Il commovente addio delle Figlie della Carità dal Rifugio Gesù Bambino e dalle ex allieve
A Sassari, in Via Mameli, alla presenza dell’Arcivescovo, che ha concelebratola Santa Messa col Superiore dei Preti della Missione e con il Parroco dei Cappuccini e con una folta rappresentanza di ex allieve del collegio e del sindaco di Sassari Nicola Sanna, le Figlie della Carità hanno detto addio al Rifugio a 112 anni dal loro arrivo.
Per oltre un secolo le buone suore hanno svolto le funzioni di madri per le bambine che i più svariati casi della vita ha condotto in questo rifugio di amore, di crescita, di educazione e di formazione umana e cristiana, ma anche di orientamento professionale. Appartata, a muso duro, in un angolo del banco,anche la vecchia presidente che a quel che sembra è l’autrice della “cacciata” delle suore. Non è difficile cacciare le suore, la loro missione non è quella di fermarsi in eterno in un istituzione retta un tempo dalle Dame della Carità, ma da tempo, dopo la scomparsa di queste, un gruppo di donne o di uomini sedicenti cattolici, forse eccessivamente abbarbicati più al potere che al servizio, dimentiche dei meriti delle Figlie della Carità non ci pensano due volte a dare loro il benservito.
Non è la prima volta che capita né purtroppo sarà l’ultima, visto che sembra che per lo Stato, per la Regione queste istituzioni abbiano fatto il loro tempo e che al posto delle suore sono subentrate man mano le sussiegose assistenti sociali o pedagogiste regolarmente pagate per tenere gruppi di ragazze con altre storie rispetto a quelle del passato. (Angelino Tedde)
Aurora (il nome è di nostra scelta), che ha seguito con immenso dispiacere questo momento di addio alle suore con le sue compagne ci ha rilasciato queste sue impressioni:
– Ieri è stata una giornata molto emozionante. In tante siamo accorse (più di 20), per dire addio alle suore. E’ intervenuto il vescovo che ha concelebrato con il superiore delle missioni e il superiore della chiesa dei cappuccini, la messa solenne e il sindaco. La cappella era gremita di gente e tutti quei canti di colpo mi hanno riportato bambina, ricordando ognuna di noi, seduta al suo posto fra le nostre amate suore, la partecipazione alle messe che venivano celebrate nelle varie occasioni di festività domenicale, di Natale, di Pasqua e nel rimanente ciclo liturgico annuale.
La vecchia presidente (voleva fare tutto in sordina) nel trovarsi davanti il vescovo, il sindaco e tutta quella gente e noi ex allieve del Rifugio, appena è arrivata, ci ha ignorate e non si è degnata neanche di salutarci, Durante la messo era come se fosse suonata come una campana rotta e appena ha potuto si è chiusa nel suo ufficio, dimenticandosi volutamente di salutarci. Per noi la sua presenza non era affatto importante, Noi eravamo li per le suore che ci hanno accolte con l’amore di sempre concedendosi a noi per le foto e i video. I saluti sono stati commoventi per entrambe e molte lacrime hanno solcato il viso dei partecipanti. Tutte noi ex allieve abbiamo avuto uno scontro con le nuove educatrice, targate assistenti sociali, che non certo disinteressatamente si sono date a difendere l’operato disumano della presidente, negando sfacciatamente che sia l’artefice dell’allontanamento delle suore dal Rifugio.”
Noi crediamo che gli attuali amministratori di tutti questi enti morali non siano né idonei né legittimati a gestire questi enti visto che utilizzano i metodi dell’usa e getta nei confronti delle suore che, se anche non più attive come nel corso della loro vita, quando invecchiano sono sempre una risorsa umana importante per le ex allieve anche se sposate e madri di famiglia. L’uso di liberarsi delle persone come dei vecchi attrezzi è ormai invalso e lo si nota in quelle che eufemisticamente sono definite case.famiglia dove attendono la morte tanti padri e tante madri dimenticate dai figli. Le prime a difendere la permanenza delle suore anziane nelle case in cui hanno svolto il loro servizio dovrebbero essere le pedagogiste, sempre che abbiano ricavato un certo profitto dai loro studi, spesso inquinate da un certo sociologismo ateo e sinistrorso dei loro maestri universitari. Spesso però i teorici non sempre praticano quello che predicano. Si veda come esempio preclaro il Rousseau.
