Il nuovo mondo e il vecchio che si attarda di Ange de Clermont
Da tempo conoscenti, amici e parenti non fanno che dir male dell’università in generale (oggi è di moda mormorare sulle istituzioni) ed è sufficiente che essi abbiano letto tre o quattro libri, spesso scritti da statunitensi alla ricerca di money che intendono ricostruire le scienze del mondo universitario. In parole povere si sostiene che gli studiosi hanno bloccato la scienza dimostrando che come minimo sono presuntuosi perché non hanno la minima idea della letteratura di ogni disciplina universitaria, delle continue scoperte che si fanno, almeno quelle mediche, chimiche, atomiche, subatomiche, non parliamo di quelle umanistiche che sono spesso invisibili ai più al punto che spesso certi termini che hanno un significato finiscono per averne un altro come ad esempio “acculturato” che significa culturalmente colonoizzato, ma che viene usato per dire che uno ha un minimo di cultura che ha un altro significato.
Talvolta mi capita, nel corso dei pranzi con amici e parenti, conoscenti e ospiti casuali, dopo che hanno alzato il gomito un pò troppo, di conversare di archeologia (per fortuna oggi di moda) che il nostro massimo archeologo del secondo novecento e altri suoi allievi hanno rovinato questa disciplina, perché essi (i mezzo sbronzi) hanno letto dei libri in cui si lamenta la dittatura di questo archeologo benemerito perché avrebbe ignorato volutamente i giganti di Monte Pramma (una località del centro Sardegna) altrimenti sarebbe stato costretto a darsi la zappa sui piedi. E via i discorsi sui Nurachi (sic) che verrebbero dall’alto come gli Ufo e che ci prenderebbero a calci nel sedere per tutte le menzogne che sono state dette.
Passiamo alla fede cattolica, apostolica e romana, anche su questo campo ci sarebbe da piangere sulle presunte menzogne dei preti che avrebbero rovinato la fede. Essi sotengono, guardiamo ai protestanti evangelici: s’incontrano, si guardano negli occhi tutti felici, si fanno la cantatina, il pastore fa il sermoncino contro la chiesa cattolica e poi se ne tornano a casa tutti beati. Che cosa mai è la confessione, l’esame di coscienza, il pentimento dei peccati, il riconoscimento di essere peccatori e miserabili e il dover chiedere perdono a Dio e al prossimo!
Ci sono poi quelli della deriva buddista di variegata tendenza. Ah quanto sono bravi i buddisti, pace a destra e pace a sinistra, norumojà norumojà, canta che ti passa, ma per carità prima ripulite per sempre le vostre abitazioni dal crocifisso e immagini della Vergine e dei Santi. Gonfiate a dismisura il vostro “sè” e fatelo inbuddare, cioè credete fermamente di essere dei Budda, in parole semplici degli illuminati e continuate ad illuminarvi per tutto il giorno e se possibile con una candelina durante la notte. Altro che confessioni, contrizioni, sentirsi poveri peccatori! Uno si alza Budda, cammina Budda, mangia Budda, chiacchiera Budda, congiunge le mani e mette una molla al collo e s’inchina in continuazione come le mani giunte come Budda e poi per meglio illuminarsi via col norumojà fino a stordirsi concentrandosi nell’ombelico e nel concentrato di energie che arrivano da tutte le parti. Per il resto, sesso a piacere, cibo a quintali, superbia sconfinata, superbia tonda preferibilmente in sintonia con l’Universo dove un giorno dovranno essere assorbiti. E “fate i boni” che se no ci sono le reincarnazioni 1. formica, 2. calabrone, 3 rana o rospo piacere, 4. maiale 5. bue 6. bisonte 7. elefante e poi ti fermi se no crepi elefante.
Altre sequele: new age, un misto fritto tra buddismo e induismo, ateismo e feticismo, vegetarismo e veganismo, sesso con droga, sballo e trinca tu che trinco anch’io.
Tutti questi homines novi già battezzati e cresimati, educati in associazioni cattoliche, ormai succubi di donne e uomini che non voglione essere più tali, ma neutrali cioè ne maschi né femmine.
Saranno queste le nuove derive di inizio secolo? Del mondo globalizzato? Dell’emacipazione delle femmine, mamme, spose, maestre e badanti, ma che tali non vogliono essere? Dove si sono arenati i pupi al plasmon?
Forse queste sono le paure di “un vecchio rimbambito” così mi ha definito un’affine “neoscienziata” che non è riuscita a conseguire uno straccio di mezzo diploma e ha letto ora una montagna di libri, che dico, ha annusato. Si oggi i libri si annusano e gli scrittori possono essere del tutto analfabeti per i passati, ma i neoalfabeti per il futuro.
Penso che forse mi sto attardando molto su questa terra e che sarebbe ora che “mio” caro, amato, agognato Dio, mi chiami a te! Qui comincio a non capirci niente.