5° Memoriale di Angelo Truddaiu scultore (1935-2011) a Funtanazza (22-28 agosto 2016) Artisti all’opera: Deffenu Luigi, Ledda Mario, Massidda Roberto, Muggiolu Pietro, Schuchardt Ariane, Michele Soro,di Ange de Clermont
Chiunque lasci questo mondo non scompare del tutto specialmente quando lascia delle figlie e dei figli devoti: è stato così per Angelo Truddaiu, noto scultore chiaramontese che ha lasciato tre meravigliose figlie e un figlio.
Figlio e figlie sono tutti sposati non solo, ma hanno rispettivamente Angelina due meravigliosi bimbi, Stefania quattro, Sara due figli adolescenti e Giuseppe uno.
L’attività agropastorale la porta avanti Angelina che è anche la custode delle opere paterne. Si tratta di numerosi e preziosi lavori in legno e sculture in trachite di vario colore, un santuario che in compagnia di mio figlio abbiamo visitato. Vorrei che fossero inventariati e fossero mandati studenti in architettura per uno studio analitico delle opere e per una pubblicazione. Angelo come artista era vario e vivace, lo esprimono le sue opere illustratemi dalla figlia mentre procedeva con rapidità alla mungitura del suo gregge. Ha imparata a mungere le pecore da quando aveva quattro anni e per quanto tentata spesso di lasciare un lavoro poco redditizio, tuttavia vi si sente visceralmente legata. Passa da una pecora all’altra mentre parla con me, raccontandomi del padre e della sua passione per la scultura in legna e in pietra.
D’altra parte ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Angelo fin dalla mia giovinezza sia che lo incontrassi nel suo laboratorio sia che lo incontrassi nelle manifestazioni sassaresi a due passi da casa.
L’ho sempre incoraggiato anche se come tutti gli artisti ha avuto poca fortuna e poche volte ha solcato il mare, se non erro, a Venezia, dove è stato apprezzato. Gli apprezzamenti però non bastano e così succede che la sua fama tenda a espandersi ora che è passato all’altro mondo, grazie all’operosità delle figlie e del figlio nonché della vedova.
Dall’anno successivo alla morte, dove facevano bella mostra le opere da lui scolpite: mondo umano, mondo animale, mondo vegetale in un contesto paesaggistico di eccezionale bellezza compreso un laghetto da lui predisposto.
Le opere ben si collocano tra sughere secolari alte e contorte, ombrose e ricche di sughero. I suoi eredi fin dall’anno successivo alla morte hanno organizzato il memoriale, questo è il quinto, invitando artisti amici che l’hanno conosciuto e altri suoi estimatori, al punto che negli anni il parco scultoreo è stato ampliato e ci auguriamo che attraverso il riconoscimento della Regione Autonoma della Sardegna nasca una fondazione intestata all’artista e gli eredi non siano costretti a svenarsi per l’organizzazione complessa che finora è andata avanti con piccoli contributi del Comune e con la collaborazione di volontari,
Il memoriale si trasforma per sette giorni in un mega laboratorio sotto il bosco dove gli artisti scolpiscono le loro opere sui massi trachitici ivi portati dall’impegno e dalla collaborazione dei volontari. Questa manifestazion è da seguire per apprendere come si fanno uscire da massi informi visi, animali di ogni forma e oggetti di varia grandezza. Peccato che si svolga in un tempo in cui lescuole sono chiuse: una vero laboratorio didattico per osservare come escono da massi informe figurazioni del mondo umano e animale e oggetti di vario genere come la chiave musicale che introduce al parco.
E in particolare quest’anno Roberto Massidda, Pietro Muggiolu, Luigi Deffenu, Mario Ledda, Michele Soro, Ariane Schuchartdt, Presente anche l’infortunato Sebastiano Sanna, che non ha potuto scolpire. Artisti in visita Diego Contu, Filippo Ruiu che ha intrattenuto i bambini facendo loro lavorare l’argilla, Visita anche dei cavalieri di Chiaramonti e di altre personalità.
Collaborano anche a creare l’ambiente il chitarrista Carlo Moretti e la sua band, il maschile Coro de Tzaramonte e il femminile Coro Doria,
Patrizio Stincheddu ha provveduto alla ricerca e raccolta dei massi necessari per gli scultori e Giuseppe Spanu per l’energia elettrica senza la quale gli artisti non avrebbero potuto lavorare e, infine, tanti, tanti altri che sono stati sempre vicini a queste figlie meravigliose e alla vedova dell’artista Stefanina.