“Soliloquio II di un gatto governante di tre umani : adozione del cuore” di Sarah Savioli
E gnénte…
regalo famigliola di umani.
Il maschio adulto è un bel esemplare.
Alto, forte, con barlumi di intelligenza e uno sguardo luccicoso che ti fa pensare che, come tutti gli umani, di troppo abbia solo la parola.
E’ in salute, non più in età da mostra, ma comunque fa fare bella figura in caso di ospiti.
E’ addestrato a cambiare la sabbia della lettiera e riempire le ciotole, attività che però faccio fare all’altra vecchia perché questo che vale qualcosa me lo son sempre voluto tenere un po’ più curato.
Il cucciolo è puccioso.
Lo cedo vaccinato e spidocchiato.
Fa un po’ di versi inconsulti, non sta fermo un attimo e dice cose tipo “Il prossimo carnevale mi voglio vestire da formaggio coi buchi” e “da grande di mestiere voglio fare le pernacchie con le ascelle in giro per le piazze”, ma tutto sommato quando esagera basta che gli accendiate la tv e lui si imbambola per un po’.
Di buono ha che da adulto probabilmente diventerà un valido esemplare e, vista la stazza delle fette che ha al posto dei piedi, promette di diventare di grandi dimensioni.
La femmina è un cesso.
Al momento si aggira per casa febbricitante, in pigiama e con la borsa dell’acqua calda.
Riesce a dire solo “Dov’è il gatto?! Micio micio… dove sei? Dov’è il gatto?!”. Che io poi sono sul divano, ‘ndo cazzo vuoi che sia?!
Sembra un remake di “La notte dei morti viventi”.
Vediamo se si ripiglia appena con l’antibiotico, ma probabilmente è da abbattere.
Ve li fornisco forniti di vestitini e trasportino motorizzato.
La cuccia però la tengo io.