Gli atei, agnostici e razionalisti si lamentano di vivere in un’Italia cattolica e miagolano come gatti. Nei paesi islamici sarebbero spazzati via. In Italia vorrebbero spadroneggiare.
Questa volta la congrega degli atei, agnostici, razionalisti sono andati a miagolare all’Espresso, parlando dei soprusi che sono costretti a subire, secondo loro, in Italia che vorrebbero far diventare un paese perfettamente adatto a loro. Oh quanti soprusi poveretti! Ad esempio, promuovono i cosiddetti sbattezzi e la chiesa accoglie le disdette, ma forse vorrebbero un premio di consolazione? Fanno una propaganda bolsa e irriverente in un paese generalmente cattolico e vorrebbero ponti d’oro? Sicuramente vorrebbero dare lo sfratto ai parroci, ai cappellani militari, ai professori di religione e a cento altre istituzioni, pensate, “cattoliche”. Io mi chiedo, ma questi soggetti dal cervello affaticato, per usare un termine banale, dove credono d’esser nati?
Un’esigua minoranza della comunità nazionale vorrebbe imporre alla maggioranza una condotta estranea alla storia e alla cultura italiana. Nessuno li riprende se decidono di non credere più in Dio, se decidono di comportarsi da agnostici, di darsi il titolo abusivo di razionalisti, ma penso che tanto meno dovrebbero agitarsi contro i credenti per questo.
Questo pusillus grex dovrebbero studiare un pò la storia di questa nazione e cercare di capirci qualcosa e poi invece di piagnucolare per i continui soprusi si dedichino all’ippica, badando sempre che non si tratti di un cavallo benedetto da qualche cappellano del maneggio. Se invece vogliono il martirio emigrino, sono liberi di farlo, nei paesi islamici o magari in Francia o in Belgio, ma anche in Olanda,(lì nessuno darebbe loro attenzione) in Italia sono nati per sbaglio, questa non è la loro nazione o almeno quella che vorrebbero. L’ultimo consiglio sarebbe quello di avere pazienza, quando fra dieci secoli avranno catturato alle loro idee tutta l’Italia, finalmente potranno vivere in pace, ma c’è da giurarlo finché non incontreranno il loro mentore.