Sul tema torneremo ancora per batterci affinché alle suore di qualsiasi congregazione anche anziane sia dato lo spazio che nelle famiglie vengono date alle nonne bene prezioso dell’umanità.
Commenti
Ringrazio l’autore di questo articolo che ha saputo scrivere l’essenza di quello che è successo al rifugio, quello che mi preoccupa di più sono le bambine rimaste che non avranno più la figura materna delle suore che le seguivano 24 ore su 24, ma la figura di un “educatrice” che farà le sue 6-8 ore e poi verrà sostituita da un altra e così per il resto della giornata. Mi ritengo fortunata per aver vissuto al Rifugio nel periodo in cui alle suore veniva dato il loro valore e gli veniva riconosciuto il ruolo che avevano, nessuno me le ha portate via. Poi all’età di 23 anni tutto è cambiato sono stata chiamata in parlatorio dalla vice presidente che mi ha detto che dovevo andare via dal Rifugio e che se non me ne andavo mi chiamava i carabinieri, non aggiungo altro dico solo che allora come presidente c’era l’attuale presidente.
Agosto 31st, 2015
Sai ultimamente quando andavo al Rifugio provavo un senso di disagio nel vedere quei corridoi vuoti, quasi asettici (privi di allegria), ricordo che quando c’ero io tutto l’istituto pullulava di gioia, di voci, grida festanti, di vita. Adesso le poche bambine sono relegate in un’ala e non le vedi più. Io faccio il paragone tra noi e loro e ricordo che avevamo la possibilità di accedere a tutto l’istituto, Noi stavamo sempre correndo, tutti gli spazi erano nostri, salone, corridoi, giardini, cortile (facevamo un gioco con la palla che si chiamava “colpire”, tramandato di generazione in generazione dalle varie bambine che si sono susseguite). Anche nel campo sportivo passavamo ore giocando a pallacanestro senza essere controllate a vista da nessuno. adesso, soprattutto d’estate, quando le bambine “paganti” non ci sono sembra un cimitero.
Eleonora
Settembre 1st, 2015
Premetto dall’estremo Oriente, che dal lontano dicembre 1948, (ricordo ancora l’epifania del ’49 quando mi svegliai ed andai in refettorio trovando il mio orsetto di peluche grigio), fui ospite fresco orfanello nell’istituto della Divina Provvidenza, dove fummo accuditi dalla Santa suor Luisa Brambilla da Bergamo.
E ancora adesso,ormai settantenne,ringrazio le suore,che come ricorda Eleonora, lavorando 24 ore su 24, (per loro non c’erano orari né cartellini da timbrare,come simpaticamente mi dice la mogliettina cinese) mi hanno formato e nel carattere e nello stile di vita onesto.
Piango al solo leggere,sia qui od altrove,di questo modo di gestire le istituzioni,dove si preferisce credere di poter rigirare e (tutta sporca politica)di saper gestire il mondo.Preferendo “aiutare”chi si vuol rovinare con le proprie mani(drogati) piuttosto che incolpevoli orfani.
E qui mi fermo,per non infierire con la mia proverbiale verve,i burocrati aspiranti a poltrone iper pagate.
E lo urlo IPOCRiTI!!!!!!!!!
PS. Angelino,sei pregato di non correggere una sola virgola di cio’ che ho scritto.
Un abbraccio
Settembre 2nd, 2015
E visto che ho vissuto un’altra realta’,approfitto del blog per parlare di un altro fattore parallelo e che fa parte della mia vita di giovin agnello.
A settembre 1958,la Santa suor Luisa ci porto’,io e Tore Tanca, dove gia’ c’erano da due anni Vincenzo Rudas e Francesco Pani, orfanelli anche loro, a Palermo,nell’Istituto F.D.Roosevelt gestito dall’ENAOLI (ente assistenza orfani lavoratori italiani) col persole educativo formato da studenti universitari (chiedere a Gavino Ledda) presidente la vedova Buozzi.
Bene,benissimo.
Nel tempo ho saputo che il governo di centrosinistracomunista,ha soppresso tale ente, pertanto i circa 25 mila ospiti fecero largo alla nuova political “s”correct comunista per alleviare le pene e “rieducare” chi si vuole rovinare (droga)
Molto piu’ importante per certe menti dell’infante che ora si vuole educare con teorie transgender.
