alla casa famiglia, ma ora, prima o poi voglio davvero farmi una lunga conversazione con questa simpatica e vivace ultracentenaria. Sono certo che se non sarò attento alla conversazione mi farà a pezzi, visto che anch’io sono un Tedde di quelli che il tempo logora e invecchia davvero mentre avrei voluto come zia Rosa essere un Tedde verace.
A zia Rosa Tedde e ai nipoti un affettuoso augurio di una lunga e felice vita.