Chiaramonti: non roviniamo il paesaggio e l’aria salùbre con porcilaie immonde di Angelino Tedde
Chiaramonti (Sassari) gode di una posizione geografica privilegiata a 470 metri sul livello del mare, con intorno, vallate o bassopiani incorniciate dal costone dell’Anglona, dai monti di Bortigiadas e di Tempio città, dal massiccio del Limbara e dall’altopiano di Su Sassu, mediamente sui 500 metri sul livello del mare. Il paesaggio del territorio comunale (98 Kmq), grazie alla varietà, è suggestivo sia verso su Sassu sia verso Monte Ledda sia verso Bortigiadas e il Limbara. L’altezza del borgo è notevole non tanto per i metri di altitudine, quanto perché sgombro da tutte le parti risulta quasi a nido d’aquila che guarda almeno 400 dei 500 chilometri quadrati dell’Anglona. Fu una cattiva delibera quella di regalare buona parte del Sassu gallurese a Erula, potevamo essere meno generosi, ma attenti, ché le perle non si vendono né si regalano con leggerzza. Ma i politici combinano questi pasticci per fini che poco hanno a che fare con gl’interessi della Comunità.Nel passato si è fatto l’errore madornale di costruire su Codinarasa (noi, ingenui politicamente e forse un pò giovani e distratti, lasciammo fare anzi prendemmo pure dei lotti per la Cooperativa Gramsci). Sbagliammo, ma sbagliarono soprattutto i costruttori di quelle brutte palazzine che si affacciano sul paese senz’alcuna grazia e ricercatezza. La Regione, padrona del territorio, permise anche scavi alle spalle del quartiere novecentesco di Litu, abbrutendo le pendici di Codinarasa e aprendo ferite su un paesaggio urbano che poteva avere alle spalle un verde smagliante con alberi di quercia. Il Comune fece il resto per la fame di case i cui proprietari vollero rimarcare il loro status simbol costruendo enormi casamenti.
Dal quartiere sorto a San Giovanni non è mancata la casa con taglio alpino (più analfabeti di così si muore!). Non parliamo di sopra elevazioni oscene lungo lo stradone e il gusto dei progettisti. Che dire poi del Monte di San Matteo, circondato da casamenti privi di ogni adeguato inserimento nel paesaggio, fatte alcune eccezioni. Dio ci guardi da prendere in considerazioni le strade aperte tanto per dire che si avevano tanti accessi al borgo con pendenze del 20, ma anche del 30 per cento (Funtanedda). Molte colpe sono da addebitare al legislatore italiano che fino al 1975 ha lasciato fare e disfare obbrobri in tutta Italia, Sardegna compresa. Credo però che ora debba cessare ogni abuso sia delle case coloniche che non sono coloniche, ma case per banchettare con gli amici la domenica.
Avviene così che, salvato il nostro costone de su Sassu dalle pale eoliche, ora ci si mettono i privati allevatori a farsi il palo di abbrutimento. Resta ancora gradevole il paesaggio di Putugonzu, vero polmone del paese insieme al bosco delle roverelle, lungo l’estremo pendio di Codinarasa. Resta, fino ad oggi, quel meraviglioso bassopiano o valle che si apre sotto Chiaramonti e nord est e a nord ovest anche se dobbiamo lamentare che, quasi non bastasse il depuratore, vanno aumentando di numero le porcilaie che d’estate manderanno brezza suina verso il paese. Autorizzate o abusive che siano sono uno sconcio per la salubrità dell’aria e per la bellezza dell’ambiente. L’ultima trovata è una porcilaia costruita in questi giorni con estrema rapidità ad un centinaio di metri da un’azienda di agriturismo così che si possa dire:
-Dalla porcilaia alla tavola!-
Il paesaggio che ci proviene dal passato dobbiamo tenerlo in gran cura e migliorarlo, utilizzando le leggi che non mancano in proposito. Il nostro paesaggio dobbiamo salvaguardarlo impedendo inutili costruzioni, ma soprattutto porcilaie che sicuramente non autorizzate, (a detta di qualche gran vecchio, nel territorio non sarebbero meno di cento). Se ci lasciamo andare non so a che punto arriveremo. Sarà inutile migliorare il centro storico e devastare il bel paesaggio che si stende davanti a noi quando ci affacciamo verso la valle.
Chiaramonti vuol dire aria buona e acque sorgive, panorami e viste suggestive, non aria pestilente delle porcilaie e case disseminate senza capo e né coda nella meravigliosa valle. Occorre darsi da fare senza perdere tempo!
Circa il paesaggio urbano dobbiamo impedire che tanto l’Enel quanto la Telecom mettano cavi volanti e pali che rovinano lo sguardo verso il cielo e inquinano l’ambiente.
Ad altra occasione per parlare della sconcezza dei colori dati alle facciate delle case anche nelle piazzette con monumenti storici.
Si vigili maggiormente e si stabiliscano i colori del terreno o del paesaggio come si fa nei centri storicamente pregiati. Che coraggio si ha a dipingere ad arbitrio le facciate di un giallo urticante davanti alla monumentale chiesa di San Matteo a valle o addirittura a dare il frattazzo grezzo color cemento o a lasciare che le facciate restino non adeguate alle case delle piazzette che la storia ci ha tramandate?