Angelino,ti prego di non correggere alcuna virgola,altrimenti non si capirebbe il mio messaggio.
Settembre 2nd, 2015
mi fa veramente piacere leggere i commenti di una persona che come me è cresciuta con le suore. grazie di cuore, e un grazie particolare ad Angelino che ci ha dato la possibilità con il suo blog di interagire . a breve posterò anche i commenti delle miei compagne di collegio che vogliono testimoniare il loro affetto alle suore
Eleonora
Settembre 2nd, 2015
Paola Murgia, una in particolare bellissima x me rimane Suor Giuseppina, era sempre con me, io piangevo sempre e se non era per lei io non riuscivo a smettere di piangere. La superiora, quando siamo state promosse ci ha regalo le vecchie mille lire con la bella faccia di Giuseppe Verdi qualcuno si ricorda questo episodio io si. poi quando ci portavano a mangiare il gelato da Flavio……
Settembre 2nd, 2015
Tina Soggia, di suor Teresa mi ricordo che era ancora un’appostolanda, ricordo anche quando ha dato i voti era una ragazza giovane oggi a pensarci bene ha passato la sua vita dedicandola a delle bambine che non erano neanche sue. si alzava la notte mi svegliava e mi diceva ,alzati che se riusciamo salviamo qualche lenzuolo dalla pipì.
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Settembre 2nd, 2015
Paola Murgia ragazze non dimenticchiamo i bei regali che ci lasciavano sul tavolino a Natale a me cicciobello ahahahah
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Il ricordo di quando ero piccolina, ero sempre malata con la Bronchite asmatica e Suor Rosalia mi teneva compagnia nelle lunghe giornate passate a letto…. Mi portava le caramelle per poi farmi le punture di penicillina che erano dolorosissime
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Suor Rosalia che ci insegnava le tabelline ve la ricordate?
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Ma il periodo più bello era l’avvento e la preparazione al Natale….. Suor Superina che distribuiva i quaderni ciclostilati con le canzoni di natale e tutti i pomeriggio facevamo le prove di canto. Le canzoni erano bellissime e tutt’oggi a distanza di quasi 40 per addormentare mia figlia le canto una canzone di suor Superina
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Nel sotto scala noi bambine celebravamo la
Messa con tanto di predica e letture …. X il vino si usava l’acqua e X l’ostia si usava il pane….
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Patryzya Caciolli E allo stenditoio si faceva “San Remo”…. come palco si usavano i tavoli e ci si esibiva cantando le canzoni in voga al momento
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Il presepe era grande e bello con il cielo fatto con la carta stellata, le montagne, il laghetto e le luci intermittenti ….il refettorio cambiava la aspetto : tutti i tavoli venivano messi al centro della stanza e all’ingresso del refettorio sulla sinistra c’era il presepe. La sera del 24 dicembre le ragazze grandi aiutavano Suor Rosalia a mettere i regali sulla sedia di ogni bambina e ragazza…. A Noi bambine era vietato avvicinarsi al refettorio , ma spesso per spiare salivamo su gli armadi a muro… qualche volta venivamo beccate in fallo e rispedite su alla casa nuova. Dopo aver cantato e ascoltato la messa di mezzanotte si apriva lo spumante e si mangiava il panettone con tutte le suore e tutte le sezioni insieme . Poi dopo il Brindisi ogni sezione poteva andare nel proprio refettorio X aprire i nostri regali …. un anno ci regalarono a tutte il cicciobello, oltre i regali c’era sempre per ognuna di noi un sacchetto pieno di frutta secca , mandarini cioccolatini e caramelle. Dopo l’apertura dei regali ci siedevamo e si beveva la cioccolata calda tutte insieme e poi andavo a dormire tutte felici e contente …… un’atmosfera magica che a distanza di 43 anni ricordo ancora come se fosse ieri. Non ci mancava niente avevamo i soliti regali che le bambini che vivevano i famiglia per me era la mia Famiglia … … Ps il Cicciobello mi fu sequestrato un ora dopo da Suor Marina perché io, Francolina e Vincenza Mura ci divertivamo a farlo piangere durante la notte
