“Alzati, rivestiti di luce” di Maria Cristina Manca, recensione di Angelino Tedde
Tra i danni provocati dalla rottura del disco rigido del server cìè stata anche la cancellazione di svariati contributi compresa la recensione di questo romanzo di Maria Cristina Manca che ora recuperiamo al blog.
Yakoov de Montfort, Alzati, rivestiti di luce, Casa Editrice Abbà.
Mattia, architetto, ricco uomo attempato, amante dei riti esoterici, s’imbatte casualmente con Teresa, impiegata, donna dalla solida fede cattolica e spiritualmente fervorosa, diretta spiritualmente da don Roberto, un prete parroco di grande spiritualità e carisma.
Mattia e Teresa sono i veri protagonisti-antagonisti del romanzo. Saremmo tentati di dire in merito ai protagonisti: il diavolo e l’acqua santa, ma forse non diremmo tutto. Dicono gli esorcisti che cacciare via il diavolo da un indemoniato non è facile e occorrono preghiere, penitenze, digiuni e tempo. Mettere alla prova un’anima innamorata di Dio, invece, viste le astuzie diaboliche e le legioni di diavoli che accorrono per indurla in tentazione, sembra abbastanza facile. Anche l’anima spiritualmente corroborata, con tanto di direttore spirituale, può improvvisamente cedere alla superbia, all’amor proprio, al desiderio del potere. Teresa, infatti, non è ricca, ma ha del fascino che le deriva dalla sua luminosità spirituale che perdura finché è sorretta dall’umiltà, ma che crolla quando si lascia tentare dalle astuzie diaboliche.
I due protagonisti s’incontrano nella chiesa di una città il cui nome resta nel mistero, ma gli scorci e le vie conducono ad una città isolana… Individuare qualche personaggio-comparsa, per chi conosce il cuore della città, è ugualmente agevole; per i lettori resta tutto comunque nel mistero.
Capita in campo elettrico che i due poli, l’uno positivo e l’altro negativo, si attraggano, capita anche nelle relazioni umane che un fervido credente s’imbatta con un nemico giurato della fede.
Fra Teresa e Mattia esplode l’amore vicendevole con tutte le battaglie spirituali immaginabili da una e dall’altra parte, a tratti sembra prevalere una parte, a tratti sembra prevalere l’altra. L’amore, si sa, genera ansie, dolori, esaltazioni a tempi alternati.
Don Roberto assiste a volte da vicino a volte da lontano a queste battaglie senza poterci fare niente se non curare quell’amicizia umana, spesso base sicura, di un inizio di conversione, ma anche l’inizio di una perversione da parte dell’amata figlia spirituale che finisce davvero in una situazione spirituale problematica. La morte dolorosa del sacerdote, divenuto ormai amico e occasione di conversione di Mattia, è quasi caparra per il ritorno alla fede cattolica dell’uomo e il recupero di una figlia spirituale che finalmente trova la serenità sia dello spirito sia del cuore. Passerà ancora del tempo prima che le due anime e i due cuori possano incontrarsi per coronare il loro sogno d’amore.
Il racconto, condotto con grande maestria dall’autrice, che qui si nasconde con uno pseudonimo, è avvincente e quando lo si inizia non lo si lascia prima di averlo letto tutto. La fabula del romanzo è dominata da Mattia che è il vero protagonista, e l’intreccio è variegato e geniale.
I capitoli sono brevi e leggeri e, talvolta, l’autrice, con colpi magistrali, interrompe un racconto che potrebbe scivolare nell’ovvietà, e va oltre.
La visione della narrante è quella profondamente cristiana e psicologicamente acuta. Gli scavi nell’anima dei protagonisti sono perspicaci e profondi.
La scrittura è gradevole e brillante. La scrittrice, della quale ignoriamo la storia umana, è di tempra cristallina e pervasa di una profonda spiritualità.
Inutile dire che ne consigliamo la lettura a tutti.