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Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli Poi per Santo Stefano ci porta o ad Alghero o a Sorso in treno da suo fratello dove sua cognata ci preparava il pranzo e dove ascoltavamo suoi nipote suonare la chitarra
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Settembre 2nd, 2015
Ele i miei ricordi sono tanti ma vorrei partire da quando sono arrivata al Rifugio, avevo 11 anni e mia madre mi mando li con la scusa della colonia e poi rimasi al rifugio fino al compimento dei 17 anni. Ero nella sezione di suor Giuseppina Mura, inizialmente ero spaventata ma le ragazze che c’erano prima di me mi hanno subito accolta bene e fatto sentire a casa, se devo dire che sono stata male direi una bugia, avevo un carattere molto chiuso ma Rita Marras x prima Loredana Murgia, Gavina Marras ,Maria Puliga, Immacolata Usai e tante altre ragazze erano diventate le mie sorelline mi proteggevano stimolavano e mi aiutavano, sopratutto Rita Marras con cui ancora adesso ho un bellissimo Rapporto, e suor Giuseppina era severa ma anche dolce come una mamma x tutte noi,mi ricordo suor Agnese che ci insegnava a fare l’uncinetto e a ricamare, ho ricamato le lenzuola x corredo x ragazze credo esterne che si dovevano sposare e poi ricordo che c’era quella suora anziana che ora non mi ricordo il nome ma era dolcissima e ci chiamava e ci regalava le mentine a sacchetti e poi ricordo che finita la scuola la superiora ci chiamava ad una ad una e se eravamo promosse ci regalava i soldi,e poi ricordo che una volta siamo andate a Palau a casa di un benefattore che ci ha ospitato tutto il giorno in un suo albergo ci ha offerto il pranzo regalato oggetti sardi, dei vasetti di ceramica carinissimi, e abbiamo ballato fatto festa era come stare in un posto di vip.ci sentivamo felici. quando andavamo in colonia ci portavano spesso a Castelsardo a farci un giro, andavamo in fila indiana e ci fermavano a comprare i gelati, oppure salivamo sulle colline adiacenti la colonia, x prendere i fichi d’ India che divertimento hihihu ci riempivamo di spine ma tornavamo sempre in colonia ridendo e felici, con le suore che ci seguivano, e le merende della colonia?mi ricordo i panini traboccanti di nutella , dentro quei barattoli enormi di latta, che bei tempi,non ci mancava niente anche se erano altri tempi, eravamo tenute benissimo, ad essere sincera mi mancano quei giorni spensierati
Giuseppina Silanos
Settembre 2nd, 2015
Ciao…Io non ricordo tantissimo.Ma posso dire che tante cose che so fare le ho imparate in istituto…Ad esempio Suor Agnese ci ha insegnato a cucire e a ricamare..Grazie a lei ho fatto il mio primo regalo a mia MAMMA,una bellissima tovaglia con 6 tovaglioli,tutto ricamato con le mie mani…Di Suor Vincenza e Suor Giuseppina “sentivo tanto l affetto verso di me”,anche se Suor Vincenza mi aveva delusa spiego perché. ..Per la mia Cresima avevo scelto Raimonda come madrina ma Suor Vincenza appunto ,non era d’accordo. ..Hanno scelto loro (Le suore)la madrina per me….Maria Spano/u mi pare,bravissima …Portava regali a tutte noi per Natale e feste comandate..mi ha voluta bene..Ottima scelta da parte delle suore. ..
Antonella Murru
Settembre 2nd, 2015
Patryzya Caciolli I ricordi tengono in vita le persone, l momenti belli e quelli più tristi, fanno parte della nostra vita e ci hanno aiutato a diventare quello che siamo. L’educazione ,l’affetto, gli insegnamenti trasmessi dalle Nostre Suore sono dentro di noi e noi li abbiamo trasmessi ai nostri figli
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Settembre 2nd, 2015
Paola Murgia, ele non smetto di piangere leggendo il grandissimo articolo vi voglio tanto bene, dico solo che siamo state fortunate non esistono suore migliori, anche quelle che sono morte rimangono tutte nel mio cuore, fa male……..
Settembre 3rd, 2015
Paola Murgia, mi ricordo il gioco delle 5 pietre, e nonostante non avevamo giochi come PC play stescion o altro, noi ne avevamo molti altri perchè li inventavamo o giocavamo con qualsiasi cosa che le suore ci insegnavano: il gioco del paradiso, uno due tre stella, a colpire, nascondino, ci divertivamo lo stesso perché eravamo veramente tante, grazie suore grazie tanto senza di voi non uscivamo cosi educate siete state meravigliose con noi vi porteremo sempre nel cuore
Settembre 3rd, 2015
Tina Soggia, mi ricordo anche che quando Suor Giovanna perdeva la pazienza, che era raro, ci diceva prepara il cosciotto più grosso che ti devo sculacciate, era di una tenerezza unica, o pure quando una volta io mi ero additata con Tonina Petretto gli avevo tirato la scarpa invece ho sbaglio mira e finisce alla statuina della Madonna, per punizione mi lasciò senza scarpe per un giorno intero. un altra volta in prima elementare, non ero molto simpatica alla maestra io in classe mi tolsi le scarpe lei me le sequestro e le mise nell’armadio dei quaderni mandandomi a casa scalza, la volta mi presi la febbre
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Settembre 3rd, 2015
Patryzya Caciolli, Ricordo la domenica quando Suor Rosalia ci portava tutte alle giostre ….. Ci portava a piedi alle giostre dall’altra parte della città e in qualche modo un giro in giostra lo rimediavamo. Poi al ritorno si mangiava lo zucchero filato senza pagare perché suor Rosalia era diventata amica del signore che vendeva lo zucchero filato . Suor Rosalia gli portava una scatola di zucchero e lui ci faceva lo zucchero filato e noi felici lo mangiavamo mentre si camminava verso l’istituto. Sono convinta che prendeva lo zucchero senza dire niente alla suore.
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Settembre 3rd, 2015
Patryzya Caciolli, Ve lo ricordate il ghiacciolo dei poveri? Siccome non sempre c’erano i soldi X comprare il gelato X tutti allora Suor Rosalia prendeva una bottiglia di aranciata o dello sciroppo lo versava in una teglia bassa e larga e lo metteva in freezer, una volta diventato ghiaccio lo faceva in tanti pezzi e ce lo dava da mangiare a merenda e noi eravamo tutte contente.
Settembre 3rd, 2015
Patryzya Caciolli, Per non parlare di quando ci portava a piedi a Castel Sardo a mangiare il gelato. Tutte in fila indiana si partiva cantando tranquille e beate sotto il sole cocente. Qualche volte ci portava a si vendemmiare nelle vigne di persone sconosciute sopra Tergu, in quell’occasione però partivamo subito dopo pranzo o la mattina presto. Anche lì si partiva tutte in fila indiana armate di secchiello e canna che ci serviva X raccogliere i fichi d’India. Oltre all’uva raccoglievamo fichi, mele cotogne ( rigorosamente acerbe ) more … tutto quello che ci capitava ….. Finita la razzia si riprendevano i nostri secchielli pieni e con le mani piene di spine dei fichi d’india e rientravamo in colonia cantando o urlando ma sempre in fila indiana.
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Settembre 3rd, 2015
io mi ricordo quando sono stata messa al rifugio Gesù Bambino nell’ottobre 1980, ero nella sezione da suor Margherita, sono stata messa li perche avevo una storia familiare molto complicata, meglio non ricordare, ricordi molto brutti che no si possono dimenticar,e però dico se non sarei stata qui al rifugio non so come sarei finita. io ringrazio tutte le suore, dico che senza loro non so come sarei diventata, mi hanno cresciuta, fatta studiare avevo quasi 10 anni quando mi avevano messo al rifugio,
nel anno che c’ero io c’erano suor Teresa, suor Margherita, suor Salari la superiora, suor Vincenza Cherchi, suor Agnese , suor Rosalia Doro e con quest’ultima ho una foto insieme ad altre ragazze.
Una volta che ho finito di studiare ho continuato a stare li mi hanno fatto lavorare tante ore all’asilo dove c’era suor Luisa. una volta che mi sono trovata un lavoro me ne sono andata via nel 1989, ma sono sempre andata a trovarle.
le suore fanno parte dei miei ricordi più belli e non le potrò mai dimenticare, grazie a loro io sono diventata quella che sono oggi.
Domenica 30 agosto in occasione della Santa Messa, per il saluto ufficiale, tra pianti e ricordi del rifugio ho passato un bellissima giornata con le mie amiche d’infanzia. mi dispiace che le suore no ci sono più al rifugio, speriamo che le hanno destinate stiano bene. un grande abbraccio da tutte noi ragazze del rifugio, adesso mi chiedo che fine farà il rifugio Gesù Bambino?
Angela Rudas
Settembre 3rd, 2015